========== AIFAnewsletter n. 173 anno VII del 24/12/2009 ====================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.
In questo numero:

1. LETTERA DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
2. ISFAR: WORKSHOP 30 E 31 GENNAIO 2010: Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività – STRATEGIE CLINICHE E DIDATTICHE
3. ISTITUTO BECK:  CORSO DI PARENT TRAINING su ADHD – CASERTA 12 E 13 EBBRAIO 2010: “Temperamento, Genitorialità e Nuove prospettive cliniche”
4. 
INCONTRI DI AUTO MUTUO AIUTO tra genitori di bambini con ADHD e disturbi in comorbilità
5
. RASSEGNA STAMPA:
24/11/2009 “La Provincia” di LECCO “Deficit di attenzione” l’ospedale Manzoni è all’avanguardia
03/12/2009 “La Provincia” di CREMONA “Psicopatologia, crimine e attenzione”
08/12/2009 “La Repubblica” – Fumo e smog in gravidanza il bambino sarà addicted
08/12/2009 “Il Secolo XIX”-Basso Piemonte-Incontro su iperattività e deficit di attenzione
08/12/2009 “La Nazione”– Umbria-Equipe di sostegno a maestri e genitori
07/12/2009 “Gente”-Se il bimbo è iperattivo e fatica a concentrarsi

AUGURI DI BUONE FESTE
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Auguri di un Santo Natale 2009 pieno di gioia, pace e serenità insieme ad un Felice Anno Nuovo

Consiglio Direttivo
AIFA onlus


  1. LETTERA DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA su ADHD
    indirizzata a tutti i Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali.
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    Oggetto : Problematiche collegate alla presenza nelle classi di alunni affetti da sindrome ADHD – (deficit di attenzione / iperattività)
    Pervengono a questa Direzione Generale numerose segnalazioni concernenti le diverse problematiche relative alla gestione, durante l’orario scolastico, degli alunni affetti da sindrome ADHD e comorbilità ad essa collegate.
    Al riguardo si ritiene utile richiamare quanto già precisato nel protocollo diagnostico e terapeutico della sindrome da iperattività e deficit di attenzione redatto dall’Istituto Superiore di Sanità allegato alla Determinazione A.I.C.N. n.876 pubblicata sulla G.U. n.106 del 24.4.2007 con riferimento al punto 5.1.3. (L’intervento a scuola).

    Si sottolinea in particolare che il coinvolgimento degli insegnanti fa parte integrante ed essenziale di un percorso terapeutico per il trattamento dei casi diagnosticati ADHD. La procedura di consulenza sistematica con i centri di diagnosi e cure presenti in ogni area regionale ( vedasi sitohttp://www.iss.it/adhde poi cliccare su Centri Regionali di riferimento) prevede almeno un incontro durante l’anno scolastico al quale sarebbe auspicabile partecipasse l’intero team di insegnanti, per quanto riguarda le scuole elementari e i docenti col maggior numero di ore settimanali, nel caso delle scuole medie inferiori e superiori.
    Tale consulenza è finalizzata al raggiungimento di diversi obiettivi: 1) informare sulle caratteristiche del ADHD e sul trattamento che viene proposto; 2) fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e tabelle di osservazione) per completare i dati diagnostici; 3) mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la relazione con l’alunno; 4)spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento all’interno della classe; 5) informare su come strutturare l’ambiente classe in base ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD; 6) suggerire particolari strategie didattiche per facilitare l’apprendimento dell’alunno con ADHD; 7) spiegare come lavorare, all’interno della classe, per migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i compagni.
    E’ infatti di tutta evidenza che l’ausilio di una serie di informazioni dettagliate sulle caratteristiche del disturbo consente all’insegnante di assumere un atteggiamento più costruttivo nel rapporto con il bambino.
    La parte più rilevante della consulenza alla scuola è quella dedicata a far apprendere all’insegnante alcune tecniche di modificazione del comportamento da applicare con l’alunno con ADHD.
    L’apprendimento di queste procedure richiede uno stretto contatto con gli operatori del centro che hanno in carico l’alunno. Una specifica area d’intervento da considerare nell’ambito della consulenza scolastica è quella riguardante il rapporto tra il bambino e i compagni di classe. A tal fine il documento in premessa suggerisce alcuni accorgimenti per aiutare l’alunno con ADHD a migliorare il rapporto con i compagni e in particolare rinforzare gli altri alunni quando includono il bambino con ADHD nelle loro attività, programmare attività in cui il bambino con ADHD possa dare il suo contributo, programmare attività nelle quali la riuscita dipende dalla cooperazione tra gli alunni e, quando è possibile, assegnare al bambino con ADHD incarichi di responsabilità.
    Il richiamo di tali indicazioni potrà, a giudizio della scrivente nota, costituire un ulteriore contributo per una migliore gestione ed integrazione nelle classi degli alunni affetti da detto disturbo.
    Si pregano le SS.LL. di voler curare la massima diffusione della presente nota presso le istituzioni scolastiche di competenza e si ringrazia per la consueta fattiva collaborazione.


    2. ISFAR: SEMINARIO e Workshop 30 e 31 GENNAIO 2010: Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività – STRATEGIE CLINICHE E DIDATTICHE
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    SEMINARIO BAMBINI “IPERATTIVI”  
    Sede e data: Firenze, 30 gennaio 2010
    Programma: Definizioni del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività – Tipi di ADHD – Il cambiamento dei sintomi col progredire dell’età – Etiologia: fattori biologici e ambientali implicati nella genesi e nel mantenimento del disturbo -Conseguenze del Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività -L’epidemiologia dell’ADHD – La diagnosi differenziale: le situazioni che simulano l’ADHD –  Disturbi psicopatologici associati – Terapia farmacologica? Come, quando e perché usare il farmaco. Vantaggi e svantaggi dell’intervento farmacologico –  Il ruolo della famiglia –  Il ruolo della scuola nel mantenimento e nella cura del disturbo
    Orari : 10.30-13/14-18; Quota seminario: € 60
    Docenti Seminario: Prof. Dott. Anna Lucia Ogliari, Neuropsichiatra Infantile, Specialista in Psicologia Clinica, docente di Psicologia dello sviluppo e Ciclo di Vita presso l’Università Vita-Salute San Raffaele;  Prof. Dott. Maria Raugna, Psicologa, Psicoterapeuta, specializzata in Psicodiagnosi; Consulente Tecnico presso il Tribunale di Milano.

WORKSHOP DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ:  STRATEGIE CLINICHE E DIDATTICHE

Sede e data: Firenze, 31 gennaio 2010
Destinatari: Psicologi, Psicoterapeuti, Pedagogisti clinici, laureati in Psicologia (classi 58/S, LM-51 e V.O.) e a coloro che nella loro pratica clinica e didattica si trovano ad affrontare le problematiche inerenti il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. L’accesso la workshop degli specialisti è dato esclusivamente dalla pregressa frequentazione del seminario
Programma: Gli iscritti al workshop potranno acquisire competenze e abilità specialistiche per intervenire in aiuto ai sog­getti con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività-ADHD, alle loro famiglie e agli operatori scolastici. I partecipanti alla formazione saranno inclusi in un elenco di specialisti, annualmente aggiornato nei siti web e distribuito alle Istituzioni e alle Associazioni per l’ADHD. Il percorso prevede l’esposizione e la trattazione teorico-pratica dei seguenti argomenti: Diagnosi clinica: le modalità di indagine diagnostica, l’osservazione e l’ausilio dei test, per la definizione di specificità e bisogni della persona – La diagnosi a scuola – La diagnosi con la famiglia – La concettualizzazione del progetto di intervento – Progetti clinici in classe: l’intervento con la scuola – L’intervento con la famiglia; l’aiuto alla famiglia e l’auto-aiuto – Gli interventi clinici nello studio professionale –  Simulate e role-playing
Docente Workshop: Prof. Dott. Maria Raugna, Psicologa, Psicoterapeuta, specializzata in Psicodiagnosi; Consulente Tecnico presso il Tribunale di Milano.

Crediti formativi ECM: 10 per psicologi che hanno frequentato sia la parte seminariale sia la parte del workshop
Orari : 09-13/14-16.30; Quota workshop: € 150
Sede Seminario e Workshop: Firenze, Holiday Inn Florence**** Viale Europa 205 – 50126.

Per Informazioni e Iscrizioni: Segreteria ISFAR: Viale Europa 185/b – 50126 Firenze;
Tel./Fax. 0556531816; e-mail info[at]isfar-firenze.it – www.isfar-firenze.it – www.clinicalpedagogy.com

  1. ISTITUTO BECK:  CORSO DI PARENT TRAINING su ADHD
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    Il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD): temperamento, genitorialità e nuove prospettive cliniche
    Caserta, 12 e 13 Febbraio 2010

    PREMESSA
    L’American Medical Association (AMA), insieme ad alcune delle più prestigiose organizzazioni scientifiche mondiali, definisce il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD) come la sindrome neuropsichiatrica più comunemente osservata e più estesamente studiata negli ultimi quarant’anni.
    L’ADHD, infatti, è un deficit evolutivo particolarmente preoccupante, sia per l’incidenza (studi epidemiologici italiani riportano una frequenza nella popolazione infantile pari al 3-5%), sia per le potenziali conseguenze psicologiche e sociali (se non correttamente identificato, diagnosticato e trattato).
    L’American Academy of Pediatrics (AAP) e l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP) utilizzano i medesimi criteri per definire e diagnosticare questo disturbo, i cui sintomi primari (impulsività, distraibilità, ipercinesia) interferiscono con le abilità personali attentive e/o con le richieste di autoregolazione adeguate all’età.
    I problemi relazionali dei bambini e degli adolescenti con ADHD, inoltre, possono indurre una significativa compromissione delle aree di funzionamento: relazionale, scolastica, familiare, ecc., con aumento dei livelli di stress e delle modalità interattive disfunzionali.
    Le recenti ricerche mondiali vedono questo disturbo come collegato ad un particolare substrato genetico e correlato a specifiche caratteristiche di personalità sia nel genitore che nel bambino. Diversi studi hanno avuto come obiettivo l’analisi della relazione tra personalità dei genitori, temperamento dei figli ed esiti psico-patologici in questi ultimi.

    OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
    Per i genitori e gli insegnanti
    • acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche sull’ ADHD
    • comprensione dei fattori di rischio e di resilienza nello sviluppo di problemi comportamentali infantili
    • linee guida per la gestione dei sintomi nel contesto familiare e scolastico.
    Per glì operatori della salute mentale
    • acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche sull’ ADHD
    • aggiornamento sui recenti programmi di ricerca internazionali in merito al temperamento
    • comprensione dei fattori di rischio e di resilienza nello sviluppo di problemi comportamentali infantili
    • implicazioni cliniche per la psicoterapia e il supporto al parenting

    PROGRAMMA
    Venerdì 12 febbraio 2010 (10,00-18,00)

    • ADHD: definizione, evoluzione ed esiti in adolescenza/età adulta
    • Regolazione emotiva e competenze sociali nei bambini iperattivi
    • ADHD e temperamento: il modello bio-psico-sociale di Robert Cloninger
    • La genitorialità del bambino con ADHD nella prospettiva del temperamento e delle teorie cognitivocomportamentali.
    Sabato 13 febbraio 2010 (10,00-18,00)
    • Gli strumenti di valutazione: l’efficacia della diagnosi multidimensionale.
    • Tecniche psico-educative e cognitive per i bambini con DDAI.
    • Tecniche comportamentali di gestione dell’impulsività.
    • Presentazione di un caso clinico ed esercitazione pratica in gruppi.

    A CHI È RIVOLTO IL CORSO
    Il corso è rivolto a psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili. La prima giornata è aperta anche a genitori, insegnanti e a tutti gli operatori che lavorano nell’ambito evolutivo.
    Il corso si terrà solo se si raggiungerà il numero di 15 partecipanti. Sono previsti al massimo 30 partecipanti
    DOCENTE
    Dott.ssa Elda Andriola – Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicopatologia dello Sviluppo e Psicologia Scolastica. Didatta dell’Istituto A.T. Beck, svolge attività clinica e di formazione nell’ambito dell’AREA MINORI. Collabora da anni con scuole pubbliche e private per i progetti di Educazione alla Salute e di Aggiornamento del personale scolastico
    DISCUSSANT
    Prof. Roberto Militerni professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università di Napoli
    DATE
    Venerdì 12 febbraio 2010 (10,00 – 18,00)
    Sabato 13 febbraio 2010 (10,00 – 18,00)
    SEDE DEL CORSO
    Istituto A. T. Beck di Terapia Cognitivo-Comportamentale Diagnosi, Corso Tr ieCslinteic,a 3, 3R i–ce Crcaas,e Frotarm azione
    QUOTA DI ISCRIZIONE
    Euro 200 (Iva Inclusa). Per genitori, insegnanti ed operatori il costo della prima giornata di formazione è di euro 100 (Iva Inclusa).
    Verranno fornite le dispense delle lezioni. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione
    PER INFORMAZIONI
    Contattare l’Istituto A.T. Beck Telefono: 06 44703820 Fax: 06 49382241
    E-mail:info[at]istitutobeck.it



    4. 
    INCONTRI DI AUTO MUTUO AIUTO tra genitori di bambini con ADHD e disturbi in comorbilità
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    BELLUNO
    23 Gennaio 2010.  Gli incontri si terranno presso: COMITATO D’INTESA – VIA PIAVE, 5 – BELLUNO.
    Per informazioni referente.belluno[at]aifa.it

    MALNATE (VA)
    13 gennaio 2010 presso Sala Consiliare di Malnate(VA), Via A.de Mohr angolo Via Matteotti alle ore 20:30
    Per informazioni tel. 0332 425436 cel 338 5921605
    email: referente.varese[at]aifa.it

    MILANO
    25/10/2009 presso Studio di Psicologia Cognitivo-Comportamentale Dr. Lucia Cento – Pedagogista
    Piazza Lavoro 50 – Sesto S.Giovanni (MI)
    per informazioni: cell.  338.4145662
    email: referente.milano[at]aifa.it

    MERANO (BZ)
    15 GENNAIO 2010
     A Merano, in Via E. Toti, 63 (presso la Comunità del Cenacolo), h. 20.30
    Per info : 338 3940660
    email: referente.trentinoaltoadige[at]aifa.it

    TRENTO
    Gruppo Genitori: 09.01.10
    Gruppo Adulti:23.01.10
    per informazioni referente.trento[at]aifa.it
    Gli incontri si terranno come d’abitudine presso: la sede dell’Ass. AMA,
    in Via Torre d’Augusto 2/1 a Trento, sabato alle ore 16.00.

    5. RASSEGNA STAMPA:
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    24/11/2009 Pag. 21 La Provincia di Lecco
    Deficit di attenzione l’ospedale Manzoni è all’avanguardia
    Per i bambini  Deficit di attenzione l’ospedale Manzoni è all’avanguardia (l.bos.) Si chiama sindrome da deficit di attenzione e iperattività: in gergo, Adhd, dall’acronimo inglese.
    Riguarda soprattutto i ragazzi in età scolare, con una prevalenza nei maschi: i media 3-9 bambini per ogni femmina.
    Il reparto di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza di Lecco è stato appena riconosciuto dall’Istituto Superiore della Sanità come uno dei centri di riferimento nazionali per la diagnosi e la cura della Adhd. In aggiunta, da pochi mesi il reparto di via dell’Eremo ha istituito un ambulatorio specifico per questa sindrome, nel quale lavorano un neuropsichiatra infantile, alcuni psicologi, un educatore professionale e un infermiere professionale. Dodici, quest’anno (da febbraio a marzo) i piccoli pazienti seguiti da questo ambulatorio insieme alle loro famiglie.
    Un aspetto particolarmente riuscito di questa esperienza, spiega il neuropsichiatria dottor Davide Villani, è il gruppo di supporto ai genitori, che possono frequentare un ciclo di 10-12 incontri settimanali condotto da due psicologi. I gruppi sono iniziati questo mese sia a Merate che a Lecco. Inoltre, un altro aspetto utile è la consulenza periodica con gli insegnanti dei ragazzi: in futuro è prevista l’osservazione clinica del bambino anche nel suo contesto di riferimento, soprattutto a scuola, dove la sindrome tende ad esprimersi con maggiore evidenza?

    03/12/2009 Mente e Cervello La Provincia di Cremona
    Psicopatologia, crimine e attenzione

    Un deficit di attenzione , non il «sangue freddo», renderebbe queste persone insensibili a paura e rimorso.
    Paola Umilia Cicerone
    Gelide macchine per uccidere? Forse soprattutto individui incapaci di valutare le conseguenze delle proprie azioni. Da anni Joseph Newman, del Dipartimenlo di psicologia dell’Università del Wisconsin a Madison, cerca di dare nuove risposte agli interrogativi sulla personalità psicopatica, caratterizzata da narcisismo, crudeltà, incapacità di
    percepire emozioni come paura o rimorso. Secondo Newman, che ha pubblicato su «Biological Psychiatry» gli esiti di uno studio su 12 detenuti colpevoli di gravi delitti,tra cui un 20 per cento di soggetti con tratti psicopatici, potrebbe trattarsi non di incapacità di provare emozioni, ma di difficoltà ad analizzare stimoli complessi. I detenuti sono stati sottoposti a un test che richiedeva di rispondere a una successione di lettere di colore verde e rosso, queste ultime seguite a volte da una lieve scossa elettrica: i soggetti psicopatici hanno reagito come il gruppo di controllo, mostrando paura quando apparivano le lettere rosse, ma le reazioni sono cessate quando è stato chiesto di distinguere anche tra lettere maiuscole o minuscole, «come se avessero difficoltà non a provare paura, ma a identificare le situazioni in cui è corretto provarla», spiega Newman. La scoperta potrebbe aiutare a lavorare con questi soggetti, refrattari a qualunque intervento riabilitativo: Newman sta collaborando con la direzione del carcere a un progetto pilota per prevenire le recidive, sensibilizzando i detenuti sulle conseguenze delle loro azioni.

08/12/2009 La Repubblica – Nazionale
Fumo e smog in gravidanza il bambino sarà addicted
FRANCESCO BOTTACCIOLI *
Il cervello degli adolescenti, nei paesi ricchi, è sempre più a rischio. Da un lato c’è una crescente diffusione dell’uso di droghe, dall’altro aumenta il numero di ragazzi che presentano forti difficoltà a concentrarsi e a rimanere tranquilli a scuola. In quest’ultimo caso si parla di Disordine da deficit dell’attenzione e da iperattività(Adhd). Uno studio ampio, che ha interessato 2600 ragazzi tra 8 e 15 anni di età, pubblicato su Pediatrics ed effettuato da un gruppo interuniversitario americano, dimostra ora che il fumo in gravidanza raddoppia il rischio di Adhd nel bambino. E così pure l’inquinamento ambientale e l’esposizione al piombo. Se poi il bambino ha avuto la disgrazia di essere esposto al fumo in utero e anche al piombo nelle prime fasi della vita, il rischio si moltiplica di otto volte.
Quante sono le donne che fumano in gravidanza? Nei paesi ricchi una media del 15%, ma si può arrivare fino al 50-60% tra i ceti più poveri e meno scolarizzati. Persone che spesso vivono anche in aree più inquinate e in vecchi edifici con tubature fatiscenti che rilasciano significative quantità di piombo. Che cosa accade nel cervello del feto esposto all’inquinamento? Uno studio anglo-canadese, realizzato su 600 adolescenti e ora pubblicato su Archives of General Psychiatry, ha dimostrato che lo spessore della corteccia orbitofrontale dei ragazzi esposti in utero al fumo è significativamente minore di quello dei ragazzi non esposti. La corteccia orbito-frontale svolge un ruolo centrale nella regolazione delle emozioni controllando l’amigdala, un’area profonda del cervello, e regolando il cosiddetto circuito del piacere, che ha nella dopamina il principale mediatore chimico. La nicotina si lega a un importante recettore attraverso il neurotrasmettitore acetilcolina; l’anomala e persistente stimolazione del recettore induce, con un meccanismo a rete, un incremento di dopamina che dà sensazione di piacere. Il cervello del feto della mamma che fuma viene tarato da questo imprinting, che lo porterà da adolescente a ricercare quella sensazione di piacere quindi a fumare.
Non solo: sarà più esposto anche alla dipendenza da droga, come pure documenta lo studio citato.
FERTILITÀ:Il fumo è causa di una ridotta fertilità, altera il ciclo mestruale, anticipa la menopausa PREMATURO:Il rischio di parto prematuronelle donne fumatrici è del 70% più alto rispetto a chi non fuma SOTTOPESO: Rischio doppio di nascere sotto peso (di 150-200 gr.) rispetto ai nati da madri non fumatrici
MORTE IN CULLA:Il 16,9 % delle morti in culla è attribuibile al fumo attivo della madre del neonato ALLATTAMENTO:Astenersi dal fumo durante l’allattamento: il neonato assume nicotina dal latte materno
RESPIRO Infezioni respiratorie acute sarebbero dovute al fumo dei genitori per 2 bimbi su 10

08/12/2009 La Nazione – Umbria
Equipe di sostegno a maestri e genitori
UMBERTIDE – «Sostegno psicopedagogico per insegnanti e genitori». Questa la denominazione del progetto, predisposto dal Comune e dal II circolo didattico, utile ad affrontare l’insorgenza del disagio tra gli studenti. L’iniziativa parte dal presupposto che la scuola è solo il luogo dell’insorgenza di un disagio che ha cause personali, familiari e sociali e che non permette agli studenti di utilizzare al massimo le proprie capacità cognitive, affettive e relazionali. Questi aspetti si influenzano reciprocamente e portano spesso come esito a situazioni di disagio sia dell’alunno, che diminuisce il proprio rendimento, sia dell’insegnante, con conseguente disfunzione del sistema-scuola, ed infine della famiglia che, disarmata e priva di supporto, tende ad allontanarsi dal sistema o a colpevolizzare il sistema o il proprio figlio per le aspettative disattese. Da qui il progetto, che si attua come consulenza offerta a genitori e insegnanti. Un’equipe lavora a stretto contatto con i consigli di classe che segnalano gli alunni in situazione di disagio e con i docenti coordinatori che sono incaricati di prendere i contatti con la famiglia. Le finalità sono quelle di creare una rete di supporto fra insegnanti, genitori e Comune che garantisca una maggiore attenzione ai bisogni dei bambini e porti a una sana formazione e crescita. Sarà data particolare importanza a problematiche diverse: disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi della comunicazione, disturbi d’ansia, disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
L’equipe è operativa dalle ore 15.30 alle 17.30 presso la scuola elementare “Giuseppe Di Vittorio”: il 15 dicembre, 12 e 26 gennaio, 9 e 23 febbraio, 9 e 23 marzo, 6 e 20 aprile, 11 e 25 maggio. Per informazioni telefonare allo 075.9419286.

07/12/2009 Gente
Se il bimbo è iperattivo e fatica a concentrarsi
Non sta mai fermo ed è disattento: in Italia questo disturbo si manifesta nel 4% dei bambini in età scolare TRA LE CAUSE, ANCHE LIVELLI ANOMALIE IN ALCUNE ZONE DEL CERVELLO
Enzo Corbella Neonatologo, pediatra e specialista
Un disturbo del comportamento che si rende evidente in età prescolare è la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, dall’inglese Adhd (Attention deficit hyperactivity disorder). In questi bambini la disattenzione si manifesta come scarsa cura dei particolari e incapacità di portare a termine le proprie attività o lascino vagare altrove la loro mente senza mai concentrarsi, con il risultato di commettere continui errori nelle attività scolastiche. Nei giochi e negli sport non seguono le regole, non ascoltano le istruzioni, hanno difficoltà a concentrarsi su una mansione che è stata loro affidata. Inoltre, sono bambini molto impulsivi che passano repentinamente da un’attività all’altra senza mai terminarne una, che rispondono di botto prima che la domanda sia stata completata, che parlano troppo e interrompono spesso gli altri. L’altra manifestazione essenziale è rappresentata dall’iperattività. Non stanno mai fermi, si muovono spesso in modo scoordinato, scorrazzano e saltano da una sedia all’altra, non riescono a dedicarsi a situazioni di gioco tranquillo, sembrano sempre eccitati. In Italia viene stimato che tale sindrome colpisca circa il 4% dei bambini in età scolare, minore rispetto al 9-12% stimato in vari Paesi del mondo. È più frequente nei maschi e presenta un certo grado di familiarità. I sintomi, già presenti nei primi anni di vita seppur sfumati e difficilmente evidenziabili, si manifestano in età scolare, fra gli 8 e i 10 anni. L’incidenza di questa sindrome diminuisce con l’età, ma circa il 50% dei soggetti continua ad avere problemi in età adolescenziale e da adulto. La causa non è completamente chiarita e si pensa possa essere multifattoriale. Una componente genetica è suggerita dalla presenza di questa sindrome in un certo numero di gemelli. Alterazioni dei meccanismi di regolazione cerebrale, anche lievi anomalie strutturali in alcune zone del cervello, sono state evidenziate da studi recenti: ma vengono considerati anche fattori di rischio come prematurità, basso peso alla nascita, piuttosto che complicazioni in gravidanza e fattori di tipo sociale come alcolismo o delinquenza nei familiari o discordia fra i genitori. La diagnosi è clinica e si basa sull’osservazione del bimbo e sull’accurata anamnesi raccolta dai genitori. È importante tenere presente che la sintomatologia può essere presente anche in bambini normali, solo più vivaci di altri, non per questo affetti da deficit di attenzione e iperattività. Per tale motivo il ruolo del pediatra curante, che ben conosce il bimbo e la famiglia, assume un aspetto essenziale nella diagnosi. La terapia farmacologica prende in considerazione farmaci che stimolano il sistema nervoso, non privi però di effetti collaterali e comunque utilizzati in associazione con una terapia comportamentale e psicosociale estesa a tutta la famiglia.