========= AIFAnewsletter n.96 del 11/11/2004 =============================
In questo numero:
1. UN NUOVO MANUALE PER I GENITORI (e non solo) SULL’ADHD
2. ADHD E SCUOLA
3. RASSEGNA STAMPA
4. NON SOLO ADHD….
5. DICONO ANCHE QUESTO DI NOI….
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1. UN NUOVO MANUALE PER I GENITORI (e non solo) SULL’ADHD
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Si tratta di un testo unico in Italia la cui traduzione ed elaborazione dal
tedesco è stata realizzata per l’impegno della Prof.ssa Silvia Juliani,
referente AIFA per Firenze.
Il testo sarà disponibile a Roma il 20 novembre p.v. in occasione del 3°
Convegno Nazionale AIFA, assieme agli altri testi e video prodotti
dall’Associazione.
L’AIFA è grata alla Prof.ssa Juliani per aver portato in Italia un testo
molto importante:
C.NEUHAUS, “GLI ADOLESCENTI IPERATTIVI E I LORO PROBLEMI”.
I nostri bambini-ADHD diventano ben presto adolescenti-ADHD e ciò comporta l
‘insorgere di nuovi problemi legati a questa età per tutti così difficile. L
‘iperattività recede? Spesso è così, ma ecco dunque sopraggiungere
richieste pressanti di autonomia, insofferenza nei confronti di ogni
controllo, atteggiamenti oppositivi che nessun “sistema a punti” riesce a
domare.
Nel panorama editoriale italiano non esistono ancora pubblicazioni
specifiche sugli adolescenti ADHD ed è per questo motivo che come genitori
AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD) abbiamo avvertito il bisogno di
rivolgerci ad esperienze europee a noi vicine che fossero avanzate nella
ricerca e nel trattamento della sindrome, traducendo un manuale rivolto ai
genitori di adolescenti ADHD e a tutti gli educatori che vivono intorno a
loro.
L’autrice del volume Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi è la Dott.
Cordula Neuhaus, pedagogista clinica e psicoterapeuta comportamentale che
svolge da più di quindici anni la sua attività ambulatoriale e didattica a
Stoccarda, Bad Duerckheim e Tubinga. E’ inoltre membro del direttivo del
Forum ADD, partecipa ai congressi della CHADD, ha redatto libri e articoli e
tiene corsi di formazione per psicoterapeuti e per insegnanti.
Il manuale, uscito in Germania presso la casa editrice Urania Ravensburger
nel 2000, presenta innanzitutto le diverse forme del disturbo, ne spiega le
cause, illustra i più recenti interrogativi scientifici, i risultati della
ricerca, le modalità per eseguire una diagnosi e i relativi approcci
terapeutici.
I disturbi che permangono con la crescita sono soprattutto l’impulsività e
il deficit di attenzione, mentre l’infantile iperattività si evolve in un
senso d’inquietudine interiore.
Scrive Mara, che adesso ha già 30 anni:
“Non so come sarei e chi sarei senza ADHD. Non dipende solo dalla storia
passata. Le cose che amo o che odio sarebbero diverse. Così quello che so o
che non so fare. So solo che sono felice quando c’è un po’ di movimento.
Quando i miei occhi, le mie gambe, la mia bocca hanno qualcosa da fare. Che
per me non è mai abbastanza. Che sto sospesa nel tempo come un bambino.
Tutto questo è l’ADHD e io sono questo. Anche le mie frustrazioni, le mie
idiosincrasie, le mie inclinazioni, la mia disperazione, i miei ricordi.
Tutto dev’essere colorato e accecante. Amo l’autostrada. Odio andare in
treno.
Devo mettere sempre in moto qualcosa, questo è l’ADHD e questa sono io.
Ho solo questa vita. Non posso cambiare granché. Solo la mia consapevolezza
e in ogni modo la speranza di non mettermi più i bastoni fra le ruote da
sola e di non pestare più i piedi agli altri, di
dire quello che voglio dire e non sempre quello che sul momento mi viene in
mente.”
Una tale struttura caratteriale provoca difficoltà d’integrazione e inibisce
notevolmente le capacità di prestazione negli studi o nel campo
professionale.
Neuhaus descrive dettagliatamente in base alla propria esperienza come
terapeuta la vita quotidiana degli adolescenti ADHD, le preoccupazioni dei
genitori, la difficoltà nella comunicazione, l’inutilità delle punizioni e
fornisce poi una ricca serie di suggerimenti concreti su come affrontare la
convivenza e come portare avanti il nostro ruolo educativo. Dà consigli su
come sia possibile una nuova forma di comunicazione, chiarisce come
stabilire regole comportamentali, spiega cosa fare nei litigi coi fratelli,
aiuta a organizzare lo spazio, il tempo, i soldi. Inoltre l’autrice prende
in esame problemi particolari come la predisposizione alla violenza, l’
esposizione alla tossicodipendenza e l’insorgere di disturbi collaterali.
Particolarmente illuminante appare il capitolo “Scuola e apprendimento: un
incubo?”. Neuhaus ci dice qui cosa possiamo fare come genitori per aiutare i
nostri figli a studiare, come affrontare gli insegnanti, l’importanza di
individuare la figura di un “coach”, quali fasi di lavoro deve seguire il
ragazzo e quali strategie usare per poter apprendere con successo.
L’autrice dedica poi un capitolo all’evoluzione dopo l’adolescenza e alla
scelta della professione ed infine illustra i diversi trattamenti
terapeutici e il ruolo del parent-training.
Personalmente posso dire che ho desiderato tradurre questo libro perché
vorrei che aiutasse tanti altri genitori, ma non solo, anche insegnanti,
così come ha aiutato noi.
La cosa più bella che comunica Cordula Neuhaus è “il rovescio della
medaglia”, ovvero accanto a tutte le difficoltà che questi ragazzi
incontrano nel loro cammino, si evidenziano anche i loro talenti, le loro
qualità positive. Spesso sono proprio i loro lati “particolari” che si
rovesciano in positivo, la loro caparbietà si rivela tenacia nel raggiungere
un obiettivo, la loro “diversità” diventa capacità di andare controcorrente,
la loro impulsività potrà divenire intuizione e abilità nel risolvere con
prontezza situazioni critiche, quella frenesia interiore entusiasmo per le
cose interessanti ed energia creativa. Il nostro compito di genitori è
credere in loro e mettere in luce le loro doti, anche se la fatica
quotidiana ci induce spesso a fare il contrario.
Ringrazio Cordula Neuhaus per il suo prezioso lavoro e auguro a tutti una –
nonostante tutto!- felice lettura.
Il volume “Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi” uscirà nei prossimi
mesi presso la Casa Editrice Le Lettere di Firenze.
Silvia Juliani, Referente AIFA
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2. ADHD E SCUOLA
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Un nuovo e interessante documento rivolto soprattutto agli insegnanti è
on-line nel sito dell’AIFA. (http://www.aifa.it/articoli-ita.htm).
E’ grazie al contributo della Prof.ssa Silvia Juliani che da oggi è
possibile leggere in lingua italiana
“Un bambino con Sindrome da Deficit attentivo nella scuola. Cosa possono
fare gli insegnanti?”
Tratto da: E.Aust-Claus, P.M..Hammer, Das ADS-Buch.
Aufmerksamkeitsdefizitsyndrom. Neue Konzentrationshilfen für Zappelphilippe
und Träumer, Oberste Brink Verlag 1999
Traduzione di Silvia Juliani, referente AIFA Firenze
Un sentito ringraziamento alla nostra referente per l’impegno profuso nella
gratuità al fine di favorire la divulgazione del problema ADHD nel nostro
paese attingendo dalla letteratura europea.
Download: www.aifa.it/documenti/adhdscuola.zip
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3. RASSEGNA STAMPA
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Il Tirreno – “Difficoltà nel leggere scrivere e stare attenti”
Nella provincia di Massa Carrara sono attive alcune associazioni che si
occupano di problematiche quali la dislessia e l’ADHD. In particolare sono
segnalate l’Unità funzionale infanzia, il Laboratorio ausilii, l’
Associazione italiana dislessia e l’AIFA.
Difficoltà nel leggere scrivere e stare attenti
Il Tirreno 31/10/2004
Pagina 7 – Massa – Carrara – LA SCHEDA
CARRARA. La dislessia si presenta con dei tratti variabili. Denominatore comune: varie
difficoltà nel leggere e scrivere. Chi ne soffre non è colpito da deficit di
intelligenza ma si stanca rapidamente, commette errori e spesso ha problemi di scrittura.
Il “Disturbo da deficit di attenzione e
iperattività” (o Adhd dall’inglese Attention hyperactivity disorder) si
distingue dalla normale vivacità
dei bambini per alcuni indizi come: poca attenzione ai particolari,
difficoltà a mantenere attenzione
su compiti e giochi per tempi prolungati, problemi nell’organizzazione delle
attività, attendere il
proprio turno, interrompere chi parla.
In zona le strutture che si occupano di tali problematiche sono: Unità
funzionale infanzia, via
Bassa Tambura a Massa; Laboratorio ausilii, via Marina Vecchia a M. di
Massa, tel. 0585 42623;
Associazione italiana dislessia, Massa Carrara e Spezia, pres. Luciana
Fontana, 338 3186799;
Associazione italiana famiglie Adhd, referente Laurita Ricci, tel 0585
832121.
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La Sicilia – “Aggiornamento. Il disturbo dell’attenzione concluso ieri il
primo corso”
Si è concluso a Ragusa il primo corso di aggiornamento per docenti dedicato
al disturbo dell’attenzione e dell’iperattività organizzato dall’Aifa con il
contributo dell’istituto Berlinguer e del Provveditorato.
Aggiornamento Il disturbo dell’attenzione concluso ieri il primo corso
La Sicilia 29/10/2004
Ragusa. Si e’ concluso ieri pomeriggio il primo corso di aggiornamento
dedicato al disturbo
dell’attenzione e dell’iperattività organizzato dall’Aifa con il contributo
dell’istituto Berlinguer e del
Provveditorato. Il corso e’ stato rivolto ai docenti dell’istituto
Berlinguer di Ragusa con l’intento di
dare le indicazioni base per individuare in classe un potenziale bambino
Adhd. Dagli interventi dei
docenti e emerso la rilevanza che assume tale disturbo nella nostra
provincia nonche’ il disagio che
si crea nel gestire un problema così sconosciuto all’interno della classe.
“Ricordiamoci che un
bambino Adhd viene spesso emarginato ed etichettato come monello o
svogliato, insomma la
pecora nera – spiega Giovanni Bracchitta, presidente provinciale Aifa,
l’associazione che si occupa
dei bambini che hanno questo tipo di disturbo – In questo contesto il corso
è stato molto apprezzato
e seguito. Si e’ anche cercato di incentivare il rapporto scuola-famiglia”.
In tal senso l’Aifa si è resa
disponibile a veicolare eventuali famiglie segnalate presso centri di
riferimento per l’Adhd. “Ci si
auspica che questo evento non resti isolato ma diffuso a tutta la
provincia – spiega ancora
Bracchitta – al fine di permettere a questi ragazzi il proseguimento degli
studi come tutti gli altri ed
un più sereno inserimento nella società”. Soddisfatto anche il provveditore
Rocco Agnone: “Si e’
trattato di un corso che ha messo in evidenza la difficolta’ che hanno
alcuni ragazzi e che spesso il
mondo della scuola non e’ preparato a comprendere, etichettando gli alunni
come svogliati o
irrequieti. Abbiamo visto che non e’ cosi’ e senza dubbio il corso apre
nuovi percorsi rispetto a
questa vicenda. I docenti hanno mostrato massima attenzione verso il
problema e hanno anche
cercato di trovare efficaci soluzioni avviando contatti con l’Aifa e con
èquipe specializzate”.
Michele Barbagallo
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BBC online – “Excessive criers’ later problems”
Uno studio condotto dal US National Institutes of Health study ha confermato
i risultati ottenuti da uno studio analogo condotto nel Regno Unito nel
2002: i neonati che continuano a piangere in modo eccessivo senza motivo
possono avere dei problemi durante l’infanzia. In particolare è stato
riscontrato che il pianto eccessivo ed incontrollato è legato ad un
quoziente intellettivo più basso all’età di cinque anni; inoltre lo studio
inglese del 2002 aveva indicato un legame con lo sviluppo dell’ADHD.
Excessive criers’ later problems
BBC online 03/11/2004 00:24
Babies who continue to cry excessively for no obvious reason can go on to
have difficulties in
childhood, researchers have found.
Babies who continue to cry excessively for no obvious reason can go on to
have difficulties
in childhood, according to a new study.
Excessive, uncontrolled crying that persisted beyond three months of age was
linked with
behavioural problems and lower IQ at the age of five.
The US National Institutes of Health study, in Archives of Disease in
Childhood, supports prior UK
findings.
Experts said most crying was normal and parents should not be unduly
concerned.
Cry baby
The NIH team, working with researchers at the Norwegian University of
Science and Technology,
looked at 327 babies and their parents.
They assessed the babies’ crying patterns at six and 13 weeks of age and
whether or not the crying
could be explained by simple colic.
When the children were five years old, the researchers assessed their
intelligence, motor abilities
and behaviour.
” They don’t learn to calm themselves down, even with the best parenting ”
Professor Dieter Wolke, psychologist at Bristol University
The children who had continued to cry beyond three months of age as infants,
which was not due
to colic, had intelligence scores (IQs) nine points lower than the other
children studied.
Prolonged crying was also linked with poorer fine motor abilities,
hyperactivity and discipline
problems in childhood.
In 2002, a team of UK researchers, led by Professor Dieter Wolke at Bristol
University, found
children who had cried excessively as babies, beyond three months, were 14
times more likely to
develop attention deficit hyperactivity disorder (ADHD) and do worse at
school as eight year olds.
Professor Wolke said: “This confirms what we found.
“Now there really is more certainty there is really something going on.”
He believes the core of the problem is one of under-regulation.
“With ADHD you can’t regulate your attention. You can’t concentrate, for
example. The same thing
is happening with crying.
Picking up problems early
“With these babies, it may be that their brains are built in a way that they
have problems regulating
themselves. They don’t learn to calm themselves down, even with the best
parenting.”
He pointed out that most crying in babies was completely normal, and that
this excessive crying
linked to later problems occurred in only about 2-5% of cases.
” It’s very wearing to be looking after a baby who cries a lot ”
Heather Welford from the National Childbirth Trust
“But that’s still quite a lot of children – between 14,000 and 35,000
children per year in Britain
alone,” he said.
He said it might now be possible to pick up ADHD as early as six months and
intervene.
“These babies, because they are under-regulated, they need incredibly
regular routines.
“Some babies you can take to noisy parties and they will sleep and won’t
cry. But these babies, any
change to their routine and they can’t cope.
“A very strict, regulated parenting pattern but which is warm and loving
seems to reduce the
amount of crying.
“What we really need now is a good randomised controlled trial on a large
scale to look long term
whether intervention has an effect.”
Heather Welford from the National Childbirth Trust said: “This is very
interesting…and if their
findings are correct could affect one in 20 parents.
“Those parents must be having a very difficult time.
“It’s very wearing to be looking after a baby who cries a lot, who is not
giving you the positive
feedback that you need as a parent to let you know that you can tune in to
your baby and reassure
them.”
She said it might be that the crying hampered bonding between the parents
and the baby and this
contributed to the difficulties in later life.
“We know that a good close attachment between parents and babies is very
important for
intellectual and emotional development.”
She emphasised that in most babies, crying was normal and stopped by about
three months and
that support was available for parents.
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L’Adige – “I disturbi psichici degli studenti. Il 20% dei giovani in età
evolutiva presenta segni di insofferenza”
La dottoressa Costanza Giannelli, primario del reparto di neuropsichiatria
infantile dell’ospedale “Santa Chiara” di Trento conferma i dati delle più
recenti ricerche, che indicano che il 20% dei giovani in età evolutiva (3-18
anni) presenta qualche segno di insofferenza psichica. Giannelli suggerisce
alcune strategie di intervento che coinvolgano scuola, famiglia e
specialisti.
I disturbi psichici degli studenti Il 20% dei giovani in età avolutiva
presenta
segni di insofferenza
L’ Adige 02/11/2004
Il 20% dei giovani in età evolutiva (3-18 anni) presenta qualche segno di
insofferenza psichica. Uno
su cinque. In media tre, quattro o cinque alunni per ciascuna classe. Lo
evidenziano le più recenti
ricerche, lo conferma la dottoressa Costanza Giannelli, primario del reparto
di neuropsichiatria
infantile dell´ospedale “Santa Chiara”. Una situazione delicata che va
affrontata senza allarmismi
ma nel contempo senza forme di sottovalutazione. E soprattutto con
interventi progettati e realizzati
grazie alla convinta collaborazione fra scuola, famiglia e specialisti.
«In realtà – precisa Costanza Giannelli – il forte aumento non dipende dal
fatto che oggi ci si ammala
di più; più semplicemente le continue campagne informative hanno fatto
emergere un disagio prima
nascosto o non rilevato». Negli adolescenti, quelli cioè che frequentano le
superiori, l´incidenza
delle psicopatologie è del 12%. I problemi lievi colpiscono il 6% della
popolazione compresa fra i 14
e i 18 anni; i problemi più gravi coinvolgono un altro 3% mentre l´1% degli
adolescenti si trova
addirittura in una condizione che richiede il ricovero.
«La situazione di disagio degli studenti delle superiori va seguita con una
costante attenzione -spiega
la dottoressa – perché tali patologie possono in alcuni casi portare al
suicidio o alle morti
dovute ad abusi (alcolismo o tossicofilia). La scuola purtroppo tende prima
a sottovalutare questi
gravissimi episodi e poi a rimuoverli. Dovrebbe invece diventare promotrice
di riflessioni e
approfondimenti, utilizzando anche gli spunti che provengono dalla poesia,
dalla letteratura, dalla
musica e dall´arte. Gli adolescenti non possono essere abbandonati. E
inoltre la scuola non deve
rivolgersi subito all´ospedale senza contattare le famiglie. Esiste innanzi
tutto un problema di tutela
della privacy e poi, in particolare, le difficoltà dei giovani vanno
condivise con le famiglie dei
minorenni».
Per aiutare i ragazzi in situazioni problematiche, nei primi mesi del 2005
sarà aperta in provincia
una nuova struttura, una comunità per adolescenti che si collocherà in una
posizione intermedia fra
casa, scuola e ospedale. Uno dei principali obiettivi sarà quello di evitare
l´abbandono scolastico,
vissuto spesso come una sconfitta. «Una scommessa per la quale mi sono
battuta fin dal mio arrivo
a Trento – dichiara Costanza Giannelli – e che ora vedrà finalmente la
luce».
Senza intento polemico, la dottoressa è convinta che la qualità
dell´attenzione verso i giovani sia in
parte carente; un contesto mancante di una reale politica a favore degli
adolescenti si tradurrebbe
in una loro minore vivacità rispetto ai coetanei di altre regioni (prima di
giungere a Trento, il primario
ha prestato servizio in Toscana e in Emilia).
Fra gli adolescenti più giovani (quelli cioè che frequentano elementari e
medie) sta emergendo l´
ADHD, il disturbo da deficit di attenzione con iperattività, che coinvolge
il 3% della relativa fascia
d´età. «La scuola – spiega il primario di neuropsichiatria infantile – deve
conoscere il disturbo,
osservare gli alunni e capire quando inviarli al nostro centro. Se i bambini
non vengono trattati per
tempo, si rischia un´evoluzione che può portare a comportamenti asociali in
età adulta».
Prevenzione e monitoraggio dei disturbi dell´apprendimento costituiscono uno
dei principali impegni
del reparto diretto dalla dottoressa Giannelli. «I sintomi premonitori –
sostiene il primario – sono
infatti riscontrabili già a tre, quattro anni. Un intervento precoce con
opportune terapie riabilitative
può dare ottimi risultati anche in termini psicologici».
Da tempo è in vigore un protocollo d´intesa che favorisce la collaborazione
con le scuole e che ha
finora consentito di promuovere numerosi incontri informativi. «Tutte le
iniziative – precisa la
dottoressa – vengono effettuate per mettere le nostre competenze
neuropsichiatriche a disposizione
degli insegnanti che devono poi tradurle in scelte didattiche. Non vogliamo
infatti sostituirci ai
docenti (che hanno un compito delicatissimo), ma fornire un contributo
medico specialistico per il
bene degli adolescenti». Fra l´altro il reparto rilascia le certificazioni
previste dalla legge 104. In
questo modo viene validato il supporto che le scuole devono garantire sia
come docenti di sostegno
sia come strumenti integrativi.
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BBC online – Hyperactivity drugs found wanting”.
È stata lanciata nel Regno Unito una campagna di aiuto per le famiglie con
figli ADHD promossa dall’ ADDISS, The National Attention Deficit Disorder
Information and Support Service. Una ricerca indica che i bambini che
soffrono di ADHD turbano la vita familiare soprattutto la mattina e la sera
ed i genitori lamentano che i farmaci attualmente in commercio risultano
inefficaci proprio in questi momenti critici. Per aiutare i genitori in
difficoltà sono stati attivati un numero di telefono ed un indirizzo e-mail.
Hyperactivity drugs found wanting
BBC online 03/11/2004 00:33
Parents of hyperactive children say drugs often fail to damp down symptoms
at crucial times of day.
Parents of hyperactive children say drugs often fail to damp down symptoms
at crucial
times of day.
Research suggests children with Attention Deficit Hyperactivity Disorder
disrupt family life most in
the mornings and early evenings.
Doctors believe current treatments should be effective at these times – but
a study found this often
does not tally with parents’ experiences.
An ADHD 24/7 campaign has been launched to provide practical help.
ADHD affects an estimated 3-7% of school-aged children – roughly two
children in every classroom.
Symptoms include inattention, hyperactivity and impulsiveness.
Survey findings
Almost half of parents agree that ADHD has had a severe impact on family
life as a whole, limiting
family activities and outings 53% of families avoid going out to public
places and 23% avoid eating
out 39% of parents experience difficulty getting their child with ADHD
dressed and ready for school
59% say their child finds it difficult to sit through breakfast 68%
experience difficulties getting
equipment ready for school 53% of families avoid going out to public places
and 23% avoid eating
out
A study conducted to tie in with the new campaign found that 85% of doctors
believe that current
ADHD treatments should control symptoms from 8am to 9am, whereas just 62% of
parents agree
that this is the case in reality.
Similarly, 60% of doctors expect treatments to still be effective from 5pm
to 7pm – but just 45% of
parents feel that symptoms are under control at this time.
Although most parents and doctors agree that ADHD medication completely
wears off between
7pm and 9pm, for a significant minority of parents (17%), symptom relief has
already ended by 5pm.
The research also found that over 90% of parents believe their child’s ADHD
has a moderate or
severe impact on family life
Big impact
Dr David Coghill, senior lecturer in child and adolescent psychiatry at the
University of Dundee,
said: “ADHD is a 24-hour condition and the busiest times of the day for the
family – mornings and
evenings – can be the most stressful for parents and children alike.
“As a result, we know that affected children can miss out on friendships,
after-school activities and
hobbies whilst family time is constantly disrupted.
“The daily and constant chaos that ADHD can cause impacts not only on the
development of the
child with the disorder, but also affects his or her siblings, the wider
family, school and community.”
Dr Morris Zwi, a consultant child and adolescent psychiatrist at the
Richmond Royal Hospital,
London, told the BBC News website that commonly prescribed ADHD
medications – such as
methylphenidate and dextro-amphetamine – were short lasting.
He said medication could not be taken later on in the day because it often
affected sleep.
“I always tell parents that medication will help their child at school
predominantly and that they will
not see much of the benefits, except at weekends.”
Andrea Bilbow, chief executive of ADDISS added: “ADHD affects everybody in
the family, not just
the diagnosed child and this is especially true at the most stressful times
of the day before
medication takes effect and after it has worn off.
“This campaign will hopefully raise awareness of the family impact of ADHD
and by giving practical
advice and support, will help to take the pressure off some of the day’s
stress points.”
It will offer practical hints and tips and contact details for organisations
that can help.
An information leaflet is available by telephoning 01256 315999 or emailing
ADHD@familystresspoints.co.uk
The survey involved 70 paediatricians, 55 child and adolescent
psychiatrists, 101 parents of
children with ADHD who were receiving treatment for the condition and 147
parents who know a
child with ADHD.
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La Nazione – “WPA, il convegno dell’associazione psichiatrica mondiale”
Si è aperto ieri (10/11/2004) a Firenze il Congresso della Società mondiale
di psichiatria (Wpa). Si è discusso di due recenti studi epidemiologici
sulla prevalenza dei disturbi mentali in Italia e in Europa, dai quali è
emerso che due persone su dieci sono a rischio di ammalarsi di qualche
patologia mentale, più o meno grave, nel corso della loro esistenza. Tra le
patologie vi sono i disturbi d’ansia, la depressione, i disturbi di
personalità e del comportamento alimentare.
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4. NON SOLO ADHD….
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Disordini pervasivi dello sviluppo ed autismo: utile il risperidone.
Il risperidone risulta ben tollerato ed efficace nel trattamento di sintomi
comportamentali associati a disordini pervasivi dello sviluppo (PDD) ed
autismo. Ad oggi, non vi sono interventi farmacologici diretti ai deficit
centrali del profilo PDD: il risperidone è un antagonista dei recettori sia
della dopamina che della serotonina. Soprattutto usato ai dosaggi più bassi,
il risperidone non determina i sintomi extrapiramidali significativi che
hanno limitato l’uso degli agenti convenzionali. Esso si è rivelato efficace
nell’alleviare irritabilità, iperattività/mancanza di compliance,
espressione inappropriata, letargia/asocialità, comportamento stereotipato,
problemi di conduzione, insicurezza/ansia, comportamenti eccessivamente
sensibili ed i sintomi identificati come i più problematici. Gli esiti
incoraggianti ottenuti con questo agente offrono nuove speranze per la
gestione dei sintomi comportamentali mostrati nella PDD. (Pediatrics.
2004;114:e634-e641)
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5. DICONO ANCHE QUESTO DI NOI….
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Associazioni, varie ed eventuali
http://www.nsoe.com/fdd/testi03/associazioni.php
La libertà di associazione (art. 18) così come la libertà di esprimere la
propria opinione tramite la parola, lo scritto, eccetera (art. 21) sono
sancite dalla Costituzione Italiana e, con articoli diversi, dalle
Costituzioni democratiche occidentali.
Ci sono associazioni che
trovano il tempo di fare un esposto per impedire ai bambini di giocare con
gli yo-yo, i “pericolosi” giocattoli che potrebbero improvvisamente animarsi
e attorcigliarsi attorno al collo di bimbi indifesi e provocarne la morte
per soffocamento. In questo mondo dove si da’ il Ritalin ai bambini “vivaci”
per calmarli ed uniformarli allo standard scientifico-moralistico vigente,
lo yo-yo diventa un qualcosa di pericoloso, da denunciare all’autorità
giudiziaria. Qualcuno dovrebbe informare questi signori che la vita è in sé
un’attività “pericolosa”, specialmente quando circolano personaggi che non
vogliono far giocare i bambini con gli yo-yo.
E a proposito di Ritalin, ci sono anche associazioni, vedi l’A.I.F.A.
Associazione Italiana Famiglie ADHD (il cui presidente è il dott. Raffaele D
‘Errico, colui che ha portato l’ADHD in Vaticano) che si indignano perché
nella puntata di “Un medico in famiglia” andata in onda il 6 aprile 2003 su
RAI Uno, nonno Libero – personaggio chiave della fiction – si è schierato
contro il Ritalin e gli psicofarmaci somministrati con leggerezza ai
bambini. Nella lettera di protesta che l’A.I.F.A. ha inviato alla RAI e a
varie autorità, fra cui l’On. Prof. Antonio Guidi presso il Ministero della
Salute, il Direttore della CUF Dott. Nello Martini e il tribunale dei
Diritti del Malato, si legge:
«La puntata di “Un medico in famiglia” andata in onda il 6 aprile ha
purtroppo presentato in modo totalmente errato e fuorviante il delicatissimo
tema del Disturbo da deficit d’attenzione/iperattività, generando in molti
genitori che ci hanno contattato a seguito della trasmissione idee
completamente erronee dal punto di vista scientifico e paure immotivate.
L’ADHD, sigla esplicitamente citata dal “medico” nel corso della puntata,
non è, come si è voluto far intendere dalla trasmissione, la semplice
vivacità o la distrazione peraltro tipica nei bambini, ma un vero e proprio
disturbo di natura neurobiologica che impedisce a chi ne è affetto di
selezionare gli stimoli ambientali, di pianificare le proprie azioni e
controllare i propri impulsi.
Il Disturbo da deficit d’attenzione/iperattività, tanto comune quanto poco
conosciuto tra gli stessi medici, neuropsichiatri e psicologi in Italia, è
il disturbo neuropsichiatrico dell’età evolutiva più studiato nel mondo, la
causa maggiore di disturbi della condotta e un importante fattore predittivo
di insuccesso nella vita, con un’elevata prevalenza nell’età scolare che
secondo numerosi studi epidemiologici non risulterebbe inferiore al 3%.»
Per par condicio su detti studi epidemiologici e su come vengono condotti
rimandiamo il lettore all’articolo Droga di Stato a scuola. Inoltre si
precisa che l’A.I.F.A. stessa definisce l’ADHD «. una malattia che non si
vede, non si tocca, non si evince da una radiografia.», pertanto non
comprendiamo come si possa predire il futuro insuccesso nella vita di un
bambino: sono andati a scuola dal maestro Do Nascimiento e dalla Wanna
nazionale?
Mentre i Padri Fondatori della Costituzione Italiana vollero darci la
possibilità di associarci liberamente e di esprimerci altrettanto
liberamente senza il pericolo di venire “manganellati” dalle camicie nere
(ma potrebbero essere rosse, verdi oppure, di questi tempi, dai camici
bianchi), la stupidità e l’arroganza umana ha portato all’uso indiscriminato
di questi diritti per “manganellare” in qualche altro modo gli avversari,
quelli che la pensano in maniera diversa, o per imporre agli altri il
proprio pensiero “scientifico-moralizzatore”.
Succede quindi che uno sparuto gruppo di persone possa far accettare dal
Parlamento Italiano ed imporre per legge l’uso di psicofarmaci nelle scuole
italiane, scavalcando concetti e diritti secolari come la patria potestà:
ora la patria potestà sui bambini ce l’hanno loro, i dottori delle
neuroscienze. Oppure succede che un altrettanto sparuto gruppo di persone
che hanno subito la perdita di un proprio congiunto a causa di qualche
scriteriato alla guida di un veicolo, possano unirsi in associazioni e,
motivati e guidati dal dolore e dal rancore, possano intrapprendere quelle
azioni di “lobbing” necessarie per far passare leggi e regolamenti che
“puniscano” chiunque guidi un veicolo, reo di guidarlo e di essere vivo.
Le attività di questi gruppuscoli assumono peraltro un valore enorme agli
occhi degli amministratori e legislatori fatti oggetto delle attenzioni di
dette associazioni, in quanto normalmente non esiste una contraparte a
contrastare la loro spinta “moralizzatrice”. Infatti i genitori dei bambini
in età scolare sono per lo più ignari delle attività dell’A.I.F.A.; occupati
a lavorare per mantenere la propria famiglia, non ci pensano proprio a
riunirsi in associazioni per difendersi da altre associazioni tipo A.I.F.A.
che mirano ad entrare nello loro case e nella vita dei loro figli a dettar
legge ed imporre pillole. Né gli automobilisti in genere sono consapevoli
dell’esistenza delle “Associazioni Famigliari e Vittime della Strada” o cose
simili, e non ci pensano proprio a creare una “Associazione degli
Automobilisti Perseguitati dai Famigliari e Vittime della Strada”. La
faccenda, per quanto ridicola, funziona proprio così.
Si arriva quindi al paradosso di una minuscola minoranza che, protetta dal
diritto di associazione, detta legge e controlla una enorme maggioranza
ignara. È evidente, a nostro avviso, che c’è qualcosa di sbagliato in tutto
questo.
Lasciate che i bambini vengano a me.
http://www.nsoe.com/fdd/testi02/psicochiesa.php
Con questa frase Gesù esortava coloro che potremmo definire gli addetti alla
sicurezza e all’ordine del tempo, di permettere che i bambini lo
circondassero con le loro urla, i loro schiamazzi e la loro gioia di vivere.
Naturalmente i tutori dell’ordine stavano invece tenendo i bambini lontani
poiché innatamente incapaci di ubbidire o di stare in fila in silenzio come
fanno gli adulti. Pur nella loro ottusità, quei tutori dell’ordine sapevano
che la disubbidienza, la vivacità, l’essere scanzonati sono caratteristiche
proprie della giovane età, vivaddio!
Questi insegnamenti sono contenuti nel Vangelo e dovrebbero essere
conosciuti dai cattolici, specialmente da quelli praticanti.
Il dottor Raffaele D’Errico – Pediatra, e la moglie dottoressa Giulia
Rossana Riccio – entrambi promotori del Progetto ADHD Parents for Parents e
curatori del sito www.erredi.it, sembrano pensarla in modo diverso e sul
loro sito, oltre a declamare le proprie virtù di credenti praticanti,
promuovono con veemenza il Progetto Ritalin, la cosiddetta pillola dell’
obbedienza, per sconfiggere quel “terribile male” che ha colpito uno dei
loro figli, suffragando il loro impegno “sociale” con un’udienza avuta dal
Santo Padre per “benedire” il Progetto. Sul loro sito l’evento viene così
raccontato:
Presentazione al S. Padre Giovanni Paolo II del Progetto ADHD “Parents for
Parents”
Raffaele D’Errico e Giulia Riccio – 20 ottobre 2001
“Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza,
lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di
servizio! Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore, senza la minima
divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme si
inginocchiano e insieme fanno digiuno. S’istruiscono l’un l’altro, si
esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda. Stanno insieme nella santa
assemblea, insieme nella mensa del Signore, insieme nella prova, nella
persecuzione e nella gioia”.
«Sono le parole di Tertulliano, scrittore cristiano dei primi secoli. La
famiglia comincia dall’intimità della vita coniugale, dal sacramento con cui
la Chiesa benedice due persone che si scelgono per la vita. Ascoltiamo la
testimonianza di una coppia che ha fatto questa scelta.
Santo Padre, siamo qui per testimoniare la nostra esperienza di sposi
cristiani, di chi come noi ha creduto nell’Amore e condivide quotidianamente
tutte le difficoltà, le sofferenze i momenti di stanchezza, ma anche i
momenti di grazia della vita.
Dopo 13 lunghi anni di fidanzamento, 11 di matrimonio, con i figli che il
Signore ha voluto donarci, siamo qui a raccontare che due persone così
diverse, possono misteriosamente continuare ad amarsi per tanto tempo, con
un amore che è sempre nuovo e sempre bello.
Noi viviamo l’esperienza impegnativa di un figlio “problematico”, che ci ha
spinto a chiederci perché, e perché proprio a noi. ADHD. È l’acronimo di un
disturbo molto diffuso in tutto il mondo e che colpisce circa il 4% dei
nostri bambini, di quelli che ci scorazzano attorno tutti i giorni, bambini
difficili, iperattivi, che nessuno vorrebbe tenere: irascibili, in continuo
movimento, sempre disattenti, che infastidiscono i compagni in classe, in
palestra, alle feste, nei negozi. Sono bambini spesso dotati di grande
intelligenza e intuitività, ma che a scuola proprio non rendono che vanno
seguiti con amore, dedizione, attenzione, generosità. Con tanta pazienza.
Abbiamo avuto la fortuna di ricevere la giusta diagnosi e di intraprendere l
‘opportuna terapia, ma il massimo dei risultati è arrivato quando abbiamo
capito che la migliore cura era l’affetto, il calore umano e la dedizione ai
figli nella vita quotidiana, facendo così “grandi le cose di tutti i
giorni”.
Abbiamo così imparato che dietro ad ogni esperienza, apparentemente brutta,
dolorosa, che ti spinge a caricarti di una croce talvolta forse troppo
pesante, si nasconde sempre un misterioso disegno che è intriso di un amore
profondamente misterioso.
Per i genitori di bambini ADHD la vita quotidiana diventa troppo spesso un
calvario e una dura prova, che può mettere in crisi la coppia per le
incomprensioni, le difficoltà e l’emarginazione sociale a cui per anni sono
sottoposti. Noi abbiamo sentito la necessità di essere vicini a quelle
famiglie e a quei bambini che vivono la nostra stessa esperienza. È nato
così il nostro impegno per sostenere e aiutare i bambini affetti da ADHD e
soprattutto le loro famiglie, cercando di riportare la gioia e la serenità
in chi, fino a quel momento, aveva creduto di vivere un triste e immutabile
destino.
Non è una strada facile, è un cammino quotidiano fatto di cadute, di fatica,
di sofferenza. Ma siamo qui a testimoniare che come noi esistono tante altre
coppie, tante famiglie che vivono con dedizione e semplicità questo
cammino.Ê Chiediamo la Sua preghiera Padre Santo e ci sentiamo sostenuti
dall’amore di chi, più di ogni altro, ci ha insegnato che dalla disperazione
e dal dolore può nascere la speranza e la gioia».
I coniugi D’Errico hanno detto al Santo Padre che l’ADHD colpisce il 4% dei
nostri bambini, il che su scala nazionale significherebbe almeno 350mila
casi di bambini affetti da ADHD. Tuttavia in un articolo del quotidiano Il
Resto del Carlino dell’11-10-2002, leggiamo che:
Secondo Franco Tancredi, presidente della Società italiana di pediatria (la
stessa Società alla quale D’Errico vanta l’appartenenza), la sindrome ADHD è
invece «una patologia abbastanza rara e i casi, in Italia, non sono più di
250». Il vice ministro della Salute Antonio Guidi, dal canto suo, ammonisce:
«Guai se gli psicofarmaci diventano una scorciatoia per genitori e
insegnanti».
Giuseppe Dall’Acqua, direttore del Dsm di Trieste, dice che: l’abuso,
esploso in termimi di autentico problema sociale negli Usa, è dietro l’
angolo: «Sono assolutamente contario all’uso di qualsiasi psicofarmaco come
routine e prevenzione: utilizzare il Ritalin per prevenire l’ADHD è, come li
definiva Basaglia, un crimine di pace».
Secondo la Drug Enforcement Agency, il commercio del “Ritalin” «rappresenta
uno dei maggiori business di tutto il mercato farmaceutico». Negli Stati
Uniti, da anni, tiene banco la polemica, alimentata anche da cause civili,
contro la cosiddetta «pillola dell’obbedienza». Ora si parla apertamente di
abuso perché sono almeno 10 milioni i bambini e gli adolescenti trattati con
questo farmaco. Si è passati infatti dalle 2,8 tonnellate vendute nel 1990,
alle 15,3 tonnellate vendute nel 1997. Si calcola che solo in cinque anni,
tra il ’90 e il ’95, le vendite del “Ritalin” siano aumentate del 600%, con
un fatturato annuo che supera i 2 miliardi di dollari. (Il Resto del
Carlino, 11-10-2002)
“I bambini hanno l’argento vivo addosso” dicevano i nostri saggi vecchi.
Come mai i cattolicissimi coniugi D’Errico scambiano la vivacità dei piccoli
con una forma di malattia mai dimostrata? Eppure il dottor D’Errico è un
pediatra, e di bambini dovrebbe capirne qualcosa. Invece i dati da lui
promossi vengono screditati dal presidente dei pediatri italiani, nonché
dalla maggioranza della comunità scientifica mondiale. Per contro, è certo
che “la malattia” in questione è un business colossale. Come lo spiega tutto
ciò il D’Errico alla propria coscienza?
E come mai il Santo Padre, e il suo entourage, da credito a queste “malattie
dei fanciulli” con tanto di udienza, e si fa (involontariamente?) sponsor
della Novartis e dell’industria psicofarmaceutica, anziché rimandare la cura
dei problemi dell’anima a pratiche più spirituali tipo l’amore, la
comprensione e la tolleranza? Qual è, infine, il target? Generazioni future
“ubbidienti” e tutte “in fila per tre?”. Noi non siamo d’accordo!