========= AIFAnewsletter n.153 anno VI del 04/02/2008 =====================
Notiziario sul Deficit d’Attenzione con Iperattività, disturbi e problematiche ad esso correlati, diffuso dall’Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus.

1. Alunni diversamente abili: solo uno nella stessa classe
2. Convegno Regionale MARCHE sul disturbo dell’Attenzione e Iperattività
3. Convegno sui disturbi in età evolutiva Al Biancazzurro
4. Metodo Feuerstein: corso di formazione Pas I- Milano
5. STORIE VERE: Mio fratello è una peste
6. NON TI HO MAI FORSE DETTO poesia
7. STATISTICHE DEL SITO AIFA

RASSEGNA STAMPA
8. Così ho guarito il mio bimbo IPERATTIVO (:-)
9. CENTRO SOCIALE SAN LAZZARO (TO) CONFERENZA SU ADHD (:-(
10. Piemonte approva restrizioni psicofarmaci a bambini (:-(

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1. ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI: SOLO UNO NELLA STESSA CLASSE
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In una classe non vi può essere che un solo bambino diversamente abile. Lo ha stabilito il Tar del Lazio con la sentenza n. 9926/2007 a seguito di un ricorso presentato dai genitori di un alunno autistico.
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai genitori di un bambino autistico che era stato collocato in una classe che aveva già un alunno diversamente abile. Il Tribunale, ha ritenuto fondate le istanze presentate dai genitori in quanto, con la presenza di più alunni disabili in aula si viola il secondo comma, primo periodo, dell’art. 10 del decreto ministeriale n. 141 del 3 giugno 1999.
Il comma pone il precetto di cui di regola “in una classe non vi può essere che un bambino diversamente abile”. La possibilità di più svantaggiati, recita ancora la sentenza (depositata il 10 ottobre 2007), è prevista solo in via eccezionale e solo nel caso in cui l’altro alunno sia portatore di handicap lievi.
L’orientamento del Tribunale si è basato sul fatto che un ragazzo disabile per meglio vivere la quotidianità della scuola “deve avere l’aiuto di tre figure specialistiche, ciascuna con un ruolo completamente diverso e complementare.
In particolare:
a) l’insegnante di sostegno nominato dal Ministero;
b) l’assistente educativo e/o alla comunicazione che, per la scuola elementare, sarebbe di competenza esclusiva del Comune che ha il compito di aiutare il minore disabile ad intraprendere un progetto incrementativo del proprio apprendimento mediante l’utilizzo anche di particolari tecniche che anche carenti di un riconoscimento scientifico aiutano il minore in questo percorso;
c) l’assistente all’igiene di competenza del Ministero Istruzione che deve occuparsi dei bisogni del minore quali ad esempio portarlo nel bagno, aiutarlo durante i pasti eccetera”.
Nel caso specifico, sintetizza la sentenza, si rileva la violazione , da parte delle autorità scolastiche, delle regole generali di formazione delle classi.
Dal box “Approfondimenti” è possibile scaricare la sentenza n. 9926/2007. 12/11/2007

 
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2. CONVEGNO REGIONALE MARCHE SUL DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ (ADHD)
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Un incontro informativo rivolto a Famiglie, Scuole e Operatori del socio assistenziale
San Benedetto del Tronto – 9 Febbraio 2008 – ore 14,30/ 19,30
Aula convegni centro “Biancazzurro” – viale dello sport 110

14.30 Saluti Autorità

 

14.40

Introduzione

Referente AIFA onlus Regione Marche-Sig.ra Stefania Stazi (genitore)

Saluti di benvenuto

Visione del dvd: “Quando gli aeroplanini sono arancioni…”

14.50

Assessore alla Sanità Regione Marche: Dott. Almirino Mezzolani

L’istituzione dei 4 Centri Regionali accreditati ADHD

15.00 Prima Parte

L’APPROCCIO AL BAMBINO CON ADHD

15.00

Dott.ssa Maria AntoniettaTavoni –Dir.Med. NPI U.O.di Alta Spec. Materno Infantile Salesi (AN)

Caratteristiche cliniche, protocollo diagnostico e trattamento farmacologico nell’ADHD

15.30

Dott. Cesare Cardinali – Direttore U.O. NPI di Alta Specializzazione Ospedale Materno Infantile “Salesi” AN Il Registro nazionale ADHD

16.00

Dott.ssa Vera Stoppioni – Dir.Med. U.O. NPI di Fano

Inquadramento nei Disturbi del comportamento e Rapporti con la Sindrome autistica

16.30

Dott.ssa Manuela Germani Dirigente Scolastico Scuola Media “Manzoni-Sacconi” SBT

Il bambino ADHD a scuola

17.00

PAUSA

 

17.15

Seconda parte

LA PRESA IN CARICO TERAPEUTICA

17.45

Dott.ssa Marzia Firmani- Psicologa dell’Età Evolutiva-U.O. NPI Ospedale“Mazzoni” Ascoli Piceno

Il trattamento multimodale

18.15

Dott.ssa Barbara Pirri – Dir.Med.,

 Dott.ssa Federica Fini-Psicologa dell’Età Evolutiva, esperta in ADHD, U.O. NPI Ospedale di Macerata

Terapia cognitivo-comportamentale e parent – training: esempi clinici

18.45

Tavola Rotonda

IL BAMBINO ADHD CHE CRESCE: LE DIFFERENTI EVOLUZIONI ED I RAPPORTI CON DOP E DC

Moderatore I° Parte: Dott.Massimo Burroni  – Direttore U.O. NPI.- Fano
Moderatore II° Parte: Dott . Rosolino Tasca – Dir.Med. NPI U.O. “Mazzoni” Ascoli Piceno
Moderatore tavola rotonda: Dott. Maurizio Pincherle – Dir.Resp. U.O. NPI Ospedale di Macerata

CON IL PATROCINIO DI:
COMUNE DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO – 
Assessorato alle Politiche della città solidale;
REGIONE MARCHE;
A.I.F.A. ONLUS – Associazione Italiana Famiglie ADHD;
ASUR ZONA TERRITORIALE 12;
CLEMENTONI Spa;

Segreteria organizzativa: Sig.ra Stefania Stazi: referente A.I.F.A. Per la regione Marche e la provincia di Ascoli Piceno Tel.0735 764749 – 3402471470 –   referente.marche@aifa.it   – sito AIFA: www.aifa.it
Sig.ra Alessandra Spina:segreteria coop.soc.L’Oleandro tel. 0735781849 – 3408553966 – fax 82478 –   formazione@cooperativaoleandro.it 
L’evento è ad entrata libera e senza iscrizione, per questo gli organizzatori garantiscono posti a sedere e materiale solo ai primi 100 partecipanti


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3. CONVEGNO SUI DISTURBI IN ETÀ EVOLUTIVA
 AL BIANCAZZURRO
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31/01/2008 Corriere Adriatico Pag. 7
SAN BENEDETTO – Si terrà il prossimo 9 febbraio, nell’aula convegni del Centro sociale Biancazzurro, il secondo convegno sul tema Adhd, organizzato dall’Aifa onlus e dalla Coop. L’Oleandro. Adhd acronimo inglese per Attention Deficit Hyperactivity Disorder o meglio Disturbo dell’Attenzione e Iperattività, è un disturbo multifattoriale dell’età evolutiva. Spesso misconosciuto e difficilmente diagnosticabile esso colpisce circa il 2/4 % della popolazione in età scolare. Presenta una sintomatologia complessa e invalidante che destabilizza sia il ragazzo stesso che tutto l’ambiente che lo circonda, famiglia, scuola, vita sociale e se non diagnosticato precocemente può sfociare in patologie comportamentali ben più complesse e devastanti. I soggetti colpiti non sono solo bimbi “vivaci?, “disobbedienti?, “maleducati? o “distratti? ma soffrono di una reale mancanza di autocontrollo, la loro impossibilità a concentrarsi li rende incapaci di gestire la propria vita con gravi conseguenze in ambito familiare, scolastico e sociale. Fortunatamente si possono aiutare e per questo l’Aifa onlus (Associazione Italiana Famiglie Adhd www.aifa.it) insieme alla Coop. L’Oleandro di SBT promuovono quest’iniziativa. Un convegno che faccia chiarezza e che porti un’informazione scientifica alla popolazione. Il convegno si aprirà con l’intervento dell’assessore alla sanità Regione Almirino Mezzolani che parlerà della recente istituzione dei 4 Centri Regionali accreditati Adhd.

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4. METODO FEUERSTEIN: CORSO DI FORMAZIONE PAS I- MILANO
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Il consenso che l’università italiana (Torino, Bologna, Venezia) ha tributato al lavoro del prof. Feuerstein le è certamente noto. Attraverso la conoscenza del Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) e della Batteria di Valutazione del Potenziale di Apprendimento (LPAD), il Metodo Feuerstein si è diffuso in tutto il mondo. Anni di sperimentazione sul campo hanno confermato la validità di una proposta didattica pensata per il potenziamento e la riabilitazione cognitiva.
Per questo siamo lieti di sottoporre alla Sua attenzione il programma del corso di formazione del livello PAS I che Mediation A.R.R.C.A., in collaborazione con Nevet, attiverà in Milano nel primo semestre del 2008.
Per la visione dettagliata del programma clicca qui
Per l’iscrizione compilare il modulo
In caso di mancata visualizzazione visitate http://www.mediationarrca.it
Mediation A.R.R.C.A.
Centro autorizzato alla formazione Feuerstein
Ente accreditato dal MIUR per la formazione del personale della scuola

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5. STORIE VERE: MIO FRATELLO È UNA PESTE
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Ho conosciuto questo sito dopo che mia madre me lo ha mostrato, e leggiendolo ho trovato i difetti di mio fratello. Anche io come altri tanti fratelli di questi bambini con l’ ADHD pensavo che non fosse nulla, pensavo che fossero i miei genitori quelli che stavano sbagliando, pensavo che lo stassero viziando troppo. Io ormai ho 14 anni e solo adesso ho capito veramente che mio fratello Giorgio ha dei “problemi”, non vuole stare mai fermo, vuole avere ragione su tutto e soprattutto non riesce a relazionarsi con gli altri. Lo ammetto è anche colpa mia che lo scaccio sempre quando sono con i miei amici ma quando lo vedo che si gira e se ne va tutto rattristito mi viene una voglia di corrergli incontro,  abbracciarlo e chiedergli scusa per tutte le cose brutte che ho fatto nei suoi confronti. mia mamma mi ha detto: “Erica, lo so che tuo fratello a volte può essere d’impiccio ma sappi che comunque, anche se non te lo dimostra, ti adora!” ma quello che io non sopporto è la gelosia profonda di mio fratello nei miei confronti, non vuole che esco con il mio fidanzato o con le mie amiche, mi vuole tutta per sè. Ora ho fatto una promessa con mia mamma, la promessa è che cercherò di cambiare atteggiamento con mio fratello. e spero di farcela! Sopportate i vostri fratelli o sorelle perchè ricordate che vi vogliono molto bene e non deludeteli MAI!!
Mail di una ragazza di 14 anni ,con un fratello ADHD. Fa riflettere la presenza di due sentimenti opposti, comuni a tutti i fratelli, ma in questo caso amplificati dalla presenza del problema: la gelosia e il grande amore. Una gelosia che si trasforma in senso di colpa e viene utilizzata come appello di quello che in realtà la ragazza dice a se stessa.

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6. NON TI HO MAI FORSE DETTO
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Hanno  detto che non sei tu il problema
Hanno detto che il problema sono gli altri
Hanno detto che tu non sai
Hanno detto che non capisci.
Hanno detto tante cose, tante piccole cose
Stupide che mi hanno ferito.
Hanno detto che vivi in un mondo
Fatato, sognante, incurante.
Hanno detto che sei prigioniero del tuo mondo
Senza tempo e solo con uno Spazio
Da scalare e scavalcare ogni momento
All’infinito per innumerevoli volte.

Hanno detto tanto e hanno detto nulla.

Non hanno detto che tu soffri
Non hanno detto che ti porti l’angoscia
Dentro come un verme che rode.
Non hanno detto che sei solo
Chiuso nel tuo guscio come un pulcino
Spaventato che vorrebbe rompere le barriere.
Non hanno detto che sei senza amici
Che girano l’angolo per incontrarsi.
Non hanno detto che sei abbandonato
dai tuoi insegnanti che dicono
Che sei una croce da sopportare.

Non hanno detto tanto e non hanno detto nulla.

Non hanno detto che sei il mio sogno
Portato in grembo per nove mesi.
Non hanno detto che sei l’alito del mio respiro.
Non hanno detto che soffro insieme a te.
Forse non ho potuto esprimertelo.

Non ti ho mai, forse, detto. Quanto ti amo.

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7. STATISTICHE DEL SITO AIFA
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8. COSÌ HO GUARITO IL MIO BIMBO IPERATTIVO
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26/01/2008 Io Donna Pag. 79 N. 4 – 26 GENNAIO 2008
L’ Adhd è un tratto caratteriale o una malattia da curare con psicofarmaci ? Gli esperti sono divisi, le famiglie soffrono. Tre mamme raccontano

“L’Adhd non esiste”: lo aveva detto su Io donna (n. 45) Elisabetta Armiato, ex prima ballerina alla Scala, madrina della campagna “Perché non accada”. L’Adhd è il disturbo da iperattività e deficit di attenzione che colpisce bambini e adolescenti: si può manifestare con entrambe le caratteristiche (iperattività e disattenzione) o una sola delle due. Quello che non dovrebbe accadere sono le diagnosi affrettate e, soprattutto, l’uso degli psicofarmaci con cui il disturbo viene trattato. Dopo l’intervista sono arrivate in redazione diverse lettere. «Siamo genitori di un bambino con Adhd. La malattia esiste eccome. Altro che invenzione o caratteristica della personalità». L’Adhd è da anni al centro di polemiche. È riconosciuto dal Dsm-IV, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, e dall’Icd-10, la classificazione internazionale delle malattie dell’Oms. In Italia, dall’Istituto Superiore di Sanità e da buona parte del mondo scientifico. Ma alcuni psichiatri e psicologi sono scettici: i problemi dei “malati” potrebbero dipendere da difficoltà ambientali, di relazione o fisiche. In effetti la diagnosi è difficile: nonostante sia stato messo a punto un protocollo rigoroso, non esiste un test specifico. Le differenze tra il cervello di un bambino con Adhd e quelle di uno “normodotato”, inoltre, sono minime, ed è praticamente impossibile sapere se rimarranno o se spariranno quando lo sviluppo di quel cervello sarà completo: spesso la malattia si risolve con l’età. La situazione è complicata dal fatto che nel 70 per cento dei casi l’Adhd è associata ad altri disturbi, come dislessia e difficoltà di linguaggio. Di solito viene trattata con terapia psico-comportamentale per il bambino, parent training per i genitori, farmaci nei casi più gravi: in Italia, metilfenidato e atomoxetina. Negli Stati Uniti queste e altre sostanze sono usate da anni: il solo metilfenidato sarebbe stato assunto da cinque milioni di bambini (ma adesso anche gli americani sono più cauti). Da qui il sospetto di abuso: davvero i malati sono così tanti? O una pillola è il mezzo più comodo per placare i ragazzini più turbolenti? I farmaci, tra l’altro, non guariscono: aiutano a convivere con la “malattia”. Vale la pena usarli? In Italia la vendita di metilfenidato e atomoxetina è stata autorizzata nel marzo 2007. Il primo è un’anfetamina. Sta nell’elenco degli stupefacenti. L’atomoxetina può avere effetti collaterali pesanti, anche se rari: studi della Food and drug administration e dell’Emea, l’agenzia europea per la valutazione dei farmaci, hanno riscontrato tendenze suicidiarie nello 0,4 per cento dei bambini in terapia, e controindicazioni per il sistema cardiovascolare. Gli studi sugli effetti a lunga scadenza dei due farmaci sono pochissimi. Per controllarne l’uso, in Italia è stato istituito un registro nazionale nel quale devono essere iscritti i minorenni in terapia farmacologica. La diagnosi di Adhd deve essere confermata da uno dei 40 centri specializzati italiani. Gli iscritti per ora sono 300; ma secondo l’Iss  soffrirebbe di Adhd l’1 per cento dei minori di 18 anni. Il che significherebbe 10 mila bambini e adolescenti nella sola Lombardia. Numeri che attizzano le polemiche tra chi li ritiene attendibili e chi  basati sul nulla. Difficile dire chi abbia ragione: ognuno ha dalla sua studi ed esperienze. In mezzo, questa sì una certezza, la sofferenza delle famiglie. Ecco come la raccontano.

Prima mamma
Da neonato mio figlio non dormiva mai. Quasi non si riusciva a tenerlo in braccio. Alla scuola materna mi dissero che non rispettava le regole, era impossibile farlo partecipare a giochi di gruppo, «non colora dentro le righe». Per fortuna, pensai, almeno riguardo alle righe. Però era vero che voleva sempre avere ragione. Alla fine della prima elementare non sapeva né leggere né scrivere. Nella sua mente c’era una confusione totale. Io passavo i pomeriggi a telefonare ai suoi compagni per capire che cosa avevano studiato la mattina. Trascuravo l’altra mia figlia. Gli insegnanti dicevano le solite cose:lui pigro, svogliato, e io troppo apprensiva, o permissiva, o autoritaria. Abbiamo provato con gli sport di squadra: mentre gli altri giocavano a calcio lui raccoglieva le margherite. Gli psicologi dicevano che il suo problema era la mancanza d’affetto. Gli anni passavano, e lui da bambino vivace si stava trasformando in un ragazzino sempre più triste. Mi faceva domande cui non sapevo rispondere: perché non capisco quello che mi dicono gli insegnanti e i miei compagni? Continuava a non avere il senso del tempo. Gli dicevi: preparati, tra cinque minuti usciamo, ti rispondeva che intanto guardava un dvd. Piangeva, era frustrato, scrisse che voleva farla finita. Quando una pediatra ci parlò di Adhd fu un sollievo. Avevamo qualcosa cui attaccarci. Paolo aveva 13 anni. Ci proposero terapia psicocomportamentale e farmacologica per lui, training parentale per noi. Sono passati cinque anni.
Oggi mio figlio ha buoni amici e una fidanzata; frequenta un istituto professionale, è bravissimo con lo snowboard. Prende ancora il farmaco. E io ancora mi arrabbio quando sento dire che ai bambini Adhd manca l’amore dei genitori: nessuno riceve più amore di loro».

Seconda mamma:
«A tre anni Marco non riusciva ancora a parlare. Ed era diventato vivacissimo: non stava mai fermo, saltava dappertutto. Alla scuola materna mi chiamarono dopo due giorni: picchiava gli altri bambini e non aveva autocontrollo. Pensai che forse era aggressivo perché non riusciva a comunicare. Lo portai da una logopedista, ma non stava attento neanche un secondo. Lavoravo part time, mi sono licenziata. Gli altri genitori neppure mi salutavano, attraversavano la strada per evitarmi. Ero sempre sola, piangevo di continuo e me la prendevo con mio figlio. Per fortuna la diagnosi è arrivata presto, attorno ai sei anni. Ci abbiamo messo tre mesi a decidere se dargli il farmaco: non è stato facile, però ci è cambiata la vita. L’iperattività è diminuita, Marco riusciva a stare attento sia a scuola sia dalla logopedista. Oggi ha dieci anni, ha ancora problemi in italiano ma è bravo in matematica. Ha due maestre eccezionali. Stiamo ottenendo buoni risultati anche con l’ippoterapia: quando va al maneggio non ha neppure bisogno di prendere le medicine. Quando deve studiare, invece, sì. Ma mi chiedo, che cosa diventerebbe mio figlio se non le prendesse? A cosa lo porterebbero le sue frustrazioni? E anche se la malattia passasse crescendo, come potrebbe recuperare gli anni di studio e di vita persi?

Terza mamma:
Mio figlio ha nove anni. Soffre di disattenzione e soprattutto di “disturbo oppositivo provocatorio”: non sopporta frustrazioni né rimproveri, non sa controllare gli impulsi. Le racconto l’ultima. Al coro che frequenta ha preso in giro per un sacco di tempo un bambino stonato. Quando la vittima ha cominciato a prendere in giro lui, gli ha messo le mani al collo. Letteralmente. Lo ha graffiato, lo ha picchiato. Già alla scuola materna aveva dato segni di stranezza, ma non mi ero preoccupata perché a casa era tranquillo. Con le elementari sono cominciati i problemi anche in famiglia. Io volevo che facesse i compiti, lui ha iniziato a essere violento anche con noi. Al centro in cui l’ho portato per una visita (io lo tenevo per le braccia e due operatori per i piedi perché non ci voleva andare) hanno diagnosticato l’Adhd. Dato il suo comportamento violento mi hanno proposto di curarlo con i farmaci ma io non ho voluto. Conoscevo mio figlio, sapevo che non era sempre stato così. Aspettiamo, ho detto, vediamo come va con la terapia psicomotoria. È andata bene: sta imparando a controllare le emozioni, a verbalizzare i suoi impulsi: anziché dare un pugno, ha imparato a dire “vorrei dartelo ma non lo faccio”. Nel pomeriggio frequenta un centro dove due pedagogisti lo aiutano con i compiti. Non è facile, bisogna inventare ogni giorno strategie nuove anche solo per convincerlo a vestirsi senza perdere tempo. Però va meglio: a scuola gli altri bambini sono stati informati del suo disturbo, hanno capito, non lo emarginano più».

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* ARTICOLI NEGATIVI      :-(
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9. CENTRO SOCIALE SAN LAZZARO (TO)  CONFERENZA SU ADHD
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29/01/2008 Marketpress Sito Web – Torino, 29 gennaio 2008

Grande partecipazione del pubblico alla conferenza che si è svolta venerdì 25 gennaio presso il Centro Sociale San Lazzaro sul tema dell’Adhd, un pubblico composto in massima parte da insegnanti e operatori del settore, oltre che da genitori. I saluti della città sono stati fatti dall’Assessore all’Istruzione la dott.ssa Tiziana Alchera che oltre a ringraziate i qualificati relatori per il loro contributo alla corretta informazione sul problema dell’Adhd e l’indiscriminata somministrazione di psicofarmaci sui bambini, ha anche sottolineato come sul territorio esiste una rete di assistenza funzionale che mette a disposizione delle famiglie molteplici soluzioni per far fronte al disagio dei minori laddove esiste. Il dott. Roberto Cestari, presidente nazionale del Ccdu Onlus, dopo aver illustrato l’inattendibilità scientifica dell’individuazione dell’Adhd quale malattia , ha elencato le seguenti cifre statistiche conseguenti all’attuale trend internazionale volto all’ipermedicalizzazione dei bambini: 11. 000. 000, i minori in terapia con psicofarmaci nei soli Stati Uniti (fonte: Nimh, Nexus, Los Angeles Times); 17. 000. 000 il totale nel mondo. 2 miliardi di dollari, il fatturato legato alla vendita di un´unica molecola (metilfenidato, nome commerciale Ritalin) nei soli Stati Uniti (fonte: Dea Usa). 12%, la percentuale di bambini ai quali vengono somministrati psicofarmaci all´inizio delle scuole elementari in Francia (fonte: Ministere de la Santè, – Canadian Journal of Psichiatric vol. 43) – 30. 000, i bambini Italiani che ogni giorno assumono antidepressivi Ssri (fonte: Istituto Mario Negri di Milano), che tra gli effetti collaterali possono indurre al suicidio (fonte Fda – Usa). Per ciò che riguarda invece il numero dei bambini che sarebbero affetti dall´Adhd, ha aggiunto: “Su quanti siano i bambini colpiti da questa presunta patologia (Adhd), le cifre si sprecano. La prevalenza (numero di casi nel momento in cui il dato viene rilevato) sarebbe dell’1% (fonte Iss); mentre secondo vai studi internazionali sarebbero tra il 4 e il 12 % (fonte Iss). Secondo lo studio Ritz, in Spagna, la percentuale sale al 14, 5 %. Secondo il lo studio de Renoche la percentuale varia 2,4 al 24,05 % (in età scolare) . E conclude: “con cifre variabili dal 1 al 24%, ogni affermazione fatta perde matematicamente significato, cioè ognuno sembra poter dire ciò che vuole”. Il Consigliere Regionale Gian Piero Clement, nel concludere la serata ha osservato: “il vero pericolo in questa nuova tendenza a risolvere il disagio giovanile con delle pillole sta nel rischio di creare una generazione incapace di affrontare gli inevitabili problemi della vita senza fare uso di sostanze. Sotto questa ottica, la recente legge regionale che regolamenta la somministrazione di psicofarmaci ai minori e vieta i test psicopatologici nelle scuole ha il grande merito di regolamentare la materia a beneficio dei bambini e delle loro famiglie”.

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10. PIEMONTE APPROVA RESTRIZIONI PSICOFARMACI A BAMBINI
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30/01/2008 Farmacia News Pag. 4 N. 1 GENNAIO 2008
In Piemonte i minorenni potranno assumere psicofarmaci solo in presenza di un consenso scritto espresso dai genitori. Inoltre sarà vietato sottoporre gli allievi delle scuole dell’obbligo a test volti a evidenziare loro eventuali disagi psichici o emozionali. Lo prevede una nuova legge che fa del Piemonte la prima regione italiana a introdurre paletti contro l’uso disinvolto degli psicofarmaci in età pediatrica. Il comitato di farmacovigilanza Giù le Mani dai Bambini sottolinea come il provvedimento colmi a livello locale un vuoto normativo sul quale era stato inutilmente chiamato a pronunciarsi mediante una circolare nazionale il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. Farmacia Amica, che riunisce le oltre 2.500 farmacie sul territorio di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, provincia di Pisa e Massa, fa l’educazione e l’informazione sanitaria rivolta al pubblico, uno dei suoi obiettivi primari. Per questo – spiega in un comunicato – ha aderito alle iniziative di Giù le mani dai bambini, considerando fondamentale la difesa del diritto alla salute dei bambini e i progetti di educazione sanitaria che favoriscano l’approccio a soluzioni alternative o complementari allo psicofarmaco. A partire da dicembre, nelle farmacie aderenti al marchio Farmacia Amica i cittadini trovano materiale informativo dettagliato sul problema degli psicofarmaci ai bambini, in uno speciale espositore, appositamente realizzato per l’iniziativa grazie all’appoggio di Guna Spa.