========= AIFAnewsletter n.162 anno VI del 05/12/2008 ======================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.
In questo numero:

1. 
UNA SETTIMANA DI JUDO E AVVENTURA A PRIM’ALPE  4/11 LUGLIO 2009 INIZIATIVA AIFA/IL CERCHIO
2. 
GENITORI, NON NASCONDIAMO LA TESTA SOTTO LA SABBIA! RAFFAELE D’ERRICO
3. STORIE VERE: LA NUDA E CRUDA REALTA’, RACCONTATA DA UNA SORELLA
 ADOLESCENTE
4. LIBRO CONSIGLIATO: SVILUPPARE LA CONCENTRAZIONE E L’AUTOREGOLAZIONE – VOL. 1
5. CORSI DI FORMAZIONE AL METODO FEUERSTEIN
6. DIMISSIONI DALL’OSSERVATORIO SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE


RASSEGNA STAMPA
ARTICOLI SI
AS1
. LA SANITÀ CHE FUNZIONA BIMBI «TERREMOTO»: I PEDIATRI SPIEGANO QUANDO VANNO CURATI
AS2. PSICOFARMACI, I COMPITI DEL PEDIATRA
AS3. BAMBINI DAL QI ECCEZIONALE IL MANUALE PER SCOPRIRE SE TUO FIGLIO È GENIALE
AS4. UNA MANO TESA AI GENITORI DI “PIERINO” DALL’ASSP PADOVA
AS5. NEL CENTRO «MONS.CATALDO NARO». CORSO DI AGGIORNAMENTO PROMOSSO DA «CASA FAMIGLIA ROSETTA»
AS6. NESSUN BOOM DI PSICOFARMACI TRA I BAMBINI
AS7. IL MINISTRO VIETA AGLI INSEGNANTI DI FARE RILEVAZIONI FAI DA TE SUGLI STUDENTI PIÙ AGITATI

AS8.BIBLIOTECA, LIBRI PER IPOVEDENTI
AS9. ECCO PERCHE’ I PEDAGOGISTI SONO A FIANCO DI CHI PROTESTA

ARTICOLI NO
AN1. SALUTE, CONVEGNO SUI BIMBI AFFETTI DALLA SINDROME DELL´IPERATTIVITÀ
AN2. LEGGE SULLA DISLESSIA, AVANTI TUTTA

AN3. MACCHÉ PSICOFARMACI , I FIGLI VANNO EDUCATI CON AMORE
AN4. IN AULA LA LEGGE SUGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI

1. UNA SETTIMANA DI JUDO E AVVENTURA A PRIM’ALPE 4/11 LUGLIO 2009
Iniziativa AIFA onlus/IL CERCHIO
Una settimana dove la parola d’ordine è “no stop”, una visione che vuole conciliare attività e studio inseriti in un contesto naturalistico.
Dove si svolge il Campus: Prim’Alpe, località Canzo (provincia di Como) Un antico edificio ristrutturato a 700m, immerso in un parco naturale che ospita gruppi organizzati amanti della natura.
Destinatari : 12 ragazzi e ragazze fra gli 11 e 14 anni compiuti, figli di associati Aifa – Associazione Italiana Famiglie ADHD con diagnosi di ADHD di tipo misto ed eventuali comorbidità.
Enti proponenti: AIFA in collaborazione con Associazione “Il Cerchio”
Referenti: per Aifa: Patrizia Stacconi Presidente, Astrid Gollner Referente Lombardia, Silvia Juliani Referente Toscana.
Coordinatore scientifico Aifa Onlus: Dott.Luciano Luccherino ASL Empoli 11 Neuropsichiatra Infantile
Collaboratori: Dr.ssa Sara Pezzica Psicologa e psicoterapeuta Presidente Aidai Toscana Onlus, Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze Dr.ssa Barbara Borelli Educatore professionale.Per “il Cerchio”: M° Giuseppe Piazza e Prof. Vittorio Pappini.
Attività: judo, arrampicata, tiro con l’arco, escursioniLa sera sfide a calcetto, storie… brevi…, canzoni.
Obiettivo: aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi, divertirsi.
Metodologia e percorso didattico: quello che noi proponiamo sono attività modulate e finalizzate per giovani che, pur non avendo esperienza, possono cimentarsi con successo nelle attività proposte. Partendo dalla considerazione che ogni praticante ha in sé delle abilità, la didattica deve aiutare i ragazzi ad esprimersi nel migliore dei modi. Le attività sono presentate come un evento giocoso, la competitività anche se presente avrà un ruolo marginale, si valorizza il risultato che ciascuno dei partecipanti raggiungerà.Il nostro intento è fornire degli strumenti per la crescita individuale e parallelamente  sviluppare il senso dell’amicizia e della socializzazione. Contiamo sulla presenza di tre istruttori e due aiutanti per le attività (del Cerchio), più altri volontari in supporto (da AIFA Onlus), tre specialisti: neuropsichiatra infantile, psicologo, educatore professionale. Lo stage deve porre l’attenzione sulla condivisione dello spazio, accettare l’altro e il gruppo. Le regole possono rappresentare per i ragazzi un ostacolo, tuttavia devono imparare a confrontarsi e accettarle.
Le attività sono volte a sviluppare la concentrazione e l’attenzione; l’allenamento come strumento per aumentare la resistenza psicofisica del ragazzo e consentirgli di superare le prove senza perdere il controllo dell’agire rivolto a se stesso e verso gli altri. In sintesi facciamo della fatica una virtù.
i cerca di andare oltre le parole dove l’esempio sostituisce i buoni propositi, il fare intelligente stimola l’entusiasmo e lo spirito di gruppo. La socializzazione, intesa come accorgersi dell’altro ed accettarlo, è presente nelle attività che noi proponiamo come nel judo: senza il compagno che offre la sua disponibilità non è possibile praticare, così come per l’arrampicata occorre fidarsi del compagno. Il tiro con l’arco per porre l’attenzione su se stesso, migliora la postura nel ricercare la sintonia con il bersaglio. Con il trekking, si pone l’attenzione sulla resistenza, spinge il giovane alla ricerca di nuovi luoghi e all’avventura, sviluppa il senso d’orientamento, fa apprezzare il paesaggio e quanto la natura offre. Lo studio va inteso come ricerca dell’uso del corpo, del cuore e della mente. Questi tre  elementi devono trovarsi in armonia col modo di agire di ciascun partecipante.
Svolgimento del campus:
Sabato 4 Luglioore 17:00, ritrovo a Prim’Alpe
17:15 – 18:00 esplorazione del posto e della casa.
18:00 – 18:30 Distribuzione stanze, sistemazione bagagli
18:30 – 19:00 Presentazione del programma e dello staff
Socializzazione con i compagni, scambiarsi informazione “da dove vieni, come ti chiami se fai sport, quale?” ecc.
20:00  Cena
21:00 sala giochi, calcetto
22:30 a dormire
Giornata tipo
Da domenica a martedì + giovedì + eventualmente venerdì:
7:45  sveglia
8:00 – 8:30 colazione
8:45 – 10:15 judo
10:30 – 11:30 tiro con l’arco
11:45 – 12:45 arrampicata
13:00 –14,00 pranzo
15:00 – 18:30 prima uscita
19:00 –19:45 quaderno
20:00 – 21:00 cena
21:15 – 22:30 raduno staff per valutazioni sulla giornata, ev. sentire i ragazzi.
Mercoledì, sentito il parere del medico e del personale AIFA Onlus, si può proporre una escursione per l’intera giornata con arrampicata in parete, l’esperienza si può ripetere venerdì.
Valutare con gli educatori AIFA Onlus, l’opportunità di portarli al fiume almeno un pomeriggio.
Sabato 11 luglio
8:00 sveglia, colazione poi riordino delle stanze, bagni e bagagli
9:30 – 11:00 prove di abilità (con l’arco, arrampicata e judo, a scelta)
11:30 discesa da Prim’Alpe
12:00 partenza da fonte Gajum, saluti abbracci promesse…
Coordinamento didattico: Per l’Associazione “il Cerchio”
Coordinatore, M° Giuseppe Piazza  Insegnanti, Vittorio Pappini e Federico Rebecchi. Collaboratori, Piazza Mattia e Zandrini Tommaso
Segreteria organizzativa: Associazione AIFA si occuperà di raccolta iscrizioni, quote, contatti con le famiglie, relazione finale.
Struttura: Per le attività l’associazione “Il Cerchio” attrezza il Campus di tensostruttura per la pratica del Judo, di tutto l’occorrente per arrampicata (funi, moschettoni, caschi), e per il tiro con l’arco (archi e frecce, bersagli).
Il “judogi”, costume per la pratica del judo, per chi ne fosse sprovvisto, possiamo fornire noi (conoscendo le misure dei partecipanti).
Costi: Il costo di €450,00 a ragazzo è comprensivo di alloggio da sabato 4 luglio pomeriggio, a sabato 11 luglio mattino (il campus si conclude alle ore 12, pranzo escluso). Comprende i pasti (colazione, pranzo, merenda e cena) e il materiale d’uso per le attività. Comprende i compensi per il personale incaricato.
Per informazioni e iscrizioni segreteria AIFA email   segreteria@aifa.it  tel. 0761 508126   fax 06233227628 Astrid Gollner   referente.lombardia@aifa.it   tel.0332425436 Silvia Juliani   referente.toscana@aifa.it
Pre-iscrizioni: TERMINATE  si accettano ancora prenotazioni con riserva .Compilare la modulistica da richiedere alla segreteria. Vedi alla pagina judo e avventura 2009 http://www.aifa.it/judoeavventura.htm ed inviarla a mezzo fax al  n°06233227628 o posta elettronica   segreteria@aifa.it unitamente alla documentazione diagnostica indicando come oggetto “ richiesta di partecipazione al campus di Prim’Alpe 2009”.
1) Richiesta di partecipazione: compilare l’apposito modulo.
2) Modulo di consenso per la privacy firmato
3) Documentazione diagnostica completa: relazione della diagnosi effettuata dallo specialista rilasciata da un Centro di diagnosi e cura per l’ADHD e ultima valutazione
4) Autorizzazione alla somministrazione di eventuali farmaci firmata
5) Certificato anamnestico del pediatra e recapiti e dello psicologo che lo segue.
Entro il 14 maggio 2009 verrà data alla famiglia comunicazione di accettazione o non accettazione dell’iscrizione, telefonicamente o posta elettronica.
Entro il 21 maggio 2009 la famiglia dovrà confermare la partecipazione del proprio figlio/figlia per e-mail o telefonicamente e versare la quota di partecipazione.


2. PARLIAMO DI….. LETTERE APERTE DEL TUO PEDIATRA GENITORI, NON NASCONDIAMO LA TESTA SOTTO LA SABBIA!
Nel momento in cui noi genitori ci accorgiamo che 
le cose non vanno bene!, è giunto il momento di chiedere aiuto.
Cari Genitori, questo mese avrei voluto parlarvi di altro, ma mi porto nel cuore alcune telefonate della scorsa settimana che mi hanno così profondamente segnato, che adesso sento la necessità di condividerle con chi è genitore come me. Devo fare una premessa perché, forse, non tutti sanno.
Nel 2000 cominciai a interessarmi di un disturbo psichiatrico che colpisce con grossa frequenza i bambini, noto come ADHD, un acronimo che sta per Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.
Si tratta di bambini e poi giovani e ancora dopo adulti che hanno un comportamento fortemente dirompente con una iperattività e impulsività elevate, persistenti e continue, tali da alterare la loro vita di relazione, familiare e sociale. Ad essi spesso si associa un grave deficit dell’attenzione che compromette l’apprendimento scolastico, nonostante la loro normale intelligenza.
Un gruppo di questi bambini, che poi diventeranno adulti passando per l’annoso periodo dell’adolescenza, presentano associati sintomi di oppositività e provocatorietà molto importanti, tali da designare l’associazione con un altro disturbo  che li rende insopportabili nell’ambito familiare, sociale, scolastico.
Questa associazione in quello che comunemente definiremmo un soggetto con un 
brutto carattere e con una negligente e cattiva educazione da parte dei genitori, rappresenta una miscela esplosiva che oltre ad alterare la vita familiare e la serenità dei genitori e dei fratelli, condiziona enormemente la vita del ragazzo stesso esponendolo in adolescenza a comportamenti antisociali e a rischio per se e per gli altri. Altissimo, infatti, in questi giovani, l’uso e abuso di tabacco e di droghe (40-50%), di alcool, di “uso” incongruo e precoce della sessualità con alto rischio di gravidanze precoci nelle femmine (40%) e di malattie sessualmente trasmesse (16%).
La solitudine e l’abbandono che vivono questi ragazzi (50-70%) e le loro famiglie incomprese e i problemi che essi devono affrontare, quasi sempre senza alcun sostegno adeguato e competente da parte dei medici, degli psicologi e della scuola, 
sono così gravi che li espongono alla deriva psicologica e relazionale con conseguenze veramente gravi (vedi Vorrei scappare in un deserto e gridare di D’Errico R. e Aiello E.).Da queste storie ebbi modo, assieme a genitori e professionisti, di dare vita – di fatto già nel 2000, poi ufficialmente nel 2002 – ad una Associazione onlus  che elevasse le conoscenze scientifiche di questi disturbi, la formazione degli operatori e il sostegno ai soggetti affetti e alle loro famiglie.
Dopo 5 anni di grosso impegno a livello nazionale, dovetti abbandonare questa attività, almeno nella sua responsabilità più piena, per varie motivazioni e prima fra tutte la priorità del mio impegno in famiglia e con i miei piccoli pazienti. Questa premessa si è resa indispensabile per farvi comprendere il perché di queste telefonate che andrò a raccontarvi, dal momento che a tutt’oggi ho mantenuto l’impegno, in seno all’Associazione, di rendermi disponibile nel colloquio e in eventuali consigli verso quei genitori che spesso spaesati e privi di punti riferimento contattano l’Associazione. Due di questi contatti, molto particolari, sono giunti la scorsa settimana, proprio mentre anche io vivevo un momento di grossa tensione per vicende varie che coinvolgevano i miei figli adolescenti.
La prima mamma si presenta avvilita e sconfitta da una grande tristezza intrisa di solitudine e disperazione per la sua storia e quella di questo figlio impossibile, oggi adolescente, con diagnosi tardiva di ADHD e Disturbo oppositivo/provocatorio (DOP), in preda alle sue fughe da casa, all’uso di droghe e alle loro conseguenze su più versanti. Lei abbandonata dal marito – perchè stigmatizzata come “la causa di tutti questi problemi e di quel figlio perverso” – mi racconta tra le lacrime che aveva dato tutta la sua vita per la famiglia e per quel figlio; che lo aveva accompagnato a destra e a manca da specialisti, psicologi e quant’altro, ma che oggi gli sfuggiva tra le mani. Mi confida che c’erano stati anche piccoli furti e già qualche problema con la giustizia. Il ragazzo ultimamente quando si vedeva assalito dai genitori, non di rado aveva alzato le mani su di loro. «Le istituzioni si sono lavate le mani!». Nessuno sa darle un consiglio. Non c’è modo di aiutare quel ragazzo e la sua famiglia. Isolati nel contesto sociale e sanitario. La scuola ha un solo scopo: allontanare questo elemento altamente disturbante!
«Se dovesse compiere gesti gravi nei confronti loro – le avrebbero detto gli assistenti sociali – chiamate il SerT per un ricovero coatto!».
«Io sono disperata… Mi sento fortemente depressa… Sto assumendo psicofarmaci, ma continuo a stare male… Non so più cosa fare! Vorrei tanto che lui morisse!…». 
L’altra telefonata arriva il giorno dopo. Questa madre è preoccupatissima! [Sono sempre le madri a chiamarmi e quasi sempre loro a portarmi i bambini in ambulatorio!]. Il figlio di 14 anni ha ricevuto solo adesso una diagnosi di ADHD e DOP e la vita continua ad essere un inferno in casa loro. «Continuo a chiedermi cosa ho sbagliato… forse sono stata troppo accondiscendente… forse mio marito è stato troppo lontano dai nostri problemi… ma adesso che comincia a decidere lui cosa fare e dove andare sono molto preoccupata… Ho già visto con chi se la fa, ma non riesco a tenerlo a freno… Mio marito torna sempre più tardi ed io sono sempre più sola… e poi ci sono gli altri due figli che non riesco a seguire e che oltretutto si lamentano continuamente di questo fratello, della sua prepotenza… Vorrei morire!». Ecco, due telefonate così simili, di storie che si ripetono, di famiglie abbandonate a se stesse, in un contesto globale che ancora fugge l’idea che i bambini possano essere affetti da disturbi psichiatrici, mentre la letteratura internazionale si esprime sempre più forte in tal senso.
Non più tardi di due mesi fa raccontavo nella mia   che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella sua ultima dichiarazione aveva affermato che «studi su base comunitaria hanno evidenziato che la prevalenza generale dei disturbi psichiatrici in età evolutiva è del 20% circa in vari contesti nazionali e culturali».
Qual è il messaggio, allora, che alla luce di questi racconti voglio lanciare oggi a voi, genitori di questi piccoli e preziosi bambini che avete affidato alle mie cure? 
“Genitori non si nasce ma si diventa!”. E se mai esistesse un unico metodo educativo -semmai! – esistono invece bambini diversi, con storie (Lettera aperta) familiari diverse, in contesti culturali e sociali diversi; così come esistono bambini che, distaccandosi così chiaramente dai loro coetanei per un comportamento anomalo e abnorme, non dovrebbero essere trascurati, considerando che quel comportamento o quella grossa difficoltà scolastica possano essere la spia di problemi psicopatologici e/o psichiatrici. Ogni genitore attento e premuroso in cuor suo è in grado di comprende che quel figlio non è come gli altri e che se i suoi metodi educativi risultano infruttuosi, nonostante i giusti consigli, non è colpa sua. Queste osservazioni devono, allora, metterci dinanzi all’evidenza che nel momento in cui noi genitori ci accorgiamo che le cose non vanno bene!, è il giunto momento di chiedere aiuto Alcune volte potrà trattarsi esclusivamente di problemi intra-familiari, relazionali, psicologici che nascono laddove i genitori, senza accorgersene, compiono gravi errori nel loro atto educativo, errori che si riversano nelle coscienze dei propri figli e segnano i loro comportamenti e la loro evoluzione.Basti pensare all’assenza costante di uno dei due genitori; al loro scontro continuo davanti ai figli; alla divergenza di opinioni nelle scelte e nelle risposte da dare loro senza raggiungere un punto di incontro; alla mancanza di coerenza (si fa così, ma io faccio il contrario!); alla mancanza di tempo da dedicare loro soprattutto nel periodo adolescenziale; all’idea che dare tutto e accontentarli sempre sia la cosa più giusta per loro o viceversa che debbano fare quello che noi riteniamo giusto senza possibilità di scelta da parte loro (devi fare nuoto! devi mangiare quello che dico io! devi alzarti dalla sedia solo quando hai finito tutti i compiti!). Ma pensare anche agli aspetti negativi delle proiezioni che facciamo su di loro, per cui vorremmo che fossero tutt’altro rispetto a quello che potenzialmente sono o vorrebbero essere, il che ci porta ad usare frasi del tipo «Non vedi com’è bravo tuo fratello? Non vedi com’è bello quel tuo amico che pratica sport? Non vedi come sarebbe bello se tu imparassi a suonare uno strumento? Non vedi quanto sei brutto con quel ciuffo all’insù? Non vedi quanto sei magro e brutto perché mangi sempre così poco? Non vedi tuo padre com’è importante: perché non fai anche tu l’ingegnere?». Altre volte, però, dovremmo chiederci se quel comportamento abnorme, disfunzionale, che altera la vita di relazione e/o scolastica di nostro figlio, non possa essere espressione di un deficit, di un disturbo, di una patologia che non si legge guardandolo negli occhi, ma che potrebbe esserci e minare la sua storia, la sua evoluzione, il suo futuro di uomo o di donna. Ecco, allora, in sintesi il mio messaggio di questo mese.
Genitori, non nascondiamo la testa sotto la sabbia!
Cogliamo quei 
momenti di insofferenza della coppia come spia per pensare che dovremmo dedicare più tempo alla nostra relazione: pena il benessere nostro e soprattutto dei nostri figli! Cogliamo quei segni e quei sintomi di “stranezza” che potrebbero comparire in loro e che durano da oltre sei mesi, come un campanello di allarme per un possibile malessere che lo sta investendo! Nessun genitore, neanche come me se è medico e si occupa di bambini, può dirsi perfetto e in grado di essere autosufficiente nel suo ruolo genitoriale.
Genitori si diventa, non si nasce!
Non esiste una ricetta unica nel compito educativo!
Affidiamoci, allora, alle persone esperte che possano aiutarci nei momenti più difficili, difficili per noi come singoli, come coppia, come genitori, come famiglia. La famiglia è e resta una comunità di vita e di amore! Un’esperienza unica! Una scuola privilegiata ed esclusiva dove i nostri figli, affidatici dalla Vita, imparano a diventare uomini e donne del domani.
E’ una vocazione universale alla quale i genitori di tutto mondo sono sempre stati chiamati, ma che oggi sembra offuscata e confusa dalla modernità che ci sta ingoiando in un turbine di surrealismo e di esistenza virtuale. Lo vediamo proprio oggi nel crollo della grandi banche. Successo e carriera sono solo un rischio per le grandi illusioni. Chi costruisce la propria storia e quella dei propri figli solo sulle cose visibili, immediate, apparentemente consolanti, rischia di perdere tutto! Abbiamo oggi due scelte fondamentali. Costruire la nostra casa, la storia dei nostri figli e quindi del mondo di domani, sulla sabbia o sulla roccia. Sulla sabbia edifica chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, la carriera, sui soldi, che apparentemente sono le vere realtà, le cose che contano. Ma la storia umana che stiamo attraversando, quella finanziaria di questi giorni, dovrebbero metterci all’erta che probabilmente queste cose non sono la solidità della nostra vita, né l’eredità giusta da lasciare ai nostri figli.
La roccia è l’amore, quello che sa piegarsi per il bene dell’altro. Sono i sentimenti che nascono dal cuore e che diventano il sale che dà sapore ai cibi che prepariamo ogni giorno per i nostri figli. Sono i fondamenti su cui dovrebbe evolvere la nostra società: la benevolenza, la condivisione, il bene comune. Tutto questo potrebbe avere il sapore della predica se non l’avessi scritta per me, pensata per me e solo condivisa con voi.
Un caro saluto! 
Raffaele D’Errico pediatra
Questa lettera la trovi anche sul sito alla pagina http://www.pediatric.it\lettere081008.htm

3. STORIE VERE
LA NUDA E CRUDA REALTA’, RACCONTATA DA UNA SORELLA ADOLESCENTE
Silvia (il nome è puramente di riferimento, la storia, purtroppo NO) ci scrive
Ho conosciuto il vostro sito per caso…quando cercavo i diritti di mio fratello…adesso ha 6 anni,abbiamo scoperto la sua “malattia” quando aveva tre anni e mia zia ci suggerì di andare a farlo controllare. Andammo da un dottore che ci espresse la probabilità dell’ADHD,così mio fratello iniziò una terapia e,dopo qualche mese, l’asilo…
Io allora avevo 10 anni…adesso ne ho 13…mio fratello non sta un attimo fermo e certe volte fa gesti strani…e vuole a tutti i  costi qualcosa se no si piange e dimena…Ma il vero problema nasce quando arriva l’asilo…Dopo molti mesi che mia madre è costretta a stare in classe per molti mesi perché le maestre “non ce la facevano”…arrivano 2 ore di sostegno e mio fratello non ha le 5 ore che gli spettano…Passano gli anni in cui vedo mia madre lottare con grinta e tenacia..ormai è da un anno che abbiamo cambiato centro riabilitativo e adesso fa ippoterapia in un centro…adesso sta ripetendo il terzo anno d’asilo (finalmente!) con l’ausilio di una maestra e con le 5 ore. .però è strano…ieri andando in quella classe ho visto  che il suo nome non c’è da nessuna parte…e come se lui non ci fosse in quella classe…e come se loro non lo vogliono…e come se lui non è uguale, idoneo o  addirittura  “normale”….mi sono anche accorta che mio fratello non partecipa mai al gruppo-classe…questa cosa mi fa una tale rabbia…e solo le altre mamme che hanno problemi ci capiscono…solo loro…oppure gli educatori… Adesso io sono sotto  psicologo perché il mio rendimento scolastico non è più come quello di prima… Purtroppo mio padre non è quasi mai presente per lavoro…e così aiuto io mia madre come meglio posso, aiutando a destreggiarsi tra terapie e impegni vari… Vorrei lottare come ha fatto lei in tutti questi anni ma chi ascolterà mai la voce di una ragazzina di tredici anni….chi? Ed è per questo che ho deciso di scrivere questa lettera e quest’anno, prendere il liceo  sociale…per aiutare…per far in modo che le altre famiglie che hanno il nostro stesso problema non debbano soffrire come noi…
Lettera firmata.

Risposta AIFA onlus:
 Cara Silvia, sorella coraggiosa !
La tua lettera è arrivata alla nostra Associazione, come molte altre scritte da genitori, carica di angoscia e di preoccupazione, ma la differenza è che a scriverla sia una ragazza molto giovane, con un ruolo altrettanto importante: sei una sorella !
E che sorella !
Sì perchè, come viene scritto nella  pagina del sito  AIFA ( che t’invito a leggere cliccando con il mouse su questo link: http://www.aifa.it/storie_fratelli.htm ), riservata proprio alle storie raccontate dai  fratelli dei bambini con ADHD,  non è affatto semplice…
Noi genitori di bambini/ragazzi con ADHD, che abbiamo spesso più di un figlio, conosciamo bene queste vostre sensazioni, e leggerle così chiaramente, come da te descritte, ci commuove ma allo stesso tempo ci incoraggia!
Noi genitori dell ‘AIFA crediamo che  per non rassegnarsi  ai momenti difficili, che con i nostri “bambini speciali” viviamo quotidianamente, sia importante  creare speranza, iniettare speranza, generare speranza, educare alla speranza, diventare testimoni e responsabili della speranza !
E questo non va inteso nel senso di “
Aspetta e spera…” ma al contrario cercare di andare  avanti a costruire, sempre con positività e fiduciosi nei possibili cambiamenti.
Cara Silvia,  la tua sensibilità, ma anche la tua grinta sono proprio fra le  occasioni per noi di avere speranza…la speranza che le nuove generazioni saranno più attente, nei riguardi di questa problematica, così spesso trascurata da chi dovrebbe conoscerla e dovrebbe aiutare chi ne soffre.
Il tuo amore, il tuo sostegno sarà dunque molto importante nella vita futura del tuo fratellino e anche se per lui non sarà facile abbiamo visto come avere un punto di riferimento, essere capiti e confortati nella propria famiglia, possa rendere più sicuri e fiduciosi nella crescita.
Brava Silvia…continua a scriverci in futuro, se può servirti per farti stare meglio, saremo felici di condividere  le tue emozioni, sensazioni, i progressi o meno del tuo amato fratellino…
Abbi cura di te, della bella persona che sei e siamo certi che sarai l’orgoglio della tua famiglia !
………….Ti abbracciamo tutti con affetto stima e simpatia…


4. LIBRO CONSIGLIATO:
Erickson news n. 40  23 ottobre 2008
Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione – Vol. 1
Giochi e attività sul controllo attentivo
Il primo programma psicologico per il DDAI!
Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione propone una serie di attività e giochi per il potenziamento delle abilità attentive e di autoregolazione nei bambini in età prescolare e scolare, in un’ottica di prevenzione delle difficoltà di apprendimento. Il programma proposto nei tre volumi in cui si articola l’opera è stato ideato e verificato sperimentalmente nell’ambito delle proposte formative promosse dalla «Rete Ricerca Infanzia» di Treviso, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova e l’Ufficio Scolastico Provinciale di Treviso.
Questo primo libro presenta 23 unità per sviluppare un buon controllo attentivo; in particolare il bambino viene aiutato a focalizzare e a mantenere l’attenzione per un tempo sufficiente e a ripartire opportunamente le risorse cognitive su aspetti diversi dello stimolo — o su stimoli diversi — per portare a termine un compito. Ciascun volume contiene: una introduzione teorica per meglio inquadrare i problemi legati alle carenze nelle abilità di autoregolazione; una presentazione dei materiali e dello specifico ambito di intervento; una dettagliata guida per l’allestimento delle attività.
Contenuti – Introduzione
– Il rischio di disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività nel bambino piccolo
– Un esempio di sperimentazione e organizzazione del programma
– Giochi e attività sul controllo attentivo
Rivolto a: Bambini di 5-8 anni.-pp.152 cm 21×29,7 ISBN: 978-88-6137-302-0 Prezzo: € 18,50
 www.erickson.it autori: Beatrice Caponi, Luigi Clama, Anna M. Re , Cesare Cornoldi e Gruppo docenti «Rete Ricerca Infanzia» di Treviso
Sfoglia alcune pagine del libro*


5. CORSI DI FORMAZIONE AL METODO FEUERSTEIN
Corsi di formazione al Metodo Feuerstein
Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) – 1° livello

Fidenza (PR), 21-22 ottobre, 28-29 ottobre, 4-5 novembre, 11-12 novembre, 25-26 novembre, 2-3 dicembre 2008

Il P.A.S. è un programma di intervento metacognitivo, che ha come scopo quello di sviluppare la capacità dell’individuo di rispondere al cambiamento, stimolando il processo dell’imparare ad imparare. Il Metodo fornisce strumenti che aiutino a migliorare la capacità di apprendere, attraverso una metodologia attiva volta a creare un ambiente favorevole all’insegnamento-apprendimento, all’autostima e alla riprogettazione di sé.
Destinatari: insegnanti, formatori, educatori, psicologi, terapisti della riabilitazione, operatori socio-sanitari, medici.
Durata: 48 ore in presenza e 12 ore di supervisione
Informazioni
C.A.M. Centro per l’Apprendimento Mediato – Rimini
Tel. e fax 0541 742632
e-mail:   info@cam.rn.it   – www.cam.rn.it

6. DIMISSIONI DALL’OSSERVATORIO SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Questa nuova politica scolastica fatta di tagli, economie presunte, annunci e smentite, rigore, disciplina, ordine, divise, autorità, voto in condotta, bocciature, selezione produce in tutti ulteriore insicurezza, diffidenza e conflitti.  Queste politiche scolastiche sono evidentemente gestite da finalità economicistiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni e sulla credibilità della Scuola pubblica, come la vuole la nostra Costituzione.
In questo clima di “produzione sociale di ostilità, diffidenza, tensione”, anche la Pedagogia subisce un violento attacco. Nel clima di rinnovato rigore scolastico, chi viene additato come responsabile dello sfascio, oltre naturalmente ai fannulloni? L’ideologo dei fannulloni e dei lassisti: il pedagogista, il pedagogista di Stato, la pedagogia, il pedagogese… Chi perdonava tutto, chi non ha polso, chi comprende tutto invece di punire, chi non ha le palle per imporsi, chi ci affumica con discorsi fumosi pseudofilosofici, chi non dava importanza alle discipline, il pedagogista debole, che ha indebolito la Scuola Italiana, ecc.
Ecco, a questo clima di strisciante, ma non troppo, denigrazione, come pedagogisti non ci stiamo. E non ci stiamo neppure ad essere membri di un Osservatorio per l’integrazione Scolastica degli alunni con disabilità di un Ministero della Pubblica Istruzione che si comporta nei fatti come stiamo vedendo, e come risulterà ancora più evidente nei prossimi mesi.
Forse la Ministra Gelmini sta cercando una nuova squadra di esperti che legittimi la sua visione (?) dell’integrazione? Non sarà facile trovarli tra i pedagogisti speciali, se sapranno leggere tra le righe della sua dichiarazione in occasione della sua audizione alla Camera:
E’ nello stesso spirito, nello spirito di una scuola che sia realmente per tutti, che affermo il diritto all’istruzione di chi presenta abilità diverse. Gli obiettivi didattici, le metodologie e gli strumenti devono essere personalizzati e coerenti con le abilità di ciascuno per definire i livelli di apprendimento attesi. Molte sono le buone pratiche costruite su competenza, professionalità, disponibilità e impegno delle diverse componenti scolastiche, dagli insegnanti di sostegno agli insegnanti curricolari, dai dirigenti scolastici alle associazioni. Occorre far tesoro dall’esperienza. Il mio impegno è indirizzato ad ascoltare le esigenze, le criticità, le proposte delle famiglie e di tutte quelle realtà associative che si occupano di disabilità al fine di individuare insieme anche percorsi formativi più adeguati al bisogno con la necessaria flessibilità, superando le rigidità che non sono coerenti con l’azione educativa”.
Con queste righe ci dimettiamo dunque dall’Osservatorio per l’integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione e confermiamo il nostro continuo impegno per migliorare la Qualità dell’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
Andrea Canevaro e Dario Ianes

RASSEGNA STAMPA
ARTICOLI SI

AS1. LA SANITÀ CHE FUNZIONA BIMBI «TERREMOTO»: I PEDIATRI SPIEGANO QUANDO VANNO CURATI
In un convegno al Gaslini gli specialisti indagano sulla sindrome da iperattività
Monica Bottino
Davide ha otto anni, è spesso irrequieto, non riesce mai a star fermo su una sedia. In classe si alza spesso anche quando dovrebbe star seduto. Corre o si arrampica quando non dovrebbe. Ha difficoltà a giocare tranquillamente. È sempre in movimento tanto che sembra attivato da un motorino. Parla eccessivamente.
Ma non solo, ha anche chiari sintomi di impulsività: risponde prima che la domanda sia completata, ha difficoltà ad aspettare il proprio turno. Interrompe o si intromette nelle attività di coetanei o adulti. Davide è affetto da «deficit d’attenzione e iperattività», in una sigla Adhd: di questa patologia, che colpisce il 4 per cento dei bambini, si parla a Genova il prossimo 15 novembre nell’aula magna dell’istituto Gaslini, a Genova nel corso di un convegno organizzato dalla sezione ligure della Sip, società italiana di pediatria.
Ma attenzione: tutti i bambini possono presentare talvolta uno dei sintomi sopra descritti, con ciò non si può assolutamente parlare di Adhd. «Per questo motivo è estremamente importante fare una diagnosi corretta della sindrome il più presto possibile, visto che in media riguarda 4 bambini su cento – spiega Alberto Ferrando, presidente dell’Apel, associazione pediatri liguri -, e in questi casi, non in altri, va assicurata anche la giusta terapia farmacologica, che non va demonizzata». A volte li vediamo sul treno e sull’autobus, in casa di amici, alle feste die nostri figli: e sempre sono accompagnati da genitori che non riescono a contenerne la vivacità. Il loro rendimento scolastico, poi, fa desiderare non solo per la condotta. I bambini con deficit di attenzione e iperattività sono una realtà di difficile gestione anche per gli insegnanti, anche perché le tradizionali misure educative (come sgridare, richiamare o al contrario stimolare il bambino), non sortiscono alcun effetto. Ad affrontare il tema, di estrema attualità anche in seguito alle polemiche sulle controindicazioni di alcuni farmaci utilizzati come terapia, saranno il professor Amnon Cohen, direttore dell’Unità Operativa complessa di Pediatria e Neonatologia del San Paolo di Savona (e presidente regionale della Sip) e Giorgio Conforti, specialista in Clinica Pediatrica e referente Regionale Rete Vaccini Liguria. «Il convegno regionale rappresenta un grande sforzo fatto dalla pediatria e dalla neuropsichiatria della Liguria – racconta Ferrando -, visto che è stato preceduto da molti incontri fatti sul territorio con i pediatri di famiglia. L’obiettivo è quello di formulare un percorso di continuità assistenziale per aiutare i bambini e le loro famiglie. Per questo verrà anche discusso il ruolo della terapia farmacologica». L’Adhd è stato identificato dai ricercatori in tutte le nazioni e in tutte le culture studiate. Il disturbo è maggiormente rappresentato tra i maschi secondo un rapporto che va da 3 a 9 maschi ogni femmina. Gli specialisti liguri vogliono fare chiarezza anche perché spesso gli screening sovrastimano il problema, perché lo confondono con il capitolo più ampio dei disturbi di condotta. Per chi soffre di Adhd è difficile applicarsi
06/11/2008 Il Giornale Pag. 51 GENOVA

AS2. PSICOFARMACI, I COMPITI DEL PEDIATRA
In merito alle lettere apparse su questa rubrica riguardanti il tema “psicofarmaci ai bambini”, volevo dire che i pediatri di famiglia, che rappresento, hanno il compito assistenziale di sospettare precocemente un bambino con possibile deficit di attenzione e iperattività (ADHD) da inviare allo specialista neuropsichiatria infantile per la conferma diagnostica e le conseguenti scelte terapeutiche e assistenziali dimostrate come opportune, comprendenti eventualmente anche l’utilizzo di farmaci che la letteratura scientifica ha dimostrato efficaci.
Questo interessa al pediatra di famiglia: il miglior percorso diagnostico e assistenziale possibile e questo deve interessare alla società tutta, in quanto è dimostrato che un minore affetto da ADHD e non ben curato rischia di diventare un adulto con significativi problemi lavorativi e di conseguenza occupazionali, nonché provocare più frequentemente incidenti stradali anche per la maggior incidenza di uso e abuso di sostanze, caratteristica di una malattia del genere se non ben compensata. Quindi occorre aggiornamento professionale, coordinamento da parte della rete assistenziale e risorse pubbliche dedicate; tutti gli interessi esterni a questo nonché pareri professionali non competenti se non ideologizzati rendono un cattivo servizio alla miglior assistenza possibile a una malattia ben controllabile se ben trattata. Dr Giorgio Conforti Pediatra di famiglia Genova 09/11/2008 Il Secolo XIX Pag. 14 ED. NAZIONALE

AS3. BAMBINI DAL QI ECCEZIONALE IL MANUALE PER SCOPRIRE SE TUO FIGLIO È GENIALE
Semplice e ricco di casi reali il volume curato dalla genovese Anna Maria Roncoroni TEST e spiegazioni per genitori e educatori alle prese con ragazzi che chiedono di più TALENTI non compresi che possono diventare studenti difficili e spesso ribelli
Monica Bottino
Jorge è un bambino ecuadoriano di 8 anni che frequenta la 3ª elementare a Bolzaneto. Suo fratello, più grande, è alle Medie, ma ha dovuto già ripetere un anno. E Jorge stava per ripercorrere le sue orme: a scuola era spesso disattento, disturbava, non sempre faceva i compiti. La sua vita presente, e probabilmente anche il suo futuro, è cambiato – come avviene per molte persone – grazie a un incontro. Quello con Anna Maria Roncoroni, corrispondente per l’Italia dell’European Council for Hight Ability, che si occupa di valutazione, intervento e realizzazione di progetti relativi alla plusdotazione e al talento, con particolare riferimento al pensiero logico, matematico. In una definizione: bambini geniali. Sì perché Jorge fa arte di questa realtà. Anche lui è un bambino geniale, anche se fino a quando nella sua scuola non è cominciato il progetto coordinato dalla dottoressa Roncoroni, nessuno se n’era mai accorto. «Noi lavoriamo a gruppi che risolvono problemi logico matematici spiega la dottoressa – e prima lo abbiamo inserito in un gruppo di livello basso, ma lui si è dimostrato molto bravo, tanto che a poco a poco, ha scalato tutti i gruppi in cui lo abbiamo spostato e alla fine anche il suo carattere e l’atteggiamento con la scuola in genere è cambiato: ha scoperto di essere bravo e alla fine dell’anno era un alunno molto disciplinato e dal rendimento scolastico soddisfacente». L’esperienza di Jorge è solo un tassello di un grande progetto che si sta sviluppando in Italia proprio grazie al lavoro di esperti come la Roncoroni e come Daniela Miazza e Maria Assunta Zanetti autrici del volume «Piccoli ma geniali. I bambini di talento: riconoscerli, comprenderli e valorizzarli» (edizioni Ets). Si tratta di un minuscolo ma interessantissimo manuale scritto con termini chiari e ricco di esempi pratici, rivolto a tutti gli insegnanti, i genitori e gli educatori in genere, per far sì che i bambini di talento o plusdotati vengano adeguatamente educati. «Una delle domande più frequenti che mi sento rivolgere quando dico di cosa mi occupa dice Anna Maria Roncoroni – è perché impegnarsi per bambini già molto fortunati se ci sono tanti che hanno più bisogno». Invece un bambino plusdotato è spesso non compreso, addirittura a volte dagli stessi genitori che faticano a seguirne ragionamenti e a dargli i giusti stimoli. C’è per esempio Carola, 6 anni, che da qualche tempo è impegnata a capire le grandi questioni dell’universo e fa domande e legge libri sull’argomento chiedendo spasso chi è Dio. Il suo Qi è di oltre 141 punti. Il libro fa chiarezza anche suo fatto che aver un Qi oltre i 140 punti non significa essere geni, perché il genio è chi ha conseguiti risultati che hanno contribuito allo sviluppo del settore nel quale hanno operato. Inoltre, se è abbastanza chiaro che un bambino è plusdotato se a tre anni impara a leggere da solo, è altrettanto vero che certe forme di genialità arrivano più avanti con gli anni quando nel percorso scolastico e individuale si è fatta più strada. Nel volume, quindi, viene illustrata una breve storia dei test e del concetto di  QI, c’è la definizione di creatività e si indaga se tale creatività sia solo un dono o venga influenzata da fattori ambientali stimolanti. Inoltre viene spiegata la relazione che esiste fra deficit di attenzione e iperattività con doti cognitive eccezionali. «Infatti i bambini plusdotati si annoiano a scuola specialmente se le materie d’insegnamento per loro non sono stimolanti perché le conoscono già – spiega la dottoressa – . Inoltre i bambini geniali, possono esserlo per una materia, ma per le altre sono “normali” o anche meno dotati, e questo non è facile da comprendere per gli insegnanti che non siano preparati su questi temi». Insomma, un volume da leggere assolutamente. E magari scoprire che un po’ tutti – perché no? – siamo stati bambini geniali. 09/11/2008 Il Giornale Pag. 53

AS4. UNA MANO TESA AI GENITORI DI “PIERINO” DALL’ASSP PADOVA
Apre oggi la struttura dedicata ai bambini che presentano disturbi comportamentali Bambini e ragazzi iperattivi, scontrosi, svogliati, inconcludenti, sempre in movimento, gestibili con difficoltà, insoddisfacenti nello studio: corre in aiuto “Archimede”, il primo centro diurno del Veneto dedicato all’infanzia con disturbi da deficit attentivo-iperattivo, difficoltà scolastiche e problemi associati che verrà inaugurato oggi a Torri di Quartesolo. Promotrice è l’Assp, “Associazione servizi sociali e sicurezza per Padova” che dal 2002 si batte per sostenere l’infanzia affetta da disturbi comportamentali: dallo sforzo e dall’impegno della presidente Lauretta Furlan e dei suoi duecento associati nasce dunque “Archimede” che, con il dottor Dino Maschietto dell’Ulss 10 di San Donà di Piave come supervisor, offrirà ai giovani pazienti e alle loro famiglie un aiuto concreto mettendo a disposizione dalla mattina alla sera un’équipe multidisciplinare formata da psicologi ed educatori. L’esperienza è pilota, innovativa e sperimentale, la prima nel Veneto. «Da tempo abbiamo abbracciato un progetto di grande interesse sanitario e sociale: si tratta – illustra Furlan – di una campagna di informazione e sostegno ai bambini affetti da Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività che si manifesta nel 4\% dei bambini veneti in età scolare. Un disturbo difficile da riconoscere come tale e che va invece affrontato dalla famiglia, dalle organizzazioni scolastiche e sanitarie con grande attenzione. Ora la nostra campagna informativa sfocia in questa realizzazione, importante non solo per noi ma anche per i tanti bambini e i loro genitori che vivono le difficoltà quotidiane nella gestione di un disturbo che richiede competenza professionale e, parimenti, vicinanza umana. Il nostro Centro vorrà essere proprio questo: una mano tesa verso quanti cercano un aiuto per vivere più serenamente insieme ai propri figli». Il Disturbo di attenzione con iperattività (Ddai o, nell’acronimo anglosassone Adhd) è un deficit evolutivo dell’autocontrollo di origine neuropsicologica che interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e compromette lo svolgimento delle comuni attività quotidiane quali andare a scuola, giocare con i coetanei, rispettare le comuni regole familiari e sociali. I sintomi: difficoltà di attenzione e concentrazione, incapacità a controllare l’impulsività e difficoltà nel gestire e controllare il livello di attività motoria. Il bambino, quindi, fatica a regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Info: 335.1284061; www.cdarchimede.it
F.Capp. 15/11/2008 Il Gazzettino Pag. IX PADOVA

AS5. NEL CENTRO «MONS.CATALDO NARO». CORSO DI AGGIORNAMENTO PROMOSSO DA «CASA FAMIGLIA ROSETTA»
Deficit di attenzione , disturbo dell’infanzia
Domani, presso il Centro polivalente per le Attività accademiche, culturali e sociali “Mons. Cataldo Naro” di via Maddalena Calafato 12 avrà luogo il corso di aggiornamento dal tema: “Disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività: diagnosi, terapia e intervento integrato tra istituzioni e territorio”.
Il corso è destinato alle famiglie, agli operatori della scuola e agli operatori socio-sanitari sanitari impegnati nel processo di cura dei pazienti con “Adhd” (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). Il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività noto anche come “Adhd” è uno dei più frequenti disturbi del comportamento dell’infanzia e dell’adolescenza. Il disturbo si può presentare con differenti sintomi e può compromettere varie aree dello sviluppo ed il comportamento sociale. I bambini e gli adolescenti che ne sono affetti risultano particolarmente vulnerabili ad altre patologie neuropsichiatriche che possono determinare un marcato disagio sociale anche in età adulta.
La diagnosi di “Adhd” si basa sulla raccolta di informazioni fornite da genitori, pediatri ed insegnanti, sulla osservazione clinica e sull’uso di strumenti psicodiagnostici validati a livello internazionale. Il trattamento è individualizzato e si fonda sulla integrazione di interventi psicoeducazionali e di terapie farmacologiche (approccio multimodale). L’evento che si terrà domani nell’istituto di via Maddalena Calafato vuole offrire agli operatori del settore i contenuti scientifici relativi alla diagnosi, alla presa in carico e al trattamento della patologia, oltre a volere condividere l’enorme impatto sociale che la predetta patologia genera. La metodologia didattica del corso si avvarrà di lezioni su tema preordinato e di attività pratica di gruppo con discussione finale. A tutti i partecipanti sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Dopo verifica effettuata da parte del responsabile della formazione sarà rilasciato l’attestato di partecipazione con il numero dei crediti formativi assegnati dalla Commissione Nazionale “Ecm”. Nell’arco della giornata si svolgerà un ricco programma che vedrà i contributi di Rosa Maria Aquilina (psicologa presso i Centri di Riabilitazione Neuropsicomotoria della Associazione “Casa Famiglia Rosetta” onlus), di Carmelo Salvatore Benfante Picogna (referente del Gruppo H presso il Provveditorato agli Studi di Caltanissetta), di Antonella Gagliano (medico di Neuropsichiatria Infantile e ricercatore presso la Cattedra di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Messina), di Bianca Maria Giunta (medico di Neuropsichiatria Infantile presso l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta onlus”), di Daniele La Barbera (medico psichiatra presso la Clinica Psichiatrica dell’Università degli Studi di Palermo), di Giuseppa Mazzarino (dirigente scolastico della Scuola Elementare “Leonardo Sciascia” di Caltanissetta), di Giuseppe Petrotto (medico, pediatra di libera scelta, dell’Asl n. 2 di Caltanissetta), di Donatella Ragusa (dirigente medico presso la “Casa del Sole” di Palermo e referente regionale per la Sicilia del Registro nazionale di monitoraggio dell’Adhd), di Janin Blosen Scibetta (referente dell’Aifa Onlus per la Regione Sicilia), di Marica Spitali (insegnante presso la Scuola dell’Infanzia “Lombardo Radice” di Caltanissetta). I lavori saranno introdotti da don Vincenzo Sorce, presidente della Associazione “Casa Famiglia Rosetta” onlus. 14/11/2008 La Sicilia Pag. 32

AS6. NESSUN BOOM DI PSICOFARMACI TRA I BAMBINI
MILANO. 
Nessun boom di psicofarmaci tra i bambini italiani: dal 2004 al 2007 le prescrizioni sono calate del 30%, e anche i trattamenti per la sindrome da iperattività (Adhd) sono nettamente al di sotto delle aspettative. A dirlo è Carlo Lenti, neuropsichiatra infantile dell’Universita’ di Milano, durante il convegno Milanopediatria 2008. «In questi ultimi anni – spiega Lenti – è in atto un drastico calo della prescrizione di psicofarmaci (come antidepressivi e neurolettici) in età pediatrica. Questo soprattutto a causa di campagne di sensibilizzazione sociale che hanno demonizzato in modo acritico l’uso di questi farmaci, spaventando i genitori e gli stessi medici».21/11/2008 La Citta di Salerno Pag. 7

AS7. IL MINISTRO VIETA AGLI INSEGNANTI DI FARE RILEVAZIONI FAI DA TE SUGLI STUDENTI PIÙ AGITATI
La scuola non testi l’iperattività
La diagnosi di sindrome Adhd spetta agli operatori sanitari I docenti che riscontrano disturbi del comportamento e dell’apprendimento da parte degli alunni hanno il dovere di informare i genitori. Ma non possono somministrare test ai bambini o ai ragazzi interessati per diagnosticare l’eventuale sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Meglio nota come sindorme Adhd (attention deficit hiperactivity disorder). Il monito viene dal ministero dell’istruzione, che a questo proposito ha emanato una nota il 7 ottobre scorso (Prot. n. 4226/P4). L’amministrazione centrale è intervenuta per fare chiarezza sulle procedure da seguire in questi casi. E ha stigmatizzato la prassi di organizzare corsi rivolti a genitori e insegnanti per propagandare l’uso di prodotti psicoattivi nei casi di bambini affetti da disturbi del comportamento e dell’apprendimento. Il ministero ha fatto presente, peraltro, che il processo di rilevazione della sindrome Adhd è complesso e coinvolge, nei rispettivi ruoli, la famiglia, la scuola e le strutture sanitarie specializzate. Ciò perchè bisogna valutare adeguatamente l’aspetto della iperattività e della disattenzione nel contesto di vita del bambino. Questi sintomi, infatti, non sono necessariamente sinonimi di Adhd ma possono essere spiegati con cause di tipo ambientale e di natura psicopatologica. La diagnosi dunque è tutt’altro che semplice, anche in virtù del conseguente possibile ricorso a terapia farmacologia. E comunque non può essere effettuata attraverso le somministrazioni all’interno delle scuole di test o di questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni. L’amministrazione ha spiegato, inoltre, che eventuali interventi devono avvenire all’interno di strutture sanitarie pubbliche. E sempre sotto lo stretto controllo di operatori sanitari qualificati su precisa richiesta delle famiglie. Mentre all’istituzione scolastica spetta unicamente la segnalazione di comportamenti anomali o disturbanti durante l’orario delle lezioni. Una volta accertata la presenza dell’Adhd, laddove venga prescritta la terapia farmacologia, la somministrazione dei farmaci a scuola dovrà avvenire secondo le indicazioni contenute nell’atto di raccomandazioni predisposto dal ministero il 25 novembre 2005.28/10/2008 ItaliaOggi Pag. 27
Ndr:  non ci risulta che nessun insegnante abbia mai fatto rivelazioni “fai da te” riguardo degli studenti. Siamo del parere che gli screening nelle scuole, sotto la supervisione di psicologi e neuropsichiatri, possano portare ad una diagnosi precoce e quindi ad aiutare prima un bambino. Un aiuto precoce può anche evitare completamente il ricorso alla terapia farmacologica. Non ci risulta neanche che siano mai esistiti corsi rivolti a genitori e insegnanti con lo scopo di propagandare psicofarmaci. Del resto un giudice si è espresso assolvendo la signora Monica Pavan da queste accuse per ben due volte…

AS8.BIBLIOTECA, LIBRI PER IPOVEDENTI
LA BIBLIOTECA di Cascina ha aderito al progetto “Superare le barriere di lettura” selezionato dal ministeroper i Beni e le Attività Culturali nell’ambito dei contributi a favore dell’editoria per ipovedenti e non vedenti, acquistando l’intera collana Corpo 16 che è a disposizione per il prestito agli utenti. La collana è composta da: Corpo 16 – grandi caratteri, collana per il piacere di leggere senza fatica, si presenta con una veste grafica mirata al lettore con difficoltà visive; Corpo 16 Junior, per dare fiducia a bambini e ragazzi che presentano problemi di dislessia o disturbo da deficit di attenzione; 3 ‘Lenti di Fresnel’, lenti di ingrandimento costituite da una serie di solchi concentrici ricavati nel sottile substrato di plastica. I solchi agiscono come singole superfici rifrangenti, come sottili prismi e deflettono la luce incidente con effetto analogo alla
focalizzazione di una lente. Lunga 18 centimetri e larga 6, è simile a un segnalibro: usata su un testo in Corpo 16, ne raddoppia il carattere. Utile per ipovedenti e anziani, aiuta anche i dislessici a focalizzare meglio.
15/10/2008 La Nazione Pag. 9 PISA

AS9. ECCO PERCHE’ I PEDAGOGISTI SONO A FIANCO DI CHI PROTESTA
Il DM n. 137, la cosiddetta “riforma Gelmini”, ha introdotto, con un vero e proprio blitz di fine estate, profonde modificazioni nella scuola italiana. E proprio mentre insegnanti e genitori a Bologna scendono in piazza vogliamo far sentire la voce dei pedagogisti. Intanto per dire che siamo a fianco di chi protesta. La stessa Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna ha votato un documento in cui si chiede al ministro un profondo ripensamento. Il decreto, che prevede la modifica delle modalità di valutazione del comportamento e del rendimento scolastico degli studenti e l’introduzione della figura dell’insegnante unico nella scuola primaria, dovrà essere convertito in legge, ma al di là del suo destino finale, non può non essere oggetto di un’attenta analisi pedagogica. Mi limito a tre considerazioni. Le principali, per l’impatto concreto che potranno avere, riguardano la modifica delle modalità di valutazione del comportamento e del rendimento scolastico degli studenti e l’introduzione della figura dell’insegnante unico nella scuola primaria. Il DM dovrà essere convertito in Legge, ma, al di là del suo destino finale, non può non essere oggetto di un’attenta analisi pedagogica. In questa sede mi limito a tre considerazioni.
La prima. Usare lo strumento della decretazione d’urgenza per cambiare radicalmente il volto della scuola appare un’operazione del tutto inaccettabile. Nessun Governo, quale che fosse la sua collocazione politica e la forza della sua maggioranza l’aveva mai fatto prima d’ora nella storia repubblicana. La scuola è un patrimonio di importanza fondamentale per tutti i cittadini, la sua trasformazione non può non essere accompagnata da momenti adeguati di discussione pubblica nei quali ascoltare e confrontare i differenti punti di vista, bisogni, valori. Decidere d’urgenza e solo d’autorità su di un servizio così delicato e per sua natura interculturale significa sempre e comunque decidere male.
La seconda. Pensare che sia positiva la reintroduzione del voto in decimi per valutare il rendimento scolastico e nel contempo prevedere il voto “di condotta”, sempre in decimi, con la possibilità di bloccare il percorso degli studenti che non arrivino alla sufficienza in quest’ultimo ambito, rappresenta una scelta per così dire da “pensiero debole”: tecnicamente oltre che pedagogicamente risibile, se non si prestasse ad usi scriteriati. In qualsiasi università, uno studente che presentasse queste scelte come funzionali ad un miglioramento della qualità del rendimento e del comportamento degli studenti verrebbe trattato come una matricola impreparata. Il problema non sta nelle forme del giudizio, ma nel modo in cui ci si arriva, nel come si riesce ad insegnare e a costruire la socializzazione e l’apprendimento dei ragazzi: limitarsi a restaurare le modalità per constatare e sanzionare le loro lacune e indiscipline è un’operazione che corrisponde semplicemente al desiderio di riversare ogni responsabilità sugli studenti, sulle loro famiglie, sul loro ambiente di vita; alla scelta di eliminare dalla scuola chi dà fastidio, chi parla e pensa in modo diverso dalla cultura dominante. In definitiva, chi dovrebbe essere oggetto di cura, non di sanzione. Ed è un vero peccato che autorevoli opinionisti, anche normalmente illuminati, si siano fatti contaminare da questa voglia di restaurazione burocratica, di militarizzazione delle scuola.
La terza. Reintrodurre il maestro “unico” nella scuola primaria significa negare l’evidenza di un panorama culturale che si è fortemente diversificato in questi anni richiedendo preparazione disciplinare e didattica specifica. Ipotizzare che tre insegnanti su due classi siano uno spreco, siano stati previsti a suo tempo solo per motivi occupazionali è un falso storico, possibile solo nell’atmosfera cupamente restauratrice di questi anni. Gli studenti della scuola primaria non hanno bisogno di una chioccia superficialmente tuttologa: necessitano di stimoli culturali forti, di modelli di adulto diversi, di un team di educatori che progetti e operi collegialmente. Si sprecano le rassicurazioni da parte del Governo sulla sopravvivenza del tempo pieno e di altre forme di copertura dei bisogni delle famiglie: ma con quali soluzioni? Impegnando le poche risorse lasciate agli Enti Locali per il diritto allo studio? Ritornando al famigerato “doposcuola”?
Di Luigi Guerra preside della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Bologna
Repubblica nella Cronaca di Bologna il 27 settembre 2008

ARTICOLI NO
AN1. SALUTE, CONVEGNO SUI BIMBI AFFETTI DALLA SINDROME DELL´IPERATTIVITÀ
GENOVA, SABATO 15 NOVEMBRE ALL´ISTITUTO GASLINI

Il caso Polemica per un incontro organizzato dalla Società di pediatria al Gaslini: “Zittito chi aveva opinioni contrarie”
Bimbi e psicofarmaci , scintille al convegno
(a.z. e m.p.)
INCOMPRENSIONI e l’imbarazzante presenza di una multinazionale farmaceutica sono all’origine di una polemica che ieri ha coinvolto l’associazione “Giù le mani dai bambini” e la Società di Pediatria Ligure. Oggetto del contendere un convegno organizzato dalla Società all’interno del Gaslini («noi abbiamo solo messo a disposizione la sala» spiegano dall’ospedale) che affrontava l’Adhd, ovvero la sindrome del bambino iperattivo. Secondo l’Associazione i relatori avrebbero sostenuto le tesi dell’utilizzo degli psicofarmaci prodotto proprio dalla multinazionale Eli Lilly e sarebbe stato impedito l’ingresso ad alcuni giornalisti, e a chi era contrario di manifestare il proprio dissenso. Anmon Cohen presidente dei pediatri liguri ribatte: «Nessuna censura. Alcune famiglie intervenute per parlare di difficili esperienze personali non hanno dato autorizzazione ad essere riprese. Comunque, pubblicheremo tutto sul sito www.apel.it, non abbiamo segreti». Alberto Ferrando, predecessore di Cohen è «amareggiato». «La scelta della sponsorizzazione della multinazionale che produce uno dei farmaci per questa malattia dice – è stata inopportuna. Se ne era parlato anche nel consiglio ma visto che la questione del farmaco non era centrale in questo incontro, alla fine si era deciso di accettare. Potevamo benissimo pagare noi come ci siamo pagati la maggior parte delle riunioni della società di pediatria». E ancora: «Questo convegno è stato voluto come un momento di riunione tra pediatri, neuropsichiatri, servizi pubblici e famiglie.
Tanto è vero che alla fine è stata stesa una mailing list per cercare di comunicare più rapidamente tra noi. Il farmaco? In questo momento in Liguria ci sono 8 o 9 bimbi sotto terapia. Per primi io e Cohen a suo tempo ci siamo schierati contro l’abuso di farmaci per la Adhd, che colpisce un bambino su cento».
16/11/2008 La Repubblica Pag. 01 GENOVA

AN2. LEGGE SULLA DISLESSIA, AVANTI TUTTA
Presto gli psicofarmaci a scuola?
Egregio direttore, ho letto che è in via di approvazione in Commissione Salute al Senato il testo di legge sulla dislessia che dovrà passare alla Camera e che è già stata votata la procedura d’urgenza per l’approvazione.
Nello specifico si tratta della dislessia, uno dei tanti disturbi (elencati nel DSM IV, manuale statistico e diagnostico della psichiatria) dei quali soffrirebbero i nostri alunni. (…) In molti casi le prime diagnosi le fanno le insegnanti indottrinate su questi disturbi nei vari corsi di aggiornamento. (…) Per una mia alunna ad esempio l’insegnante di sostengo ha spiegato che le era stato diagnosticato un ritardo mentale, quando l’alunna in questione è di nazionalità filippina, i genitori a casa parlano soltanto la lingua filippina e lei sente parlare italiano soltanto in classe comprendendo poco o niente. Sfido chiunque a non avere problemi di comprensione nella sua condizione. Mi sono chiesta chi trae vantaggio da questa legge? (…) Forse questa è la testa di ariete per aprire le porte della scuola ad un business ben più grande che, grazie alle diagnosi dei ‘disturbi’ previsti nel DSM IV, ha portato nelle casse delle case farmaceutiche un ricavo a livello mondiale di 27 miliardi di dollari con la vendita di psicofarmaci. (…)
Margherita Pellegrino (Segrate – MI) 12/11/2008 La Provincia di Cremona Pag. 11
Ndr: Adesso anche i ragazzi dislessici sono presi di mira dai soliti personaggi che già hanno espresso a sufficienza il loro parere contro l’ADHD.  La signora Pellegrino in passato e ancora nel presente continua ad avercela con chi vive di sofferenza.
L’aifa onlus ha aderito alla petizione on line per  sottoscrivere la legge in questione.
Di seguito i collegamenti ai documenti contenenti le proposte di legge.

1) http://www.aifa.it/documenti.htm/AS1006-senVFranco(PD)-Dislessia.pdf
2) http://www.aifa.it/documenti.htm/AS1036-senFAsciutti(PdL)-Dislessia.pdf


AN3. MACCHÉ PSICOFARMACI , I FIGLI VANNO EDUCATI CON AMORE
Ho letto nei giorni scorsi sul Secolo XIX la lettera avente per argomento i bambini cresciuti a psicofarmaci.
Sento il dovere di rispondere perché ho lavorato con grande piacere nella scuola materna per 32 anni, sono mamma di due figli e ho conseguito la laurea in pedagogia. Il mestiere di genitori è difficilissimo. Tuttavia la più bella educazione è dettata dall’amore, tanto amore, tanta dedizione e cura, ma anche dalla severità, perché un bambino o una bambina “sentono” che il papà o la mamma li sgrida “per amore”, cioè per il proprio bene. Non è facile, l’ho già detto, ma l’educazione impostata subito (quando il bambino è piccolo) riesce a creare un individuo autonomo che sa poi affrontare gli ostacoli della vita, e questa non è retorica ma verità. Quindi niente psicofarmaci se il bambino è vivace, specialmente a scuola, gli si parla e all’occorrenza lo si castiga ma prima bisogna spiegargli il motivo delle sgridate perché lui capisce eccome. Un bambino ha bisogno di spazio per giocare, in casa e all’aperto, e deve vivere a contatto con altri bambini per socializzare.
Ma niente psicofarmaci, che creano una dipendenza come l’alcol, il fumo, la droga. L. G. Cuneo 11/11/2008 Il Secolo XIX Pag. 20 ED. NAZIONALEN
Ndr: Lo sappiamo, eccome, che i figli vanno educati con amore. I figli ADHD ricevono amore, così tanto e così tanta attenzione, che a volte non ce n’è a sufficienza per gli altri figli…eppure l’amore da solo non basta. Sembra che la signora, nonostante i tanti anni di insegnamento, non abbia mai incontrato un vero bambino ADHD, iperattivo, impulsivo e disattento con tutte le varianti collegate.


AN4. IN AULA LA LEGGE SUGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI
Ma arriva con il no della commissione. In tanti: riparliamone
BOLOGNA. Arriva oggi all’esame dell’aula dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna il progetto di legge regionale che punta a normare il tema della somministrazione di psicofarmaci ai bambini, gravato però dal parere negativo della commissione regionale Sanità. «È grave quanto sta succedendo in Emilia-Romagna – ha detto Luca Poma, portavoce di ‘Giù le mani dai bambini’ – perché abbiamo saputo da consiglieri che hanno partecipato alla seduta che il testo non è stato neppure discusso, e che la bocciatura è stata motivata da ragioni ideologiche. Quindi, con la forza delle 200 associazioni che consorziamo, ci appelliamo al Consiglio regionale affinché rimandi il testo all’esame della Commissione, per una valutazione di merito e senza pregiudizi». Secco il commento di Marcello De Angelis (Pdl): «Stupisce la decisione della commissione. Sono davvero sconcertato per quanto è successo, perché i colleghi del Pd nazionale sono molto sensibili al tema e stiamo collaborando per giungere all’approvazione della legge nazionale». Dal fronte politico opposto interviene Luigi Cancrini (Comunisti italiani): «Non comprendo quali logiche abbiano portato il Pd locale a scelte distoniche dalla linea nazionale, ho il timore che dietro si nascondano interessi particolari».
12/11/2008 Gazzetta di Reggio Pag. 2 ED. NAZIONALE 13/11/2008 L Unita
Ndr.: è in corso di approvazione una legge sui farmaci psicotropi per bambini e adolescenti su iniziativa dell’On. Mariella Bocciardo che tutelerà i nostri bambini molto meglio di tante leggi regionali incomplete.