“Mio Dio: come capisco queste mamme!”

Quanti dolori deve sopportare una mamma e poi una mamma con un bambino ADHD! Doversi continuamente scontrare con le situazioni più frustranti, che noi ben conosciamo, e alle quali il proprio figlio e noi genitori siamo sottoposti, a causa del suo disturbo: sentire che il proprio bimbo è il “cattivo ” della classe, vivere il proprio figlio come una “croce”, arrivare ad avere con lui atteggiamenti aggressivi che in cambio provocano altra aggressività ed opposizione…

Mio Dio: come capisco queste mamme!… E poi deve sentirsi in colpa per aver pensato che la soluzione c’è ed è quella proposta dal medico, ma qualcuno dice che nulla ha di sperimentato…

Coraggio mamma, non abbandonare l’idea del Ritalin, se non trovi altre soluzioni, convinciti di andare da un medico esperto… Vedrai che la vita del tuo bambino e, di conseguenza la tua, cambieranno completamente, così come è successo a noi! Ti capisco, sai? Quando si è continuamente martellati da una campagna così denigratoria sul Ritalin, che definire “terroristica ” è un eufemismo, è molto difficile essere sicuri di sé ed “osare” di “drogare ed avvelenare” il proprio figlio!

Erano le cose che pensavo anch’io quando, 18 anni fa, mia cognata mi parlava della sua bambina alla quale, negli Stati Uniti, dove abitavano, avevano diagnosticato l’ADHD e proposto la cura con il Ritalin! Le dicevo che era matta, che stava drogando sua figlia, che questi americani sono solo presi dalla mania dell’efficienza a tutti i costi, che la colpa era della scuola…

Ora, quella bimba ha 25 anni: è una splendida ragazza, alta (è cresciuta nonostante il Ritalin!), laureata a pieni voti (lei che si “incantava” e seguiva i suoi pensieri e non riusciva a stare al passo delle coetanee), lavora all’ONU, è una persona serena ed appagata e per niente DROGATA O MALATA! Lei, quando sentiva le mie lamentele su mio figlio, sulla sua incapacità a stare al ritmo con gli altri, ad organizzarsi, a concentrarsi, ad ottenere buoni risultati scolastici, a controllare la sua impulsività aggressiva e oppositiva, mi ripeteva che stavo sbagliando, che lui non lo faceva apposta, che era un bambino ADHD e mi scongiurava di cercare qualche medico che lo aiutasse, così come era stata aiutata lei…

Purtroppo, in Italia, tu sai, è da poco che si conosce questo disturbo e, anche se forse con un po’ di ritardo, grazie soprattutto a questa rete di “Carbonari impavidi” che i cari Raffaele e Giulia hanno fondato, finalmente la nostra vita è cambiata… così come auguro succeda al più presto a te e al tuo bambino.

Ti saluto caramente.

Lettera firmata, ad una mamma. Alessandria, 21/3/2002.