“Vorrei scappare in un deserto e gridare…”

Ho un solo figlio di 11 anni, in quinta elementare, in un piccolo paesino della provincia di Varese vicino al Lago Maggiore.

È cinque anni che lo accompagno dallo psicologo, ha fatto tanti controlli, psicomotricità ed ora sta facendo un colloquio individuale, ma il problema c’è sempre e io non reggo più… Oggi ho chiesto allo psicologo se gli si può dare il Ritalin, ma mi ha risposto “assolutamente no”!

Il bambino intanto è troppo nervoso, ormai da parecchio tempo dorme male e si sveglia con le occhiaie… Comincio a penso che sia un bambino disturbato da qualcosa. Non riesce ad avere nemmeno un amico.

La scuola lo condanna: è sempre richiamato, è appena stato sospeso, e non so se sia servito… È sempre in castigo perché infastidisce i compagni, si comporta in modo negativo pur di attirate l’attenzione… Le insegnanti sono stufe, io ho un lavoro part-time per cui le maestre mi hanno chiesto al pomeriggio di tenerlo a casa e questo, penso, non sia giusto… Lui vuole restare a scuola e anche alla mensa, ma dà fastidio.

Ho cominciato a pensare che potesse essere un bambino ADHD. Non so più con chi parlare… Chi non ha il problema non mi può capire. Quando arrivo davanti alla scuola per prendere mio figlio, tutti mi guardano male, come se la colpa fosse mia del fatto che mio figlio è così.

La madre di un suo compagno di classe mi ha detto che io e mio marito non sappiamo fare i genitori e che non è possibile che mio figlio quasi tutti i giorni disturba sempre i suoi…

Vorrei scappare in un deserto e gridare…

Lettera firmata. Una mamma di Varese, 27/5/2002