========= AIFAnewsletter n.146 anno V del 30/03/2007 ======================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.

 

In questo numero:
1) A SCUOLA DI INTEGRAZIONE: “Incontro sulla scuola di oggi e l’Italia di domani” – ROMA  2 aprile 2007
2) CORSO ONLINE: “DISTURBO DA DEFICIT ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ” – ERICKSON
3) 1 MILIONE DI FIRME PER LA DISABILITA’
4) L’angolo della POESIA: “NON TI HO MAI FORSE DETTO”
5) VI CONGRESSO NAZIONALE sul “Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività” – ASSISI 10-12 MAGGIO 2007
6) BROWN NEWSLETTER on ADD:
New Guidelines for Oppositional Defiant Disorder” Febbraio 2007
“Trattamento dell’ADHD nei bambini in età prescolare

“Proposta di nuovi criteri per la diagnosi di ADHD nelle persone adulte”
7) STORIE VERE: PARLANO GLI ADULTI ADHD

 

RASSEGNA STAMPA
09/03/2007 Consumers Magazine:  “Ma la vivacità non c’entra niente. L’ADHD è una vera malattia”
20/03/2007 La Nazione: “Deficit di attenzione , sì ai farmaci
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1) A SCUOLA DI INTEGRAZIONE: “Incontro sulla scuola di oggi e l’Italia di domani” – ROMA  2 aprile 2007
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Con il Consigliere Tiziana Biolghini
A scuola d’integrazione
La Provincia di Roma promuove un incontro sulla scuola di oggi e l’Italia di domani. L’ integrazione scolastica degli alunni disabili è fondamentale per una reale partecipazione alla vita sociale. Essa, infatti, rappresenta un’occasione unica e irripetibile per un completo e armonico sviluppo della personalità dell’alunno disabile. L’integrazione scolastica si costruisce ogni giorno, anno dopo anno, con fatica, successo e difficoltà di ogni genere. E’ per questo che oltre le proprie competenze la Provincia ha messo al centro delle politiche di integrazione la qualità e la valorizzazione della Diversità come modello di sana contaminazione culturale. La nostra normativa in merito all’integrazione scolastica è una delle più avanzate degli stati europei.
Ma non basta: vista l’attenzione che quest’anno l’Unione Europea dedica alle “Pari opportunità e alla lotta contro ogni forma di discriminazione” il nostro incontro è finalizzato al confronto con tutti gli attori che quotidianamente vivono sulla propria pelle le difficoltà dell’integrazione scolastica: insegnanti, operatori, famiglie e alunni disabili. La Provincia di Roma ribadisce così l’attenzione alle politiche sociali e scolastiche promuovendo l’identità dei diritti individuali e l’uguaglianza dei valori comuni.
Scarica il programma dell’evento

 

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2) CORSO ONLINE: “DISTURBO DA DEFICIT ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ” – ERICKSON
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FORMAZIONE ONLINE ERICKSON

Disturbi di attenzione iperatività
I problemi dell’attenzione e l’iperattività sono tra le difficoltà che maggiormente coinvolgono insegnanti, genitori e psicologi dell’età evolutiva. I segnali più evidenti di questi problemi sono la difficoltà a controllare i propri comportamenti motori, l’elevata distraibilità e l’impulsività. Molti comportamenti problematici dell’alunno che una volta venivano attribuiti a “disturbo caratteriale” o a “disfunzione cerebrale minima” o addirittura a “cattiva volontà” si sono rivelati la conseguenza di una sindrome specifica riconosciuta solo recentemente come categoria diagnostica e a cui è stato dato il nome di disturbo da deficit d’attenzione con iperattività (D.D.A.I.). Scopo del presente corso è illustrare l’utilizzo dei più recenti strumenti messi a punto per l’individuazione del disturbo e presentare le procedure utilizzabili dagli insegnanti nell’ambito di una strategia d’intervento e gestione mirata.
Contenuti
1. Il bambino con DDAI e la scuola: anticipare i probleimi
2. I comportamenti problema: come osservarli (antecedente – comportamento – conseguenza)
3. Interventi sul comportamento (Le gratificazioni – Le conseguenze)
4. L’intervento cognitivo comportamentale rivolto al bambino
Destinatari
Il corso è stato progettato per tutti coloro che intendono acquisire nozioni teoriche e pratiche sul disturbo da deficit d’attenzione e iperattività, in particolare è rivolto a insegnanti psicologi, educatori, pedagogisti
Modalità di partecipazione
Il corso dura 6 settimane e comprende , oltre allo studio dei materiali, esercitazioni, verifiche e partecipazione al forum didattico moderato dal docuente. Il corso è strutturato in 4 moduli che saranno resi disponibili rispettivamente il 16 Aprile (I modulo), 26 Aprile (II modulo), il 7 maggio (III modulo), e il 17 maggio (IV modulo). La conclusione del corso è prevista il 25 maggio.
Per partecipare al corso è necessario disporre di un PC con accesso ad Internet.
Costo
Per partecipare al corso è necessario inviare, possibilmente via fax, al Centro Studi Erickson (0461-956733) , la richiesta di iscrizione
http://www.ericksonformazione.it/corsi/course/category.php?id=5

  

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3) 1 MILIONE DI FIRME PER LA DISABILITA’
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FORUM EUROPEO DELLA DISABILITA’
1997-2007, 10 ANNI DI LOTTA PER I DIRITT DELLE PERSONE DISABILI
2007 E OLTRE: DOBBIAMO MOBILITARCI PER PROTEGGERE I NOSTRI DIRITTI!

Facciamo in modo che la discriminazione sulla base della disabilità diventi storia passata
Combattere la discriminazione verso le persone disabili è una questione che riguarda TUTTI

 

Firma anche tu la petizione allindirizzo: http://www.1million4disability.eu
Nel 1997 le organizzazioni europee e nazionali di persone con disabilità e i familiari di queste ultime che non erano in grado di rappresentarsi da sole decisero di costituire il Forum Europeo della Disabilità (EDF).
L’EDF è una piattaforma unica e indipendente in Europa, con un ruolo attivo verso le istituzioni dell’Unione Europea e i suoi responsabili politici, che cerca di proteggere e difendere i diritti delle persone con disabilità. La sua aspirazione, perseguita attraverso attività quotidiane, è quella di influenzare la legislazione dell’Unione Europea, in quanto ogni decisione e iniziativa di quest’ultima hanno un impatto diretto su tutti gli ambiti della vita quotidiana dei cittadini europei con disabilità.
E’ passato un decennio dall’inizio della nostra battaglia. Oggi, noi, persone con disabilità e familiari di persone con disabilità che non possono rappresentarsi da sole possiamo guardare indietro ed essere fieri del contributo dato alla promozione dei nostri diritti in Europa.
Oggi, dobbiamo anche guardare al futuro e continuare ad impegnarci per influenzare e rafforzare le misure legislative di non discriminazione in Europa, per assicurare che la piena integrazione delle persone con disabilità nella società diventi una realtà. Noi dobbiamo fare questo perché la disabilità è una questione di Diritti Umani e perché la disabilità è un argomento che riguarda tutti noi.

 

IL MOVIMENTO DELLE PERSONE CON DISABILITA’ CHIEDE:
1. Una globale e specifica legislazione sulla non discriminazione per tutelare le persone con disabilità, per rimuovere le barriere ancora esistenti, per evitare l’insorgere di nuove, per ottenere pari opportunità e
pari partecipazione in ogni ambito della vita.
2. Un rapido processo di firma e ratifica della Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità da parte della Comunità Europea e degli Stati Membri dell’Unione.
3. Obiettivi e misure chiari e concreti in tutte le politiche europee, nazionali e regionali, che assicurino ai bambini con disabilità un pari trattamento nell’istruzione e nella partecipazione alla vita sociale.
4. Obiettivi e misure chiari e concreti in tutte le politiche europee, nazionali e Regionali, che assicurino parità di trattamento in ambito lavorativo.
5. Riforme nazionali volte alla deistituzionalizzazione delle persone con disabilità e alla disposizione di misure alternative per una vita indipendente all’interno della comunità, attraverso adeguati servizi di
qualità sostenuti da idonei finanziamenti, anche a livello europeo.
6. Requisiti di accessibilità e non discriminazione – a livello base – in tutti gli strumenti di finanziamento, anche a livello europeo, per evitare la creazione di nuove barriere.
7. Dati e studi sulla disabilità, che mostrino la reale situazione e le condizioni di vita delle persone disabili in Europa, al fine di fornire una base per lo sviluppo di disposizioni legislative e di iniziative di efficace
protezione dei nostri diritti.
8. Regole e legislazioni comuni, per assicurare il pieno accesso ai prodotti e ai servizi in tutta l’Unione Europea.

 

Noi, persone con disabilità in Europa, chiediamo all’Unione Europea, alle autorità nazionali, regionali e locali, in stretta collaborazione con tutti i protagonisti della società civile, di bandire la discriminazione dagli annali della Storia Europea!
                                                                                                                                                                                                                     

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4) L’angolo della POESIA: “NON TI HO MAI FORSE DETTO”
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l’autrice
NON TI HO MAI FORSE DETTO

Hanno detto che non sei tu il problema
Hanno detto che il problema sono gli altri
Hanno detto che tu non sai
Hanno detto che non capisci.
Hanno detto tante cose, tante piccole cose
Stupide che mi hanno ferito.
Hanno detto che vivi in un mondo
Fatato, sognante, incurante.
Hanno detto che sei prigioniero del tuo mondo
Senza tempo e solo con uno Spazio
Da scalare e scavalcare ogni momento
All’infinito per innumerevoli volte.

Hanno detto tanto e hanno detto nulla.

Non hanno detto che tu soffri
Non hanno detto che ti porti l’angoscia
Dentro come un verme che rode.
Non hanno detto che sei solo
Chiuso nel tuo guscio come un pulcino
Spaventato che vorrebbe rompere le barriere.
Non hanno detto che sei senza amici
Che girano l’angolo per incontrarsi.
Non hanno detto che sei abbandonato
dai tuoi insegnanti che dicono
Che sei una croce da sopportare.

Non hanno detto tanto e non hanno detto nulla.

Non hanno detto che sei il mio sogno
Portato in grembo per nove mesi.
Non hanno detto che sei l’alito del mio respiro.
Non hanno detto che soffro insieme a te.
Forse non ho potuto esprimertelo.

Non ti ho mai, forse, detto. Quanto ti amo.

                                                                                                                                                                                                          

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5) VI CONGRESSO NAZIONALE sul “Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività” – ASSISI 10-12 MAGGIO 2007
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Enti Organizzatori:
AIDAI (Associazione Italiana Disturbi di Attenzione Iperattività) onlus
AIRIPA (Associazione It. Ricerca e Intervento in Psicopatologia dell’Apprendimento) onlus
Con il Patrocinio di: REGIONE DELL’UMBRIA
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELL’UMBRIA

MANIFESTAZIONI PRE-ORGANIZZATE:
SIMPOSI:
1) L’espressività dell’ADHD dall’infanzia all’adolescenza (a cura di D. Maschietto e C. Vio)
2) Verso le nuove linee guida per la terapia farmacologica dell’ADHD (a cura di A. Zuddas)
3) Studi di popolazione e ricaduta clinica: scale diagnostiche e modelli eziologici (a cura di M. Nobile)
CORSO: L’approccio costruttivista nella diagnosi e nella terapia dell’iperattività (a cura di L. Isola)
WORKSHOP: Il bambino con ADHD e l’apprendimento cooperativo (a cura di L. Dozza)
Informazioni ed invio riassunti (indicando eventuale preferenza per poster), max 150 parole, scadenza 15 gennaio 2007:
email:   aidai@libero.it   aidai@libero.it ; oppure c/o AIDAI V. Locatelli, 62 – Bergamo. Tel /Fax 035 223012 (Eleonora Maj, Fulvia Rossi).

                                                                                                                                                                                                                   

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6) BROWN NEWSLETTER on ADD
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New Guidelines for Oppositional Defiant Disorder

New guidelines for assessment and treatment of Oppositional Defiant Disorder (ODD) were published in the January, 2007 issue of the Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (46: 126-141). These guidelines, based on a review of the relevant research literature, include 11 specific recommendations for assessment and treatment of children and adolescents with ODD.
The guidelines describe ODD as a syndrome with “recurrent patterns of negativistic, hostile, or defiant behavior in at least one of three domains of functioning, lasting at least 6 months.” Usually this syndrome is identified initially in late preschool or early school age children. Only about 1/3 of those diagnosed with ODD eventually develop the more severe pattern of delinquent behavior that characterizes conduct disorder, but the intensity of angry and vindictive behavior, coupled with chronic problems in control of temper, can cause much stress in affected families. The psychiatric disorder most often seen with ODD is ADHD, usually a very difficult combination to manage.
These new guidelines emphasize the importance of including individual sessions with the child during evaluation and treatment. If clinicians meet only with the parents and other adults, it is likely to intensify the polarization between parents and child that is common in these families, causing the child to feel that the clinician is simply an agent of parental efforts to impose control.
Considerable evidence has demonstrated the value of several programs to help parents learn more effective ways to deal with their ODD child. Often parents and teachers unwittingly exacerbate the hostile, oppositional attitudes of such children. Key principles of effective intervention programs include:
· Reduce positive reinforcement of disruptive behavior.
· Increase positive reinforcement of prosocial and compliant behavior.
These two principles are empirical manifestations of the old adage, “You catch more flies with honey than with vinegar.” This is especially true with ODD kids.
· Apply consequences and/or punishment for disruptive behavior.
· Make parental response predictable, contingent, and immediate.
Although these guidelines appear simple to apply, effective use of them actually requires considerable skill to identify and implement optimal applications for a particular family. Typically this requires as much expertise as the careful titration of combined medication treatments.
The guidelines recognize that medications may be helpful in treatment of children with ODD, but they emphatically remind clinicians that medication should not be the sole treatment for this disorder.

 

Trattamento dell’ADHD nei bambini in età prescolare
(da The BrownLetter on ADD feb. 2007)
Thomas Brown
Molti genitori portano i loro bambini in età prescolare dal medico per una possibile valutazione sulla presenza di ADHD. Molti dei bambini sotto i 7 anni che arrivano in osservazione per l’ADHD hanno davvero gravi problemi con l’iperattività e l’impulsività, tali  che possono presentare seri rischi per la sicurezza loro e/o di altri, soprattutto per i  genitori e/o i fratelli. Finora ci sono stati solamente poche e piccole ricerche che avevano lo scopo di regolare l’uso del trattamento farmacologico per la cura del ADHD in bambini così piccoli.
Il nostro Istituto Nazionale della Salute Statale che è un organo governativo (e non un’industria farmaceutica) ha fatto degli studi composti da sei parti  dal quale arrivare a  conoscere la sicurezza e l’efficacia del trattamento con i farmaci psicostimolanti nei bambini tra i 3 e i 5 anni e mezzo. I risultati di questa ricerca che comprendeva 165 bambini con ADHD grave sono stati pubblicati nell’edizione di novembre 2006 del Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.

Questi studi sul trattamento dell’ADHD  in età prescolare (PATS dal inglese Preschool ADHD treatment Study) non iniziava con il trattamento farmacologico bensì con un corso intensivo di parent training di 10 settimane, durante il quale i genitori si riunivano in piccoli gruppi. Mediante questi corsi venivano aiutati ad imparare a rapportarsi in modo più efficace con i loro bambini con ADHD. Se il comportamento di uno di questi bambini rispondeva in modo positivo ai cambiamenti derivanti dal training dei genitori, non si utilizzava la cura farmacologia. Ma solamente circa il 10% ha risposto sufficientemente bene al training dei genitori così che si poteva evitare il trattamento con il farmaco.

Gli studi si basavano su osservazioni provenienti sia da genitori  sia da insegnanti partendo da diverse scale di valutazione che servivano a classificare le risposte dei bambini curati con diversi dosaggi di metilfenidato (MPH) e con bambini trattati con placebo. I risultati hanno dimostrato che il 92% dei bambini in età prescolare tolleravano la cura farmacologica anche se questi bambini più giovani tendenzialmente avevano più difficoltà con gli effetti collaterali che non i bambini più grandicelli. Effetti collaterali osservati in alcuni bambini durante questi studi, specialmente se trattati con dosaggi più alti, includevano appetito ridotto, difficoltà a dormire, mal di stomaco, irritabilità, abbassamento del livello sociale e apatia.

Ma soprattutto i dati di questi studi estesi e molto controllati hanno dimostrato che quasi tutti i bambini in età prescolare con un ADHD grave possono beneficiare notevolmente dalla cura con il metilfenidato se i dosaggi partono da un livello basso (2.5 mg due volta al dì) che poi vengono aggiustati con molta attenzione durante diverse settimane fino a raggiungere un livello ottimale per ogni singolo individuo. Mediamente i dosaggi per questi bambini tra i 3 e i 5 anni e mezzo erano intorno a 15 mg nel arco dell’intera giornata (+/- 8.1 mg al giorno). Gli effetti non erano così marcati  come nei bambini più grandi che erano stati osservati durante gli studi MTA; i ricercatori suppongono che per alcuni dei bambini in età prescolare i dosaggi erano probabilmente un po’ troppo bassi per essere efficaci in maniera ottimale.

Proposta di nuovi criteri per la diagnosi di ADHD nelle persone adulte
(da The BrownLetter on ADD feb.2007)

Quando si fanno accertamenti su di un adulto per l’eventuale presenza di disturbi da deficit di attenzione la maggior parte dei medici utilizza i criteri diagnostici del DSM-IV per ADHD. I 18 punti del DSM-IV erano stati sviluppati sulla  basse di ricerche che non avevano incluso adulti ma solamente bambini dai 4 ai 17 anni.

Usando questi criteri per diagnosticare adulti sorgono però molti problemi. Essi non raccolgono molti problemi che sono importanti per le persone adulte con ADD. E quando si utilizzano con il previsto limite dei 6 punti su 9 sia per quanto riguarda i sintomi del deficit di attenzione sia per quelli dell’iperattività/impulsività, solo un debole 1-2% degli adulti risultano essere riconosciuti come affetti da ADHD; invece se usati nei bambini, la percentuale sale al 7% utilizzando sempre 6 punti su 9. Molti esperti riconoscono che serve una certa flessibilità e conoscenza clinica per adattare i criteri del DSM-IV alla diagnosi dell’ADHD nelle persone adulte.

La pubblicazione del DSM-V è prevista per il 2011. Molti sperano che comprenderà nuovi criteri diagnostici per adulti. Russel Barkley e Kevin Murphy hanno pubblicato recentemente un elenco di 9 sintomi per la diagnosi dell’ADHD negli adulti; essi hanno selezionato questi sintomi dopo aver testato  91 punti durante ricerche fatte con adulti. Essi suggeriscono che, se un adulto subisce notevoli danni causati da 6 o più di questi sintomi in due o più situazioni, allora garantiscono per la diagnosi dell’ADHD.

I sintomi suggeriti dalla ricerca Barkley-Murphy si riferiscono tutti quanti a funzioni esecutive e comprendono:
1. è facilmente distratto da stimoli esterni
2. spesso prende decisioni impulsivamente
3. spesso ha difficoltà ad interrompere attività e/o comportamenti al momento in cui ciò si rende necessario
4. spesso inizia un progetto o un compito senza leggere o ascoltare le istruzioni
5. spesso dimostra scarso mantenimento di promesse o commesse ricevute da altri
6. spesso incontra difficoltà nel eseguire cose nel giusto ordine o sequenza
7. spesso guida un veicolo a motore a velocità più elevata di altri (eccesso di velocità troppo elevato)
8. spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione durante lavori o attività del tempo libero
9. spesso ha difficoltà ad organizzare lavori o attività.
Ci vorranno anni prima che il comitato del DSM-V deciderà effettivamente quali cambiamenti dovranno essere introdotti nei criteri diagnostici per l’ADHD. Nel frattempo questi sintomi possono essere utili ai medici nella diagnosi per l’ADHD negli adulti.
(da ADHD Report, Guilford Press, 2006)

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7) STORIE VERE: PARLANO GLI ADULTI ADHD
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Riportiamo il commento di alcuni adulti in merito alla terapia farmacologica ed al diritto di cura
Le storie vere riportate di seguito sono state estrapolate dal blog della campagna “No al Ritalin”
(all’indirizzo http://www.provinciabile.it/blogabile/index.php?p=4#comment-16091#comment-16091 )ed esprimono l’indignazione di adulti, dichiaratisi ADHD, nei confronti di un approccio meramente ideologico al trattamento farmacologico che, aprioristicamente,  mira alla negazione del diritto alla miglior terapia possibile (Unesco), non tenendo in alcun conto l’utlizzo terapeutico di un farmaco, che nostro malgrado a volte è necessario.
Come associazione di famiglie di bambini affetti da ADHD, auspichiamo ed invitiamo tutti coloro che hanno inserito il loro post sul blog a spendere un poco del loro tempo per approfondire (http://www.aifa.it/adhd.htm) meglio la conoscenza di cosa significa per i bambini, il soffrire di ADHD, quale la sofferenza delle famiglie e nelle famiglie.
Prima di prendere posizione contro il diritto alla salute di persone sofferenti, sarebbe opportuno documentarsi meglio, se si ha la fortuna di non vivere l’esperienza di un familiare con ADHD, se non si conosce l’angoscia che vivono i genitori nel vedere i propri figli in difficoltà, nel vederli affrontare un mare in burrasca e non poter fare nulla.
Quando è necessario, chi oserebbe negare una chemioterapia ad un bambino ammalato di cancro sapendo che questa (nonostante le possibili conseguenze mortali) può salvargli la vita? Il negarlo significherebbe abbandonarlo a morte sicura, nel caso dell’ADHD a morte sociale e a mandarlo alla deriva nel burrascoso mare di una esistenzaADHD.

670 STEFANO scrive:
20 Febbraio 2007 alle 13:52
“Se levate il Ritalin, levate la possibilità di darlo ad un adulto io l’ho preso x anni… e non capisco la vostra censura oltranzista.
Quando si parla di bambini vivaci, non sono quelli che pensate voi…i bambini affetti da ADHD sono quelli che un tempo venivano chiusi nelle classi differenziali. Ossia erano quelli che rompevano tutto quello che avevano davanti, quelli che tiravano in faccia alla maestra il cancellino, quelli che avevano frequenti crisi di forte isterismo…
Che cosa significa dunque interessi delle case farmaceutiche (è chiaro una multinazionale ragiona x interessi economici) sta di fatto che una molecola può essere utile. E poi ricordatevi il Ritalin non è un calmante, non lavora come le benzodiazepine che sono depressori del sistema nervoso centrale, ma al contrario è un SNC ossia stimolatore del sistema nervoso centrale quindi agisce sulla nostra produzione di dopamina. ……..”

 

671 DARIO scrive:
20 Febbraio 2007 alle 16:25
“.…… E’ una causa persa pensare di fare informazione a queste persone, loro sono convinti che se il loro pargolo gioca attivamente e di tanto in tanto si distrae, SUBITO c’è l’insegnante pronta col Ritalin, che dietro c’è un affare di miliardi (allora questo è ipotizzabile anche per l’antibiotico Augmentin, che viene prescritto anche quando non vi sono placche…), che TUTTI i bambini verranno drogati, e che, come ciliegina sulla torta, il Metilfenidato è droga perchè è in tabella 2A (se fosse stato in tabella 4 probabilmente era salutare…), senza fare distinzione tra: droghe da strada e tagliate male, che il metilfenidato è una sostanza SIMPATICO-MIMETICA quindi ANFETAMINO-SIMILE (e quindi NON è un sedativo classico come lo sono le Benzodiazepine o i fenotiazinici), ma credo che sia inutile continuare a scrivere e commentare, sicuramente sotto il mio post troverò un’altra “madre inca……….” che dice NO al Ritalin e NO al diritto di cura!
Per il vostro moralismo del ………. ho dovuto assumere antidepressivi solamente per il fatto che NON esistono in Italia farmaci simpatico-mimetici, e quel poco che c’è è tutto a pagamento, tutt’ora il mio specialista esprime disagio nel dirmi che la risposta si può avere col Ritalin MA che non è possibile intraprendere la cura per via di questi babbei.., in adolescenza ho dovuto ricorrere alle droghe illegali (quelle realmente forti) per contrastare l’antisocialità e purtroppo il futuro sembra essere sempre più nero (quì in Italia).”

 

672 Dario scrive:
20 Febbraio 2007 alle 17:38
“Sempre nel DISPERATO tentativo di informare tanta di questa gente che per l’80% parla a vampera. Nel 1989 il Metilfenidato fù ritirato dall’Italia perchè disponibile SOLO in fiale per Intramuscolo o Endovenosa (traduco: poteva soltando essere iniettato), ciò comportava un maggiore rischio di abuso del farmaco (vale a dire che l’uso del farmaco poteva sconfinare più facilmente nell’uso improprio, quindi anche quando non c’era la necessità terapeutica e ci si voleva/poteva sballare più facilmente).
Il dosaggio e la modalità con cui il metilfenidato è in commercio NON prevede più questa forma farmaceutica ma SOLO le compresse (via Orale, cioè per bocca) e in dosaggi molto ridotti (10 mg, o al massimo 20 mg), inoltre la formula Retard prolunga l’effetto del farmaco perchè viene rilasciato più lentamente ed il picco ematico (cioè la massima concentrazione) è minore della formula tradizionale.
Per tutte le mamme spaventate dal Ritalin: il Ritalin non è l’unico psicofarmaco che può essere prescritto anche ai minori, vi è anche il FENOBARBITALE e il LUMINALE che sono Barbiturici (quelli che prendeva Marylin Monroe da cui il decesso per abuso) che, dosati ad 1/4 della forma tradizionale e quindi al dosaggio di 25mg, sotto il nome commerciale di Luminalette, vengono dati a quei bambini che soffrono, purtroppo, di crisi epilettiche; stando al vostro modo di vedere un bambino affetto da tale patologia potrebbe benissimo avere crisi epilettiche (col danno dell’arresto cardiaco) SENZA avere la possibilità di cura!
L’ADHD è una sindrome meno evidente ma è altrettanto subdola e porta all’isolamento del bambino/ragazzo con conseguente rischio di comportamenti anti-sociali quali: alcolismo, tossicodipendenza, voglia di sensazioni forti come correre in auto o con moto e altre azioni pericolose per sè e per gli altri (non ditemi che state dietro al vostro figlio anche quando adolescente, magari al fianco della sua ragazza….
Se gli Stati Uniti hanno esagerato nel prescrivere il Ritalin (bambini al di sotto dei 6 anni, poca osservazione dei sintomi e della gravità di questi), NON significa che l’Italia intraprenderà la stessa identica procedura e i centri specializzati con apposito registro nè è una chiara affermazione in questo senso.
Il Ritalin NON può essere dato (e non verrà dato) ai vostri figli a vostra insaputa, forse è più probabile che lo spaccino di turno proponga spinelli per poi passare all’eroina, MA nessuno si sognerebbe di dare 1 compressa di Ritalin come se si offrisse 1 caramella, semplicemente per non incorrere in rischi penali..
Se l’ADHD non è curata questa continua (e io a 29 anni posso affermarlo), ci sono casi in cui la sintomatologia regredisce, casi in cui i sintomi non sono così fastidiosi da richiedere il farmaco, casi in cui l’ADHD non era ADHD ma altro (questo può succedere per tante altre patologie psichiatriche) e casi in cui il farmaco, è necessario assieme ad una terapia multimodale.
Per assumere il Ritalin il genitore deve sottoscrivere un consenso informato, ciò significa che chi è contro NON firma e quindi NON riceve il farmaco ( a torto o a ragione è responsabilità del genitore decidere sul da farsi), il bambino non viene etichettato come alcuni vogliono far credere ma instradato su una via più adeguata in relazione ai sintomi disturbanti PIUTTOSTO che essere messi da parte da ALTRI RAGAZZINI (ed è ciò quel che è più insopportabile da parte del bambino-ragazzino, in quando è proprio il confronto con i propri coetanei il fattore più importante, il bambino/ragazzino se ne sbatte altamente delle considerazioni degli adulti, quindi non è che gli adulti hanno inventato la nuova droga per i bambini vivaci in modo da tenerli a bada, ………………), l’introduzione del metilfenidato però può dare la possibilità ANCHE AGLI ADULTI AFFETTI DA ADHD (e su questo mi inc……. anche con i medici e specialisti che non hanno evidenziato l’importanza) che continuano ad avere tali sintomi anche oltre i 18 anni, in questo caso, quanto si è maggiorenni, di scegliere la terapia più adeguata (tanti di voi non lo sanno ma la maggior parte di tossicodipendenti è affetta da sindrome da ADHD) e non di cercare di tamponare la sintomatologia con farmaci NON specifici come gli antidepressivi classici o gli SSRI (che sono utili solo in caso di Depressione), che NON ha niente a che spartire con l’ ADHD.
Dopo tutto questo vorrei solo capire quale altra ragione vi porta a dire NO al RITALI a priori!


20 Febbraio 2007 alle 17:42
Per ultimo NON avevano assolutamente bisogno di INVENTARSI UNA DROGA PER I BAMBINI, in quando vi sono una marea di farmaci stupefacenti (che hanno la loro indicazione terapeutica ma che, essendo euforizzanti, possono dar luogo ad abuso) che sono tutt’ora in commercio e il 99% di questi (per non dire il 100%), sono rappresentati da benzodiazepine e da oppiacei, che sono dei sedativi classici e NON dei stimolanti.

 

675 STEFANO scrive:
20 Febbraio 2007 alle 18:46
Mio nipote prende L’ENTUMIN indicazioni: Psicosi acute: schizofrenia acuta, episodi deliranti, accessi maniacali, stati confusionali, stati di eccitamento psicomotorio; fasi acute di riesacerbazione in corso di psicosi croniche; psicosi croniche: psicosi paranoidea; sindromi psicoreazionali o nevrotiche, stati d’ansia.
VOI ALLORA DIRESTE DI NO MA NON SAPETE CHE HA TENTATO DI UCCIDERE LA MADRE E IL FRATELLO + VOLTE

 

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RASSEGNA STAMPA
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Nasce con l’intendo di raccogliere tutti gli articoli (buoni) pubblicati sull’ADHD e usciti sui più comuni rotocalchi italiani, al fine di favorire  un aggiornamento sul tema visto dalla parte dei media. Si tratta di un servizio, molto visitato soprattutto dai giornalisti e che lascerà nel tempo anche una traccia sulla storia dell’ ADHD in Italia.  La pagina è stata rivista e organizzata in sottolivelli partendo dalla principale (http://www.aifa.it/rassegna_stampa.htm) in modo da accedere poi alle pagine singole organizzate per anni. Gli articoli sono disposti per ordine di data e per ciascuno è possibile leggerne il titolo, l’autore e il quotidiano o periodico che lo ha  pubblicato con la relativa data di emissione. La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

1)  09/03/2007 Consumers Magazine: “Ma la vivacità non centra niente. L’ADHD è una vera malattia”
Intervista a Pietro Panei, dell’Istituto Superiore di Sanità
La sindrome da iperattività e deficit di attenzione non è invenzione delle aziende farmaceutiche ma rappresenta una sindrome con caratteristiche proprie. Sgombra subito il campo dagli equivoci Pietro Panei, esperto del dipartimento di Ricerca e valutazione dei farmaci dell’Istituto superiore di sanità. “ANche l’organizzazione mondiale della sanità”, aggiunge, “la include tra le malattie classificate nell’ICD-10, che è il manuale che classifiche tutte le malattie“.
Consumers Magazine: Ma la cosiddetta ADHD non può esere scambiata per la normale vivacità, a volte un pò estrema di molti dei nostri bambini?
Pietro Panei: “La vivacità è una condizione normale e anzi è auspicabile che i bambini siano vivaci. L’ADHD è invece una patologia che pregiudica la qualità di vita del bambino e della sua famiglia: difficoltà scolastica, perdita delle relazioni sociali, incapacità di applicarsi nelle normali attività, persino nel gioco.
CM: Una volta approvati i farmaci, c’è il rischio di abuso o di uso leggero da parte dei medci e pediatri anche sulla spinta di genitori ansiosi?
Panei: “Il rischio di abuso o uso improprio c’è sempre per qualsiasi farmaco. Si tratta quindi, di definire delle regole precise per stabilire chi, come e quando ha bisogno di associare la terapia farmacologica alla terapia cognitivo psico-comportamentale
. Per questo è stato istituito un registro nazionale che garantisca un uso corretto di questi psicofarmaci“.
CM: Chi decide l’iscrizione al registro
Panei: “E’ improprio parlare di iscrizione. Il registro si attiva quando viene formulata una diagnosi di ADHD. Posta la diagnosi, inizierà la terapia psico-comportamentale. Qualora non si ottenesse i risultati attesi, verrebbe posta l’ipotesi di integrare la psicoterapia con la terapia farmacologica. Si avvierebbe allora un percorso di conferma della diagnosi, presso uncentro di riferimento accreditato in baseai requisiti indicati dall’Istituto superiore di sanità e di valutazione dell’ipotesidi uso del farmaco. Se l’ipotesi venisse confermata, il centro predispone un piano terapeutico semestrale che permetterebbe l’erogazione del farmaco.
CM: 
Quanto può durare la terapia?
Panei. “Sei masi, dopo i quali il caso dovrà essere rivalutato per attivare se necessario, un secondo piano terapeutico semestrale.”

20/03/2007 La Nazione Pag. VI PRATO
Deficit di attenzione , sì ai farmaci
Sono cinquanta a Prato i bambini colpiti dal disturbo neuropsichiatrico Adhd. LA PAURA è quella di un utilizzo di psicofarmaci per calmare i bambini irrequieti, ma i medici assicurano che, almeno in Italia, non sarà così. Il ritorno sul mercato italiano del Ritalin (metilfenidato, anfetamina utilizzata per curare bambini con deficit dell’attenzione e iperattività, l’Adhd è la sigla di questo disturbo), dopo il ritiro dal mercato del 1989, non deve far pensare a prescrizioni facili di questo farmaco. «Esiste un percorso molto preciso e molto rigoroso, il farmaco può essere prescritto solo da specialisti e solo in centri particolari», spiega Marco Armellini, direttore dell’unità operativa di  neuropsichiatria infantile e responsabile dell’unità funzionale salute mentale infanzia e adolescenza dell’Asl 4. In pratica ci sarà la creazione di un registro nazionale dove confluiranno i dati di tutti i bambini che soffrono di Adhd e che sono trattati con terapia farmacologica. Poi è previsto un allargamento delle strutture specializzate autorizzate a somministrare il Ritalin, dei centri di riferimento regionale di neuropsichiatria infantile, che in Toscana non potranno essere più di tredici («ma che alla fine saranno meno», prevede Armellini) e tra questi ci saranno il Meyer di Firenze, lo “Stella Maris” di Pisa e il reparto di neuropsichiatria infantile di Siena. «Anche Prato potrebbe richiedere di far parte di questi centri, ha tutte le carte in regola dal punto di vista professionale e tecnico, ma preferiamo affidarci a strutture più collaudate e con maggiore esperienza» dice Armellini. Il disturbo da deficit di attenzione con iperattività è una patologia neuropsichiatrica che colpisce soprattutto bambini e adolescenti (più raramente gli adulti) in una percentuale del 3% della popolazione secondo le statistiche ufficiali «anche se si tratta di stime eccessive, diciamo che siamo intorno all’1,5%» dice Armellini. A Prato i bambini con Adhd seguiti dal reparto di Armellini sono cinquanta, tutti con trattamenti
riabilitativi e psicoterapeutici mentre tre sono trattati anche con terapia farmacologiche in altre strutture. «L’uso dei farmaci non è adatto a tutti i pazienti – continua Armellini – ma solo a un 10% di questi, quelli che hanno un deficit neurologico grave. Resta sempre prioritaria la terapia psicocomportamentale ». I farmaci assicurano una percentuale di guarigione del 60%, con numerosi effetti collaterali: «Danno irritabilità, anoressia, disturbi del sonno e l’aumento della suscettibilità alle crisi epilettiche nei soggetti predisposti. E poi non sappiamo cosa accadrà tra 10 o 20 anni a chi ha preso per anni nella fase dello sviluppo questi farmaci» dice Armellini, tranquillizzando comunque sull’uso prudente di questi farmaci: «Qui non è come in Gran Bretagna o negli Stati Uniti dove vengono dati farmaci ai bambini solo perché un po’agitati. Il percorso messo su dal ministero dà ampie garanzie».