“Questi bimbi devono aver la possibilità di dimostrare quello che valgono e Dio solo sa quanto vorrebbero fare ma non ce la fanno…”

Sono la mamma di Alex un bambino di 8 anni cui è stato diagnosticato l’ADHD. Vi scrivo per farvi sapere chi sono e la mia disponibilità nel contribuire alla lotta per l’aiuto dei nostri bambini.

Carissimi Amici, volevo ringraziarvi per tutte le informazioni che sono riuscita ad avere grazie al vostro sito (mi avete indicato la strada tanto cercata). Alex fin dalla nascita gridava la sua turba, purtroppo mi ci sono voluti 8 lunghi anni per capire di cosa si trattasse.

Ogni mamma capisce se il proprio figlio ha un disagio ed io inconsciamente l’ho sempre saputo. Descrivere cosa si prova a vivere con un bambino ADHD è inspiegabile: è un rapporto fatto di odio, amore e un sentimento nuovo ancora da scoprire; solo chi vive tutto questo può capire.

Alex è stato il mio primo bambino, dunque la mia prima esperienza; pensavo che fosse tutto normale quello che stavo passando, ma poi è arrivato Luca il mio secondo bambino che oggi ha 3 anni. Da quel momento ho iniziato a notare le differenze e fra i due c’era un abisso. È stato proprio in quel momento che ho deciso di andare fino in fondo, io dovevo sapere cosa aveva il mio bambino.

In prima e seconda elementare Alex non era una cima ma con l’aiuto di mio marito Gianni abbiamo gestito al meglio i compiti e lo studio. Il comportamento però era davvero impossibile. Tutti mi dicevano di stare calma, di aspettare che il bambino maturasse quindi si sarebbe anche calmato. Io però mi ero data una scadenza: la terza elementare, classe in cui subentrano più materie e quindi più concentrazione. Come immaginavo Alex non riesce a stare dietro a niente, eppure ama la preistoria, i dinosauri e la formazione del pianeta terra. Sembra tutto così strano: lui vorrebbe con tutte le sue forze, ma non ci riesce, così non potendo stare al passo con i suoi compagni nello studio preferisce fare il bullo al punto da non poterlo più gestire né a casa né a scuola.

Disperata vado dal pediatra e chiedo tutte le analisi possibili da fare, entro in ospedale per un giorno e ci rimango cinque. La mia grande fortuna che nel reparto pediatria c’è un nuovo primario specializzato in bambini con sindrome ADHD. Dopo esami e accertamenti vari l’esito della sindrome risulta positivo, mi sembra di impazzire, in un attimo il mondo mi crolla addosso. Certo il professore ci ha messo di fronte il peggio della situazione e di quello che può portare questa sindrome. In quei giorni ho sofferto molto, per non avere saputo prima tutto questo, per la rabbia di non sapere e soprattutto per l’informazione che nella nostra regione non c’era.

Ho pianto così tanto in quei giorni così difficili fra rabbie e sensi di colpa che Alex mi ha chiesto: “Mamma perché piangi?” Ed io gli ho risposto: “Vedi Alex, oggi ho scoperto una cosa molto importante per me, ricordi tutte le volte che mi dicevi mamma io non ce la faccio, io non ci riesco, io non mi ricordo, pensavo che tu mi prendessi in giro ma ora ho capito che mi dicevi la verità.” E lui con una espressione molto sollevata mi ha detto. “Mamma finalmente adesso lo hai capito!!!”.

Per aiutare Alex il professore mi propone la dieta oligoantigenica per il bambino con iperattività e deficit di concentrazione accompagnati dai testi di Connor’s. La Dieta è difficilissima, ma noi vogliamo provare. Io, intanto cerco ancora fino a che trovo le Vostre informazioni utilissime per me, perché con queste ho potuto coinvolgere parenti, amici, maestre, dottori e persone con lo stesso problema. Inizialmente pensavo che gli altri mi evitassero o comunque non volessero capire il mio problema, ma poi mi sono accorta di essere circondata da persone molto solidali nei miei confronti, iniziando dalle maestre che stanno lavorando bene con Alex (essendo anche per loro una nuova esperienza) si danno molto da fare nel sapere e nel gestire questa sindrome. Sono persone intelligenti che guardano il domani di questo bambino e soprattutto persone umane che vedono con gli occhi del cuore questo disturbo. A proposito, volevo dire a tutte quelle persone che ogni giorno hanno contatti con bambini e ragazzi di informarsi su questo disturbo, ma non mettendo la testa sotto la sabbia o pensando che quel bambino è cattivo e basta. Questi bimbi devono aver la possibilità di dimostrare quello che valgono e Dio solo sa quanto vorrebbero fare ma non ce la fanno, quindi informatevi e informate.

Aiutare persone in difficoltà spesso aiuta anche noi stessi. Alex ora è seguito dal professore, dalla dietista, da uno psicologo, dalla scuola e le cose stanno andando per il meglio, ma non sono ancora soddisfatta. È così che tramite la Vostra conoscenza e la conoscenza di una coppia di genitori che vivono da parecchi anni la mia stessa esperienza e alla proposta di fondare un centro che sia in grado di aiutare ed informare quanti ne abbiano bisogno anche in Alto Adige, ho aderito con il cuore pieno di nuove speranze e la carica che serve per andare avanti nella lotta per questi bambini. Prima possibile avrò anch’io il collegamento con internet così che il continuo contatto con Voi nel Progetto Parents for Parents mi darà la possibilità di dare un aiuto e un’informazione ancora più completa a tutto il bene che state già facendo. Così ho deciso di mettere Alex nelle mani di chi sa fare il suo lavoro e solo lui deciderà cosa è meglio, perché anche Alex ha tutto il diritto di essere sé stesso, di tirare fuori le sue vere potenzialità.

Con questa lettera voglio anche dire a tutte quelle persone che vivono l’ombra di questa sofferenza, che non è sempre tutto buio, alzando gli occhi al cielo troviamo il raggio di sole che ci illumina. Basta essere sinceri con noi stessi e avere la carica, l’energia giusta per affrontare tutto questo senza nascondersi.

Nessuno di noi ha scelto la vita che voleva fare, ma probabilmente questi bambini hanno scelto noi come genitori perché solo noi abbiamo la carica e l’amore per aiutarli nel loro cammino, raccogliendo le soddisfazioni che questi bambini così sensibili ci daranno.

Un abbraccio Anna.

Lettera firmata. Bolzano 4/2/2002