========= AIFAnewsletter n. 171 anno VII del 29/10/2009 =================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.
In questo numero:

1. VII Convegno internazionale – 13-14-15/11/2009 “LA QUALITA’ DELL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA” RIMINI
2. 
Convegno Regionale Lombardia AIFA Onlus per Pediatri – 21/11/2009: ADHD:“SONO SOLO BAMBINI VIVACI?” MILANO
3. 2° Convegno regionale Umbria AIFA onlus 27/11/2009 “ADHD E COMORBILITA’ – TERNI
4. INCONTRI DI AUTO MUTUO AIUTO
tra genitori di bambini con ADHD e disturbi in comorbilità
    – NAPOLI 03/11/2009
– MALNATE 11/11/2009
– MILANO 23/11/2009
– MERANO 27/11/2009
– TRENTO

5. RADUNO AIFA onlus
6. STORIE VERE
7. RASSEGNA STAMPA
    – Bimbi iperattivi, no fila al parco
    – Medea, il “paradiso” della ricerca dove si studia il nostro futuro
    – Ventiduesimo congresso ECNP 2009: il ruolo dei fattori genetici nell’ ADHD
    – ATTENTI CON DUE PROTEINE
    – BAMBINI IPERATTIVI, UNA DIAGNOSI DIFFICILE
    – Disease Mongering/ A Genova il convegno dei medici contro gli ‘inventori di malattie


1. 
VII CONVEGNO INTERNAZIONALE LA QUALITÀ DELL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Palacongressi di Rimini, 13-14-15 novembre 2009
PROGETTO LIM IN COLLABORAZIONE CON SMART:
La lavagna interattiva multimediale: la nuova frontiera dell’insegnamento

Per informazioni e iscrizioni vedere
http://www.erickson.it/qualitaintegrazionescolastica/index.php?txt=lim
CENTRO STUDI ERICKSON
formazione@erickson.it


2. CONVEGNO REGIONALE LOMBARDIA AIFA ONLUS PER PEDIATRI
ADHD:“Sono solo bambini vivaci?”
Sala Auditorium del Consiglio Regionale della Lombardia – Via Fabio Filzi 29 – Milano 21 novembre 2009

Una mezza giornata di informazione rivolta ai pediatri di famiglia e liberi professionisti della Lombardia e dintorni sull’importanza di un riconoscimento precoce del disturbo, sui primi segnali all’ingresso della scuola, sugli risvolti psicologici nel bambino ADHD , con particolare attenzione al percorso diagnostico e terapeutico e sulla diagnosi differenziale
Per informazione e iscrizione vedere http://www.aifa.it/public/documenti/20091121_brochureADHDpediatri.pdf e http://www.aifa.it/public/documenti/20091121Milano_SchedaIscrizione.pdf

3. 2° CONVEGNO REGIONALE UMBRIA AIFA ONLUS – TERNI 27/11/2009
ADHD: clinica, scuola, famiglia, una sfida da vincere insieme
“ADHD E COMORBILITA’ Un convegno sul “Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattivita”
SALA BLU PALAZZO GAZZOLI – via del Teatro Romano, 13
Programma
ore 14,40 Registrazione partecipanti.
ore 15,00 Saluto delle Autorità.
Introduzione al Convegno – P. De Luca (Referente AIFA onlus Umbria)
ore 15,15 La complessità della diagnosi dell’ADHD
G
Mazzotta (Dir. struttura complessa di Neuropsichiatria Infantile ASL 4 Terni)
ore 15,40 “Quando gli aeroplanini sono arancioni..”- Proiezione video AIFA onlus sull’ADHD
ore 15,50 Le terapie cognitivo/comportamentali in soggetti affetti da ADHD
M. Margheriti (Psicologo, Psicoterapeuta; Presidente Ass. AIDAI Umbria)
ore 16,15 L’ADHD: Nemico “fedele” della stabilità familiare.
E. Menotti (Psicologa, Psicoterapeuta; Presidente Ass. AIDAI Lazio)
ore 16,40 Il cammino di un’insegnante di sostegno con alunno affetto da ADHD
A. Rotondi (Insegnante scuola secondaria di 1° grado “Da Vinci – Nucula”)
ore 16,55 BREAK
ore 17,10 Quale futuro per gli alunni con disabilità e di quelli non diagnosticati alla luce della riforma Gelmini?
S. Nocera (Avvocato e Vicepresidente. Naz. FISH.)
ore 17,45 I percorsi scuola-lavoro e la loro personalizzazione; troppo spesso senza un futuro lavorativo
G. Metastasio (Dirigente Scolastico degli Istituti “Alessandro Casagrande” e Federico Cesi” Terni)
ore 18,05 Dalle parole ad un progetto per l’Umbria: L’apprendimento Cooperativo (i come ed i perché)
F. Listanti (Psicopedagogista; Libero Professionista e M. Macchiarulo (Psicologa, Psicoterapeuta; Libero Professionista)
ore 18,40 Sessione di domande e risposte. –
Modera C. Riccardi (Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “A. De Filis” Terni)
ore 19,20 Conclusioni.
P. Stacconi (Presidente Nazionale AIFA onlus)

4. INCONTRI DI AUTO MUTUO AIUTOTRA GENITORI DI BAMBINI CON ADHD E DISTURBI IN COMORBILITÀ
Un percorso gratuito per genitori attraverso la metodologia dell’auto mutuo aiuto. Per affrontare i problemi dei propri figli causati dal disturbo da deficit d’attenzione/iperattività, disturbi d’apprendimento e altri in comorbilità
Si tratta di un’esperienza di gruppo che consente a persone che vivono uno stesso problema, o una stessa situazione, di incontrarsi e confrontarsi in una dimensione di scambio reciproco. Le persone partecipano secondo la propria disponibilità, raccontando le proprie storie di vita a cui tutti possono prendere parte, ascoltando e comunicando. Parlare dei propri problemi con altri che hanno attraversato esperienze simili può aiutare ad affrontare le difficoltà quotidiane.

NAPOLI
03/11/2009 presso il centro CMT in Via Nuova Poggioreale n. 63 a Napoli
incontro preliminare ore 18:00-20:00
Per informazioni cell. 335.599.1894

MALNATE (VA)
11/11/2009 presso Sala Consiliare di Malnate(VA), Via A.de Mohr angolo Via Matteotti alle ore 20:30
Per informazioni tel. 0332 425436 cel 338 5921605

MILANO
23/11/2009 presso Studio di Psicologia Cognitivo-Comportamentale Dr. Lucia Cento – Pedagogista
Viale Casiraghi 75 Sesto San Giovanni (MI)

MERANO (BZ)
27/11/2009 A Merano, in Via E. Toti, 63 (presso la Comunità del Cenacolo), h. 20.30
Per info : 338 3940660
TRENTO
per informazioni referente.trento[at]aifa.it

2. RADUNO
8° RADUNO AIFA – 4-5 SETTEMBRE 2009
Ormai siamo arrivati all’ottavo Raduno dei referenti dell’AIFA Onlus. Come al solito si è incontrato un nutrito gruppo delle famiglie referenti con i loro figli provenienti dalle diverse zone dell’Italia per confrontarsi sulle attività svolte e per pianificare nuovi progetti per l’anno a venire. E come sempre non è solo un momento di lavoro e di impegno ma anche di tante chiacchiere, di scambi di amicizia e, la cosa più bella, vedere i nostri figli che di anno in anno si cercano e passano questi brevi momenti con grande gioia. Nel tempo ne sono nate amicizie profonde che portano questi ragazzi, almeno i più grandi, ad incontrarsi anche durante l’anno. Già stiamo pensando al dove e quando del raduno del prossimo anno.

3.STORIE VERE
TESTIMONIANZA DI UNA RAGAZZA DI 23 ANNI
.Già, purtroppo non è un disturbo conosciuto, e ammetto che la mia più grande paura è essere presa per “svogliata” (anche se ho 23 anni…).
magari fossi svogliata! se non avessi voglia me ne fregherei, invece purtroppo è davvero frustrante non avere risultati per motivi che non
dipendono da noi… inutile dire che i problemi più grossi li ho nello studio (perché appunto mi manca la concentrazione e la pianificazione, non certo lo assicuro, la voglia o l’intelligenza… tant’è che quando riesco con immensa fatica o collaborazione di altre persone a prepararmi, prendo sempre voti alti).
ma anche col resto della mia vita non è che scherziamo… mi riconosco molto in quanto ho letto sul vostro sito a proposito degli adulti adhd (e
riconosco me stessa bambina per quanto riguarda l’aspetto infantile di questa
patologia… purtroppo sono sempre stata etichettata appunto come bambina svogliata, che non si impegna ma che potrebbe. mai a nessuno è passato per la testa che soffrissi anche io per questa condizione).
la cosa “drammatica” è che se non mi fossi iscritta a psicologia, probabilmente non avrei mai nemmeno sospettato che potesse esistere una patologia simile. mi sarei “accontentata” della mia etichetta di “è intelligente ma non si applica” e magari avrei mandato alle ortiche la scuola finendo per considerarmi troppo stupida (a volte ho questi momenti di sconforto ma so che non è tutta colpa mia)
…….
da piccola ero una bimba sveglia, di quelli che fanno mille domande, hanno mille interessi e vogliono sapere tutto di qualsiasi cosa (lo sono ancora, per fortuna, e forse anche “grazie” al fatto che non riesco a focalizzarmi su un’unica cosa alla volta).
……in classe mi distraevo praticamente con qualunque cosa, oppure se mi concentravo a leggere …. dimenticavo il resto del mondo.
avevo comunque parecchi problemi con la lettura e la matematica, nel senso che non ero capace di leggere ad alta voce e contemporaneamente “capire” quello che leggevo. mi spiego meglio… se leggevo un brano ad alta voce, non prestavo attenzione a quel che dicevo, per cui dovevo prima leggermelo mentalmente per capirlo, e poi leggerlo ad alta voce in classe o viceversa. coi numeri invece ho avuto e ho ancora piccoli problemi di discalculia, tipo inversione di cifre, leggere un numero per un altro e cose così.
…comunque a scuola andavo bene, come ho detto non ero e non sono stupida o poco intelligente, e soprattutto nei compiti a casa ero seguita passo passo da mia madre, cosa che è andata avanti fino alla fine della terza media.
praticamente il pomeriggio mi “catturava” e mi costringeva a prestare attenzione a quel che dovevo fare, e quando dovevo studiare beh… mi ripeteva ossessivamente le cose e le faceva ripetere a me, mentre io magari mi rotolavo sul divano, mi fissavo su qualcosa oppure seguivo semplicemente i miei pensieri.
… diciamo quindi che per elementari e medie non ho mai avuto grossi problemi, anzi andavo decisamente bene.
il peggio è venuto al liceo.
lì sono stata lasciata “allo stato brado”, anche perchè ora mia madre doveva seguire di più mio fratello (coi miei stessi problemi praticamente…).
le difficoltà grosse le avevo con le materie dove dovevo prestare attenzione a tanti particolari per un tempo lungo, per esempio in latino e tedesco o anche in matematica e geometria (lì anche per le mie difficoltà coi numeri).
nelle altre materie bene o male me la cavavo, spesso e volentieri con voti alti, perché se riuscivo a concentrarmi, mi bastava (e mi basta ancora) leggere una – massimo due – volte la lezione per ricordarla bene e oltretutto sapevo far tantissimi collegamenti, un po’ come se letta una cosa il mio cervello non si fermasse ad immagazzinarla e basta ma andasse a trovare qualsiasi paragone, collegamento e via così. un bene, per carità.
…comunque me la cavavo, e non sono uscita male ecco…
per quanto riguarda la mia vita fuori dalla scuola in quel periodo, beh la “distrazione” (non so come definirla, non tanto distrazione, quanto il farsi catturare da qualsiasi stimolo forse…) mi ha creato qualche problema…
relazionalmente, ho legato in vita mia con pochissime persone, forse quelle poche che riuscivano a starmi dietro e non consideravano “strani” tutti i miei salti da un argomento all’altro o il fatto che a volte mi perdessi pezzi di conversazioni perché il pezzo prima mi colpiva in qualche modo e mi costringeva a pensarci, non so se mi spiego…
le mie capacità di pianificazione sono prossime allo zero, o per esserci devo cominciare a pianificare le cose con MESI di anticipo, perché ormai so che tra il decidere di fare una cosa e la sua effettiva realizzazione passerà un sacco di tempo con alti e bassi di concentrazione. per esempio, le vacanze di agosto quest’anno ho iniziato a programmarle a febbraio. perché? perché sapevo che appena mi fossi messa al pc per guardare che so, le case a berlino, mi sarei persa via andando a vedere sul sito dell’ikea quei mobili tanto carini che avevo visto, oppure cercando il clima mi sarei fissata sul clima dell’europa nord orientale e via così, perdendo sempre di vista l’obiettivo fino a che qualcosa mi ci riportava.
questo vale per qualsiasi cosa decida di fare.
…da un paio d’anni vado in palestra ma riesco a fare qualcosa di concreto solo durante i corsi. se faccio attrezzi, posso perdermi dieci minuti a guardare il soffitto mentre faccio pausa tra una sequenza e l’altra, posso interrompere a metà l’allenamento di corsa perché mi viene lo stimolo insopprimibile di andare a fare che ne so, step…
insomma una pallina impazzita, non mi viene altro termine.
raramente riesco a stare “tranquilla e concentrata”, e questo avviene di solito quando sto con persone che riescono a “tamponarmi” o in caso contrario a interessarmi particolarmente.
ora ho perso un anno di università per la mia totale incapacità organizzativa, ci metto mesi a preparare un esame che se riuscissi a concentrarmi mi richiederebbe qualche settimana. la cosa frustrante poi è che quando riesco a concentrarmi, poi ho ottimi risultati, molto superiori a gente che è “normale” e magari studia molto più di me…
le lezioni sono una tortura, perché anche se interessanti (sono davvero rare quelle in cui posso dire di annoiarmi), non riesco a seguirle quasi mai bene. inizio a fare la tarantolata sulla sedia, oppure a disegnare a bordo del foglio ogni dieci minuti perché devo “staccare” perché faccio tantissima fatica a stare concentrata.
…ora con le lezioni ho un po’ imparato qualche trucchetto, per esempio cerco sempre di fare domande in modo da essere costretta a prestare attenzione alla risposta.
con lo studio beh purtroppo è diverso dal liceo, la roba è tanta e ho bisogno ovviamente di più tempo, anche se la mia memoria è la stessa di prima. ora funziono bene a studiare con un’altra persona, che solitamente sa dei miei problemi e mi richiama all’ordine quando inizio a vagare nei miei pensieri oppure proprio fisicamente. e che mi costringe a ripetere senza distrarmi e lasciarmi prendere dai pensieri …..
….però oggettivamente non posso andare avanti così, è faticosissimo e dopo ogni “sessione” di questo genere, io sono sfinita fisicamente e mentalmente e mi ritrovo quasi sempre con un mal di testa pauroso.
come ho detto ovviamente è dalle elementari che mi sento dire che sono quella che non si impegna ma che potrebbe dare molto -_- e come ho detto, magari non mi impegnassi… la gente non ha idea della fatica che faccio, e di quanto io seriamente vorrei riuscire a concentrarmi per un tempo superiore ai 10 – 15 minuti…
la cosa davvero brutta è che amo quello che studio, che mi interessa tantissimo, che non solo vorrei riuscire a laurearmi, ma vorrei immensamente riuscire a diventare una ricercatrice (magari proprio nel campo dell’adhd, è uno dei miei interessi…)… ma è dura non scoraggiarsi di fronte a certe cose.
ho un’amica che mi aiuta tantissimo, che sopporta i miei pianti di pura disperazione durante i periodi di studio e che cerca di starmi sempre vicina e aiutarmi come può, ma questo purtroppo non risolve…
non vorrei peccare di immodestia, ma è come voler scalare una montagna ed aver le capacità non dico di Messner ma quasi… e trovarsi a scalarla immersi nella melassa fino alle ginocchia. è possibile, certo, però costa una fatica immane.
mi scuso sia per il papiro sia per il fatto che probabilmente i vari pezzi sembreranno poco legati tra loro, ma anche al pc ho gli stessi problemi che ho nella vita di tutti i giorni.
Lettera firmata
Maggio 2009
NdR: la testimonianza di questa ragazza era molto più lunga, abbiamo dovuto tralasciare alcuni passaggi e ce ne scusiamo, ma quanto espresso nella stessa dimostra che questa ragazza ha trovate molti aiuti durante il suo percorso evolutivo ed ha imparato anche da sola efficaci strategie per vivere un pochino meglio. Lo stesso traspare da ogni riga quanto soffre del suo disagio e le auguriamo di riuscire a trovare al più presto certezze e buone terapie.

4.RASSEGNA STAMPA

ARTICOLI SI:
Bimbi iperattivi, no fila al parco
Gb, troppo stressante l’attesa per chi soffre di questi disturbi
I bambini affetti da sindrome da iperattivita’ e deficit di attenzione non fanno la fila nei principali parchi di divertimento britannici. La misura e’ stata adottata nel rispetto del Disability Discrimination Act (legge per la protezione dei disabili). La motivazione addotta e’ che, per questi bambini che
hanno una percezione sbagliata del tempo, e’ troppo stressante l’attesa. Ma alcuni specialisti hanno protestato, definendo poco educativi questi ‘favoritismi’.
02/09/2009 ANSA Sito Web

Medea, il “paradiso” della ricerca dove si studia il nostro futuro
Quello di Bosisio è l’unico istituto italiano per la ricerca e la riabilitazione nell’età evolutiva.
Adesso si pensa a rifare un intero padiglione per accogliere altri 243 ragazzi e 12 ambulatori
Benvenuti nel futuro. L’Irccs “Eugenio Medea” di Bosisio Parini, unico Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico italiano riconosciuto per la ricerca e la riabilitazione nell’età evolutiva, annuncia il progetto di ristrutturazione del quarto Padiglione, il corpo centrale tra i sette padiglioni che compongono l’ampio complesso di Bosisio Parini distribuito su una superficie totale di 236mila metri quadri. Un investimento di cinque milioni di euro, da recuperare entro un anno e mezzo per realizzare il rifacimento in toto di quello che è il cuore pulsante dell’Istituto. Il nuovo padiglione, infatti, già ora sede dei reparti ospedalieri di degenza e riabilitazione ambulatoriale, potrà accogliere 243 posti letto per ricovero ospedaliero (di cui 90 in day hospital), oltre a 12 ambulatori di diagnostica e terapia intensiva dedicati alle malattie neuropsichiatriche dell’età evolutiva.
L’importante progetto ha però bisogno della solidarietà di tutti, e per questo l’Irccs “Eugenio Medea” e l’associazione “La Nostra famiglia” lanciano a partire da questa settimana una grande raccolta fondi che sarà costellata da eventi culturali e scientifici di portata nazionale. Primo tra questi, a inaugurare la campagna di found raising e di sensibilizzazione pubblica sarà il concerto del celebre violinista Matteo Fedeli, in programma per sabato 17 ottobre alle 21.00 all’Auditorium del Polo di Bosisio Parini, per la serata intitolata “Uno stradivari per la ricerca”.
Il maestro Matteo Fedeli, notissimo concertista (ha suonato da solista, tra l’altro, alla Scala di Milano, la Fenice di Venezia, il Filarmonico di Verona e per il Papa Benedetto XVI) e già impegnato da alcuni anni in concerti benefici, con l’iniziativa  “Uno Stradivari per la Gente” (insieme a Fondazione Cariplo e Bayer per la cultura), si esibirà con il suo preziosissimo violino Antonio Stradivari 1708 “ex Adams Collection”. Durante la serata, a ingresso gratuito, verrà dunque illustrato il progetto “Facciamo crescere insieme l’ospedale amico” sulla completa ristrutturazione del Padiglione quarto.
»In particolare – illustra il presidente dell’Irccs Medea, Domenico Galbiati – il nuovo padiglione accoglierà bambini con malattie neurologiche, disturbi cognitivi, problemi di apprendimento e di linguaggio, disturbi emozionali e disturbi del comportamento alimentare».
E quanto sia di vitale importanza il progetto di ristrutturazione lo si comprende bene guardando ai numeri dell’Eugenio Medea: inaugurato nel 1985, con oltre mille ricoveri l’anno per 12mila 500 giornate di degenza, 86 terapisti della riabilitazione e 60mila prestazioni ambulatoriali, l’Istituto fa parte della Rete regionale Malattie Rare, è centro regionale per lo studio e la cura dell’Ipovisione dell’Età evolutiva, oltre che centro di riferimento per i problemi del linguaggio, del disturbo da deficit da attenzione con iperattività (Adhd), centro regionale per le psicosi infantili (in particolare l’autismo) e centro per i disturbi alimentari (anoressia e bulimia).
Da poche settimane, inoltre, l’Irccs Medea si è dotato, primo ospedale in Italia, di una risonanza magnetica Tesla a 32 canali: risonanza che fotografa l’attività cerebrale con tecniche di neuroimaging e che sarà utilizzata esclusivamente per la diagnosi e la cura delle malattie neurologiche dell’infanzia.
Laura Bosisio
15/10/2009 La Provincia di Lecco Pag. 19

Ventiduesimo congresso ECNP 2009: il ruolo dei fattori genetici nell’ ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività ) degli adulti
Update Europe – PR Newswire
ISTANBUL, September 15 /PRNewswire/ — Al ventiduesimo congresso ECNP, la dott.ssa Barbara Franke, del centro medico dell’università Radboud di Nimega, nei Paesi Bassi, ha presentato oggi le ultime scoperte relative all’identificazione dei geni di rischio dell’ADHD. “I risultati concordano nell’indicare una forte componente genetica nell’eziologia di tale disturbo”, sostiene la dott.ssa Franke. L’ereditarietà risulta più elevata se l’ADHD non si limita all’infanzia ma persiste anche in età adulta: mentre per i fratelli di un bambino affetto da ADHD il rischio di manifestare la malattia è 3-4 volte superiore rispetto al gruppo di controllo, tale fattore di rischio aumenta di ben 17 volte nel caso di un paziente adulto. Ci si attendono importanti scoperte dall’International Multicenter persistent ADHD CollaboraTion (IMpACT), che sta conducendo uno studio sul più grande campione clinico di ADHD a livello mondiale.
Sebbene l’ADHD sia generalmente considerato un disturbo tipico dei bambini, oltre la metà dei pazienti continua a manifestare i sintomi di questa malattia in età adulta. L’incidenza dell’ADHD negli adulti è dell’1- 4%. I pazienti adulti hanno difficoltà in ambito sociale e professionale; ad esempio nel costruire rapporti sociali stabili, completare corsi di studio e mantenere il proprio posto di lavoro. L’ampliamento delle conoscenze nel settore della genetica, del brain imaging e della ricerca comportamentale facilita la comprensione delle cause dell’ADHD, apre la strada allo sviluppo di terapie più efficaci per i pazienti di tutte le età e alla prevenzione della persistenza del disturbo in età adulta.
Recentemente, è stato possibile isolare i suddetti geni nell’intero genoma. Tale tipo di approccio ha permesso di individuare un primo gene responsabile dell’ADHD nei bambini, il CDH13, che codifica per una molecola[L1] di adesione cellulare con una funzione nelle iniziali fasi di sviluppo del cervello. Un’analisi preliminare di IMpACT suggerisce che questo gene abbia effetti anche sull’ADHD degli adulti. L’identificazione dei fattori genetici di rischio per l’ADHD contribuirà allo sviluppo di nuove terapie e a prevenire l’insorgere della patologia.
Fonte: conferenza stampa svoltasi al ventiduesimo congresso ECNP del 15 settembre 2009, a Istanbul, Turchia Il European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), fondato nel 1987, è un centro scientifico che promuove la ricerca traslazionale fra le neuroscienze e la pratica clinica ( http://www.ecnp.eu ).
Per ulteriori informazioni contattare:Ufficio stampa ECNP 2009: Update Europe Vienna, Austria Tel. +43-1-405-57-34 E-mail: s.mak@update.europe.at
15/09/2009 Immediapress Sito Web

ARTICOLI DI INTERESSE VARIO
TATA LUCIA SI CONFESSA
«Con i miei figli sono stata una madre apprensiva e oggi vizio i miei nipoti spudoratamente. Ma ai nonni non spetta il compito di educare», dice Lucia Rizzi, una delle tre “educatrici” del reality “S.O.S. Tata”
Giulia Comolli
Tusa, te stùdet, te lavùret, te ghè i fieu e… la vita l’è finita” (Bimba, tu studi, lavori, fai i figli, e la vita è tutta lì).
Quando Lucia Rizzi non era ancora tata Lucia, una sessantina di anni fa, a Milano, in famiglia le dicevano così. «Era tutto molto semplice, forse un po’ riduttivo, in confronto alle aspettative di oggi, ma c’era un senso: che la famiglia è un obiettivo importante. E che, nella vita, c’è sempre da rimboccarsi le maniche». Lei se le è rimboccate parecchio: tanto da vincere all’ultimo anno di liceo una borsa di studio per gli Stati Uniti, diplomarsi in una prestigiosa scuola di Los Angeles e, da lì in poi, dividersi tra Italia e Stati Uniti come esperta di sindrome da deficit di attenzione, insegnante di terapia comportamentale e moderna Mary Poppins nel reality S.O.S. tata (in onda su La 7 e sul canale satellitare Fox Life). Tata Lucia ci ha aperto le porte del suo microappartamento milanese pieno di luce, colori, libri (due per tutti: la raccolta del Corriere dei piccoli e Il grande libro delle feste in casa) e giochi (attenzione: neanche un videogame). Tutti attrezzi da lavoro? Sì, ma soprattutto lavoro di nonna, visto che ha quattro nipoti, tra i 3 e i 12 anni.
Domanda. Che nonna è tata Lucia? Risposta. «Una che vizia spudoratamente». D. Ma come, proprio lei che in tv insegna l’importanza di dire “no”, di far rispettare le regole… R. «Ma non è ai nonni che spetta educare. Se porto il mio nipotino alle giostre e lui vuole fare dieci giri, io glieli faccio fare. Invece è giusto che, se c’è la mamma, gli dica: “Ne fai due e basta”. I genitori sì che devono essere fermi». D. Cos’altro raccomanda alle famiglie che chiamano S.O.S. tata? R. «Che i piccoli devono fare una vita alla propria altezza. Mi spiego: non chiedete a un bambino di quattro anni se ha la fidanzatina, è assurdo. E non fategli guardare Amici: è bello, ma non è alla sua portata. Fatelo invece correre in giardino, fategli vedere La carica dei 101, sarà beato!». D. Qualche errore con i figli lo ha fatto anche lei, prima di diventare l’infallibile tata Lucia? R. «Quando i miei tre figli erano piccoli sono stata una mamma apprensiva. Del resto io, di famiglia povera, orfana di padre e con una sorella maggiore morta a 27 anni, avevo alle spalle un vissuto che può dare ansia. Poi, ho capito il mio errore. Adesso dico sempre: non preoccupiamoci, occupiamoci». D. Che significa… R. «Per esempio fare sport, suonare uno strumento, giocare. Premetto che io sono iperattiva di natura. Tanto per dirvi, scio ancora adesso e ho appena imparato a suonare il piano. Ma di base è importante far capire ai nostri ragazzi quanto la vita sia interessante. Con i miei nipoti ci inventiamo le storie, costruiamo le barchette con le foglie…». D. Lei e le sue colleghe, tata Francesca e tata Adriana, siete pluridiplomate. Tutti i bimbi dovrebbero essere affidati a personale specializzato? R. «Mentre mia mamma era al lavoro, io stavo con una vicina di casa anziana e modestissima, da cui mangiavo soltanto minestra, ma che mi ha insegnato a giocare a rubamazzetto. Ecco la tata che augurerei a tutti!».
01/10/2009 CHI Pag. 86
N.40 – 7 OTTOBRE 2009
Ndr: Tata Lucia, anzi Lucia è un’amica dell’AIFA Onlus, e a volte incontra qualche nostro gruppo di mutuo aiuto. E’ una persona splendida con ancora tanti sogni, uno in particolare: creare una scuola dove i bambini affetti da ADHD trovino un’accoglienza adeguata alle loro difficoltà.

ARTICOLI DI INTERESSE VARIO
IN LOMBARDIA PREZZI CONTROLLATI PER LE SEDUTE DALLO PSICOLOGO
Un pacchetto da tre sedute a prezzi controllati che vanno da 90 euro per uno psicologo a 120 per lo psicoterapeuta. E’ questa l’iniziativa lanciata dall’Ordine lombardo degli psicologi in occasione dell’apertura della Settimana del benessere psicologico, in programma da oggi al 31 ottobre con consulenze gratuite in oltre mille studi della regione. Gli psicologi lombardi stanno siglando protocolli d’intesa con enti, istituzioni e aziende per dare al maggior numero di persone possibile, l’opportunita’ di rivolgersi, in caso di bisogno, a uno ‘specialista della mente’, senza dover affrontare grossi impegni economici. Prima ad aderire al progetto ‘Psicologia a prezzi calmierati’ e’ stata la Guardia di finanza, che ha gia’ siglato l’accordo attivo da novembre, mentre sono in cantiere altre intese con l’ordine degli avvocati, degli architetti e dei commercialisti. Intese che permetteranno ai professionisti e alle loro famiglie l’accesso alle ‘offerte’ degli psicologi. La proposta prevede che l’utente convenzionato possa acquistare un pacchetto di tre consulenze (rinnovabile per un paio di volte agli stessi prezzi) e poi decidere, se necessario, di proseguire il trattamento con prezzi altrettanto calmierati. La regola e’ che un eventuale rialzo non superi il 20% della cifra iniziale. Sono gia’ 300 gli psicologi che hanno sposato il progetto dell’Ordine e i loro nomi sono consultabili sul sito www.opl.it. L’obiettivo e’ quello di avvicinare la psicologia alle persone e diffonderne un’immagine ‘amichevole’, rompendo il pregiudizio che sia una cosa da ricchi. Il progetto si affianca all’ormai noto ‘psicologo di quartiere’ che offre consulenze gratuite in diverse farmacie di Milano, allo psicologo scolastico e alle iniziative legate alla settimana del benessere psicologico che prevedono incontri gratis con lo psicologo in oltre mille studi lombardi La lista e’ consultabile sul sito www.opl.it/settimanabenessere mentre per informazioni sarà possibile chiamare al numero
800-430400.
www.sanitanews.it 19 OTTOBRE 2009

ATTENTI CON DUE PROTEINE
Ketty Areddia
C’è un’origine chimica nel disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (DDAI o ADHD, l’acronimo inglese).
Lo ha stabilito per la prima volta uno studio del Brookhaven National Laboratory di New York, che si è avvalso delle tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale (brain imaging). La ricerca, pubblicata sul Journal of American Medicai Assocìation, ha dimostrato che i pazienti che soffrono di deficit di attenzione e iperattività hanno livelli più bassi rispetto alla normalità di alcune proteine essenziali per sperimentare la motivazione e la ricompensa. «È un passo importante nella cura del deficit dell’attenzione e iperattività», ha commentato Nora Volkow, prima autrice dello studio, «perché spiega alcuni sintomi clinici del disturbo, come la mancanza di motivazione e anche la propensione di questi soggetti ad abusare di droghe e a diventare obesi, perché tendono a cercare compensazioni». Il team della Volkow ha analizzato 53 adulti con ADHD che non avevano mai ricevuto alcuna terapia farmaceutica e 44 adulti in salute. Hanno misurato tramite Pet (tomografia con emissioni di positroni) i marcatori del sistema dopaminico, regolatore dell’umore, in particolare due proteine, dopamina recettori e trasportatori, senza i quali la dopamina non può funzionare concretamente, e cioè non è in grado di influenzare l’umore. I pazienti con ADHD hanno mostrato bassi livelli di entrambe le proteine nelle due aree conosciute come nucleo accumbens e medio cervello, responsabili delle emozioni e delle sensazioni di motivazione e ricompensa. I disturbi dell’attenzione e iperattività, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, hanno una prevalenza dell’1 per cento nella popolazione compresa tra i 6 e i 18 anni.
03/10/2009 D Repubblica Pag. 158 N.665 – 3 OTTOBRE 2009
Commento del Dott. Samuel Cortese, neuropsichiatra infantile:
“l’ articolo è pubblicato su uno dei giornali più prestigiosi al mondo da un’ equipe estremamente nota e di alto livello scientifico…è un articolo molto importante che conferma quanto già si ipotizzava; ovviamente , vista la natura polifattoriale dell’ADHD, siamo ben lontani dall’aver messo insieme i pezzi del puzzle……e dall’aver trovato la “soluzione magica” “

BAMBINI IPERATTIVI, UNA DIAGNOSI DIFFICILE
Energici, agitati e magari anche geniali. Proprio come Valentino Rossi, il più celebre iperattivo plusdotato. Come garantirgli una crescita equilibrata? Se ne è parlato a una tavola rotonda a Pavia
I bambini e le bambine iperattivi sono agitati e distratti. Il loro comportamento è spesso “sopra le righe”. A casa come a scuola, perdono la concentrazione, si stancano e si annoiano facilmente, soprattutto quando passano da un’attività (non completata) a un’altra: «Dispongono di molta più energia rispetto agli altri bambini – ha spiegato la professoressa Rosa Angela Fabio, psicologa e docente di psicologia generale all’Università di Messina nel corso della tavola rotonda “Iperattività e plusdotazione: quali prospettive per una crescita equilibrata?”, il 7 maggio a Pavia -. Nel loro organismo il livello di sovraeccitabilità è molto elevato. Mi piace dire che, in loro, tutto è molto intenso».

L’iperattività però non si può standardizzare. Gli esperti identificano almeno tre tipologie diverse di iperattivi: i disattenti, dove prevale il deficit di attenzione; gli impulsivi, che tendono ad essere più aggressivi; e i combinati, che presentano entrambe le caratteristiche. In realtà si tratta di una sindrome molto complessa, che colpisce più i maschi delle femmine (il tasso di incidenza è di 5 a 1), con tantissimi fattori scatenanti e spesso associata ad altri tipi di disturbi come i disturbi della condotta e dell’apprendimento. Per questo la diagnosi non è semplice.

«L’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività, ndr) è spesso il campanello d’allarme di un disturbo più grave – ha sottolineato Luca Poma, portavoce del comitato Giù le mani dai bambini – come ad esempio l’intossicazione alimentare causata dai coloranti di classe E o un eccesso di metalli pesanti nel sangue (quali piombo e mercurio). Ma anche problemi di carattere ambientale a livello familiare. L’importante è non sottovalutarla». Non è facile però distinguere l’iperattività dalla semplice vivacità. La comunità scientifica da sempre si divide sulla sottile linea che separa il comportamento considerato “normale”, da quello invece ritenuto patologico. L’occhio vigile delle mamme però è prezioso: in genere, quando alla forte vivacità si combina anche un deficit di attenzione e comportamenti troppo impulsivi, è bene non sottovalutare il problema e contattare uno specialista.

Attenzione però a chiedere la somministrazione di uno psicofarmaco (talvolta sono gli stessi genitori a richiederne la prescrizione al medico, nella speranza che la “pillola miracolosa” risolva in un solo colpo tutti i problemi), perché non sempre serve: «L’importante è saper ascoltare i nostri figli e cercare di evitare un giudizio troppo soggettivo sui loro comportamenti», ha precisato la professoressa Emilia Costa, docente di psichiatria all’Università “La Sapienza” di Roma. Insomma, a volte basta ascoltare le esigenze del proprio bambino, magari lasciandolo semplicemente più libero di sfogarsi, senza limitarlo troppo nei movimenti.

E se oltre a essere iperattivo fosse plusdotato? Una parte di bambini iperattivi è anche plusdotata e cioè presenta un QI al di sopra della norma. Peccato che la scuola non sia quasi mai all’altezza.

«La presenza di bambini iperdotati è importantissima per lo sviluppo del capitale umano del Paese – ha detto Anna Maria Roncoroni, responsabile del Laboratorio di ricerca e intervento sul talento e la plusdotazione dell’Università di Pavia – ma è necessario che la scuola e lo Stato facciano la loro parte». Purtroppo nelle scuole italiane, salvo rari casi, non sono stati ancora previsti programmi specifici di aiuto e supporto per gli insegnanti. «Il problema è grave – aggiunge Rosa Angela Fabio – perché in questo modo i bambini plusdotati e iperattivi fanno fatica ad integrarsi a scuola e ad essere accettati. E questo crea in loro un ulteriore disagio».

I ragazzi iperdotati, dietro ai banchi, sono irrequieti e annoiati. Rispondono alla soluzione del problema di matematica, ancora prima che i compagni di scuola ne capiscano il procedimento. E intanto sfogliano libri, parlano e distraggono gli altri bambini. Con conseguente irritazione della maestra. «Questi ragazzi si annoiano in classe – ha proseguito Emilia Costa – ma è normale, perché spesso conoscono già quanto viene spiegato a scuola e soprattutto trovano poco interessanti e stimolanti per la propria creatività il modo in cui vengono trasmesse le nozioni».

I bambini plusodotati hanno un’elevatissima capacità di concentrazione, con un rendimento eccezionale: «Però questa concentrazione dura poco – ha puntualizzato Rosa Angela Fabio – perché gli iperdotati sono molto più sensibili agli stimoli esterni e quindi tendono a distrarsi. Se non vengono seguiti e capiti dall’insegnante, accade che si “accendano” improvvisamente (dando risposte geniali) e altrettanto velocemente si “spengano”, distraendosi o chiudendosi nel proprio mondo, perché non si sentono capiti. E’ la cosiddetta teoria dell’on/off (spento/acceso). Il rischio è che si “accendano” e “spengano” nel momento sbagliato, con scarsissimi risultati scolastici, nonostante l’elevato QI».

Psiche 20 maggio 2009
http://www.nostrofiglio.it/7-13-anni/scuola/bambini-iperattivi-diagnosi-difficile.html
autore Maddalena Montecucco
NdR: l’articolo pone l’attenzione su di una questione molto importante il fatto che per i ragazzi iperdotati la scuola italiana non sia in grado di accettarli e di integrarli. I programmi esistenti non sono in grado di aiutare gli insegnanti a gestire i ragazzi plusdotati e per questo iperattivi. Noi genitori di bambini ADHD conosciamo bene le mancate prese in carico, la mancanza di aiuto e le difficoltà dei nostri ragazzi nell’ambito scolastico, per cui non ci sorprende che l’inadeguatezza di tali programmi possa creare disagio anche a ragazzi plusdotati. I programmi sono predisposti per chi rientra nella norma e non per chi si colloca agli estremi anche se opposti. Infatti c’è da fare un distinguo. Per i ragazzi plusdotati ed iperattivi nell’articolo si parla di disagio, mentre nel caso di ragazzi affetti dal disturbo ADHD parliamo di vere e proprie disabilità, a volte handicap pur con un Q.I. nella norma. Tra disagio e disabilità la differenza è grossa, anzi è sostanziale.
Nell’articolo inoltre, si cita il disturbo ADHD per il semplice motivo che uno dei sintomi caratteristici dello stesso è l’iperattività. Lasciando intendere che tutti coloro che sono iperattivi siano affetti dal disturbo ADHD. L’iperattività in se per se è solo un sintomo, quello che è importante è l’idnetificazione della causa per capire se si tratta di semplice disagio o di disabilità.
Per quanto riguarda la questione delle “pillola miracolosa”, dell’”ascolto dei propri figli”, dell’”evitare un giudizio soggettivo dei comportamenti dei bambini”, del “lasciar più liberi di sfogarsi i bambini” ritengo questa una banalizzazione estrema della problematica qualora riferito a persone e famiglie che soffrono del disturbo ADHD.

ARTICOLI NO:
Disease Mongering/ A Genova il convegno dei medici contro gli ‘inventori di malattie
A poche settimane dalla storica sentenza di patteggiamento siglata dalla multinazionale farmaceutica Pfitzer®, condannata a 2,3 miliardi di dollari di sanzioni per comportamenti commerciali spregiudicati da parte dei suoi informatori scientifici e per corruzione di medici al fine di aumentare le prescrizioni, l’eccessiva aggressività del marketing del comparto pharma è stata oggetto di un convegno nazionale a Palazzo Tursi, organizzato in collaborazione con la rivista Diagnosi & Terapia ed il Comune di Genova, e con il patrocinio di Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova, Federazione Nazionale Ordini dei Medici ed Ordine dei Medici di Genova. Dopo i saluti istituzionali dell’Assessorato alle Politiche Socio-Sanitarie, del Presidente dell’Ordine del Farmacisti dott. Felice Ribaldone e del Presidente dell’Ordine dei Medici dott. Enrico Bartolini, sono stati proiettati spezzoni del recente documentario di RAI 3 “Inventori di Malattie”, ed i relatori hanno poi esaminato la pratica del “disease mongering”, la raffinata tecnica di marketing che prevede l’invenzione a tavolino di malattie al fine di vendere “blockbuster” farmaceutici come ilRitalin®,il Prozac®, il Tamiflu® ed altre molecole sempre più presenti negli armadietti dei medicinali di ogni famiglia della penisola, che è – per numeri assoluti – il 5° mercato farmaceutico al mondo. Stefano Scoglio, esperto nutrizionista e ricercatore, ha esaminato il caso dell’ADHD (la sindrome dei bimbi troppo agitati e distratti, curata con gli psicofarmaci per bambini Ritalin® e Strattera®, ndr): “L’iperattività è una case history di marketing su cui dobbiamo interrogarci, come denuncia il documentario di RAI 3, dato che siamo arrivati ad oltre venti milioni di ricette di metanfetamine all’anno con un giro di affari da miliardi di dollari. Esistono prodotti Ritalin-simili, di origine naturale, di comprovata efficacia e con bassissimi profili di rischio, ma dato che non sono brevettabili e quindi non si può ‘proteggere’ l’investimento, nessuno fa ricerca su queste molecole, penalizzando i piccoli pazienti: perché allora non ci pensa il Ministero della Salute? L’On. Alfonso Pecoraro Scanio – Presidente della Fondazione “Università Verde”, ospite inatteso del convegno – in un appassionato intervento ha detto: “Il ruolo di controllo delle associazioni rappresentative della società civile – come Giù le Mani dai Bambini (ente promotore del convengo, ndr) – è riconosciuto ed accettato dalle istituzioni pubbliche di molti paesi del mondo, tranne in Italia, dove è ancora visto con diffidenza. Ma le ‘lobby bianche’ devono mettersi in rete e fare fronte comune: le multinazionali del farmaco hanno strutture di PR e marketing efficientissime e sono presenti costantemente nei corridoi delle istituzioni che contano, e chi ambisce a contrastare queste pratiche di business troppo aggressive deve imparare ad organizzarsi quanto più possibile”
Gli ha fatto eco Enrico Nonnis, Psichiatra del Direttivo nazionale Psichiatria Democratica: “Questi prodotti salvano vite ed hanno allungato le aspettative di esistenza dell’uomo nell’ultimo secolo, ma non c’è nulla di nuovo quando parliamo di pressioni del marketing farmaceutico su noi medici, è giusto approfondire oggi ma scopriamo un pò l’acqua calda. Casomai riflettiamo sulla crisi identitaria di una certa classe medica, in particolare della neuropsichiatria infantile: è mai possibile che solamente il sollevare questi argomenti eticamente sensibili susciti reazioni forti e contrarie?” Nonnis ha anche commentato la case history del Disordine Disforico da Deficit Ansiogeno da Consunzione di Attenzione Sociale , una finta malattia – con tanto di Havidol®, un farmaco fittizio per curarla e sito internet per promozionarla – inventata provocatoriamente da un suo collega medico: “La verità è che noi medici siamo così bombardati di informazioni che a volte non sappiamo e non possiamo più distinguere tra quello che è marketing e quello che è vera scienza”.
Alberto Ferrando, pediatra e Vice-Presidente dell’Ordine dei Medici, ha detto in un’intervista video presentata ai convegnisti: “La salute è un’industria, fa gola a molti, e la pressione delle aziende farmaceutiche è certamente forte. L’iperattività ad esempio è stata descritta come una patologia frequente con un farmaco miracoloso che la cura: ma io come pediatra di famiglia dico che non esiste solo il disagio, esiste innanzitutto il bambino, ed ogni bambino è diverso da un altro, ed ogni approccio terapeutico quindi dev’essere diverso dall’altro. Ora le sirene dell’industria cercano di rivolgersi non solo più al medico, ma direttamente ai malati. Il disease mongering esiste, eccome, ed a volte noi medici neppure conosciamo questi meccanismi: ai colleghi più giovani ricordo che non esiste solo la scienza medica, c’è anche una scienza del marketing”. Federico Mereta, medico e giornalista, ha commentato del dettaglio l’intervista al dott. Ferrando, ed ha aggiunto: “E’ il sistema che è inquinato alla base: invece di intervenire per curare, pare che a volte l’obiettivo sia quello di creare surrettiziamente malessere, al fine di proporre poi soluzioni pronte per risolverlo, possibilmente che rendano molto denaro. Ad un’amica di mia figlia, di appena 11 anni, hanno somministrato gli ormoni della crescita perché non era ancora formata come le sue compagne. Una follia. Da medico contesto scelte come questa, da comunicatore percepisco l’ombra delle pressioni dell’industria, che condiziona surrettiziamente certe scelte di tutti i giorni di medici e genitori Emilia Costa, 1^ Cattedra Psichiatria all’Università “La Sapienza” di Roma, è intervenuta dicendo: “Ho la sensazione che siamo dinnanzi ad una complessa ed articolata strategia per il condizionamento del mercato della salute: la definirei un ‘ipnosi dolce’, che mira a convincere gli individui circa l’utilità incondizionata del farmaco. Non è più il dottore che cura il paziente, ma è solo il farmaco che lo cura: allora noi medici siamo diventati esclusivamente distributori di ricette?” Paolo Roberti di Sarsina, Dirigente di psichiatria ed esperto del Consiglio Superiore di Sanità, ha aggiunto provocatoriamente: “Tre quarti dei colleghi che hanno redatto il DSM (il catalogo diagnostico delle malattie mentali, ndr), hanno rapporti finanziari con le case farmaceutiche, più del 90% della ricerca scientifica è finanziato dall’industria, e oltre la metà del budget dell’Agenzia Europea del Farmaco è garantito dai produttori: ma di cosa dobbiamo parlare? Allora quello che io auspico è una pandemia, certamente, ma di consapevolezza… Per questo ho accettato di venire qui oggi, per interrogarci su queste tematiche delicatissime e fare informazione in modo indipendente ed eticamente responsabile” Franco De Luca, medico ed autore del libro “Bambini e (troppe) malattie”, ha aggiunto che “…Il problema non sono le industrie che spingono alla follia sulle leve del marketing per svuotare i magazzini di vaccini contro l’influenza A: il problema sono gli Stati che ne acquistano decine di milioni di dosi. Cosa possiamo fare noi medici? Dare segnali chiari: rinunciare ad omaggi e regalie, privilegiare corsi di formazione non sponsorizzati dalle industrie, dichiarare sempre – se esistono – i legami finanziari con i produttori, richiedere a gran voce la pubblicazione delle ricerche scientifiche sui farmaci anche e hanno avuto esito negativo”. Luca Poma – uno degli organizzatori dell’evento, giornalista, esperto di comunicazione del settore pharma e portavoce di “Giù le Mani dai Bambini®”, il Comitato di università, ordini dei medici ed associazioni di promozione sociale divenuto famoso per la battaglia contro l’abuso di psicofarmaci sui bambini – dopo aver moderato gli esperti ha chiuso così la giornata: “Un recente rapporto di Business Insights, una delle più note riviste destinate ai dirigenti del settore pharma, dice che la capacità di ‘creare mercati per nuove malattie si traduce in vendite’ e che ‘una delle migliori strategie consiste nel cambiare il modo in cui la gente percepisce i propri disturbi’. Li si deve convincere – ricorda Poma, citando il report – che i problemi accettati fino ad oggi come un fastidio sono ora ‘degni di un intervento medico’ Il rapporto mostra un notevole ottimismo in relazione al futuro finanziario dell’industria farmaceutica”, ha concluso Poma: “Gli anni futuri saranno i testimoni privilegiati della creazione di malattie patrocinate dalle industrie”
10/10/2009 Affari Italiani Sito Web