Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi

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Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi

Diventare adulti con ADHD

Cosa possono fare i genitori

di Cordula Neuhaus

Traduzione italiana a cura di Silvia Juliani – pag. 224

Edizioni AIFA Onlus – Maggio 2010

Descrizione

Presentazione di Silvia Juliani

I nostri bambini-ADHD diventano ben presto adolescenti-ADHD e ciò comporta l’insorgere di nuovi problemi legati a questa età per tutti così difficile. L’iperattività recede? Spesso è così, ma ecco dunque sopraggiungere richieste pressanti di autonomia, insofferenza nei confronti di ogni controllo, atteggiamenti oppositivi che nessun “sistema a punti” riesce a domare
Nel panorama editoriale italiano non esistono ancora pubblicazioni specifiche sugli adolescenti ADHD ed è per questo motivo che come genitori AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD) abbiamo avvertito il bisogno di rivolgerci ad esperienze europee a noi vicine che fossero avanzate nella ricerca e nel trattamento della sindrome, traducendo un manuale rivolto ai genitori di adolescenti ADHD e a tutti gli educatori che vivono intorno aloro.
L’autrice del volume Gli adolescenti iperattivi e i loro problemi è la Dott. Cordula Neuhaus, pedagogista clinica e psicoterapeuta comportamentale che svolge da più di quindici anni la sua attività ambulatoriale e didattica a Stoccarda, Bad Duerckheim e Tubinga. E’ inoltre membro del direttivo del Forum ADD, partecipa ai congressi della CHADD, ha redatto libri e articoli e tiene corsi di formazione per psicoterapeuti e per insegnanti.
Il manuale, uscito in Germania presso la casa editrice Urania Ravensburger nel 2000, presenta innanzitutto le diverse forme del disturbo, ne spiega le cause, illustra i più recenti interrogativi scientifici, i risultati della ricerca, le modalità per eseguire una diagnosi e i relativi approcci terapeutici.
I disturbi che permangono con la crescita sono soprattutto l’impulsività e il deficit di attenzione, mentre l’infantile iperattività si evolve in un senso d’inquietudine interiore.

Scrive Mara, che adesso ha già 30 anni:

“Non so come sarei e chi sarei senza ADHD. Non dipende solo dalla storia passata. Le cose che amo o che odio sarebbero diverse. Così quello che so o che non so fare. So solo che sono felice quando c’è un po’ di movimento. Quando i miei occhi, le mie gambe, la mia bocca hanno qualcosa da fare. Che per me non è mai abbastanza. Che sto sospesa nel tempo come un bambino. Tutto questo è l’ADHD e io sono questo. Anche le mie frustrazioni, le mie idiosincrasie, le mie inclinazioni, la mia disperazione, i miei ricordi. Tutto dev’essere colorato e accecante. Amo l’autostrada. Odio andare in treno. Devo mettere sempre in moto qualcosa, questo è l’ADHD e questa sono io. Ho solo questa vita. Non posso cambiare granché. Solo la mia consapevolezza e in ogni modo la speranza di non mettermi più i bastoni fra le ruote da sola e di non pestare più i piedi agli altri, di dire quello che voglio dire e non sempre quello che sul momento mi viene in mente.”

Una tale struttura caratteriale provoca difficoltà d’integrazione e inibisce notevolmente le capacità di prestazione negli studi o nel campo professionale.
Neuhaus descrive dettagliatamente in base alla propria esperienza come terapeuta la vita quotidiana degli adolescenti ADHD, le preoccupazioni dei genitori, la difficoltà nella comunicazione, l’inutilità delle punizioni e fornisce poi una ricca serie di suggerimenti concreti su come affrontare la convivenza e come portare avanti il nostro ruolo educativo. Dà consigli su come sia possibile una nuova forma di comunicazione, chiarisce come stabilire regole comportamentali, spiega cosa fare nei litigi coi fratelli, aiuta a organizzare lo spazio, il tempo, i soldi. Inoltre l’autrice prende in esame problemi particolari come la predisposizione alla violenza, l’esposizione alla tossicodipendenza e l’insorgere di disturbi collaterali. Particolarmente illuminante appare il capitolo “Scuola e apprendimento: un incubo?”. Neuhaus ci dice qui cosa possiamo fare come genitori per aiutare i nostri figli a studiare, come affrontare gli insegnanti, l’importanza di individuare la figura di un “coach”, quali fasi di lavoro deve seguire il ragazzo e quali strategie usare per poter apprendere con successo.
L’autrice dedica poi un capitolo all’evoluzione dopo l’adolescenza e alla scelta della professione ed infine illustra i diversi trattamenti terapeutici e il ruolo del parent-training. Personalmente posso dire che ho desiderato tradurre questo libro perché vorrei che aiutasse tanti altri genitori, ma non solo, anche insegnanti, così come ha aiutato noi. La cosa più bella che comunica Cordula Neuhaus è “il rovescio della medaglia”, ovvero accanto a tutte le difficoltà che questi ragazzi incontrano nel loro cammino, si evidenziano anche i loro talenti, le loro qualità positive. Spesso sono proprio i loro lati “particolari” che si rovesciano in positivo, la loro caparbietà si rivela tenacia nel raggiungere un obiettivo, la loro “diversità” diventa capacità di andare controcorrente, la loro impulsività potrà divenire intuizione e abilità nel risolvere con prontezza situazioni critiche, quella frenesia interiore entusiasmo per le cose interessanti ed energia creativa. Il nostro compito di genitori è credere in loro e mettere in luce le loro doti, anche se la fatica quotidiana ci induce spesso a fare il contrario.

Ringrazio Cordula Neuhaus per il suo prezioso lavoro e auguro a tutti una – nonostante tutto!- felice lettura.

Silvia Juliani, Referente AIFA Onlus


Presentazione di Enzo Aiello

In questi ultimi anni anche in Italia il disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività ha dimostrato di costituire un grave problema sociale. Pur trattandosi di un disturbo diffuso e complesso, che genera sofferenza ed emarginazione in chi ne è affetto e conseguentemente anche nelle famiglie, esso è rimasto per decenni sostanzialmente sconosciuto o volutamente ignorato dagli stessi addetti ai lavori. Il dibattito ultimamente sorto in Italia a questo riguardo non è stato quasi mai costruttivo essendo prevalse, soprattutto nei mass-media, le impostazioni “minimaliste” che lo inquadravano o come disturbo esclusivamente dell’età evolutiva che va regredendo con l’età, o addirittura un disturbo “fittizio”, generato dal contesto sociale e più in generale dall’ambiente intorno al bambino, all’adolescente ed all’adulto ADHD.
Per questo ancora oggi in Italia è difficile riconoscere in tempo il disturbo nei bambini, e cosa ancor più complessa diagnosticarlo in età adolescenziale ed adulta. D’altro canto alle famiglie che pure hanno ricevuto una diagnosi di ADHD per i loro figli rimane ancora in larga parte preclusa la possibilità di fruire concretamente di tutte le terapie efficaci nell’ambito del trattamento “multimodale”.
In realtà il problema non è solamente quello della formazione e dell’aggiornamento professionale degli operatori e del potenziamento e della creazione di Centri in grado di diagnosticare e mettere in atto una terapia multimodale (cognitivo-comportamentale e farmacologica), un progetto per il quale tanto stiamo lavorando e che entro breve tempo ci auguriamo di poter vedere realizzato per dare risposte concrete a questa “emergenza sociale”, ma anche quello della diffusione delle conoscenze scientifiche sull’ADHD e delle strategie “comportamentali” tra le famiglie e gli insegnanti. Un fattore, quest’ultimo, fondamentale per intervenire nelle tante realtà di sofferenza e grande disagio ancora non emerse e che troppo spesso rimangono tragicamente “coperte” da ignoranza, indifferenza ed impotenza, con esiti drammatici in età adolescenziale ed adulta.
E’ infatti importante comprendere che l’ADHD non è un disturbo che caratterizza solamente l’età evolutiva perchè si tratta di un disturbo cronico che continuerà ad affliggere ben oltre la metà di coloro che ne sono affetti da bambini, sia nella fase adolescenziale, sia nella vita da adulti.
Per questo siamo davvero grati all’autrice di questo libro che, attraverso moltissimi casi concreti ci conduce per mano alla scoperta della straordinaria complessità dell’ADHD, soprattutto in età adolescenziale ed adulta. Il pregio fondamentale dell’opera è certamente quello di fornire le diverse e contrastanti sfaccettature in cui si esprime il disturbo, soprattutto quando si manifesta in associazione ad altri disturbi, ma anche quello di rendere molto chiara l’applicazione delle strategie della terapia comportamentale e come esse si vanno specializzando in numerosi casi concreti. Queste tecniche non solamente vengono chiaramente enunciate, ma risultano filtrate attraverso l’esperienza di una lunga pratica professionale.
Altro pregio dell’opera è quello di sottolineare la decisiva importanza della figura dei genitori e degli insegnanti nell’applicazione costante delle strategie comportamentali per conseguire il mantenimento e la generalizzazione dei cambiamenti positivi.
Nel nostro panorama editoriale che vede ancora pochissimi testi in lingua italiana sull’ADHD ed in particolare sull’ADHD in età adolescenziale ed adulta, quest’opera risulterà preziosa non solamente per i genitori e gli insegnanti che, guidati da terapeuti esperti, intendono applicare nel modo più coerente possibile le strategie della terapia comportamentale, del problem-solving e dello skill-training, ma anche per gli stessi addetti ai lavori. Ed è per questo che come Associazione di genitori ne auguriamo la più ampia diffusione, con un ringraziamento particolare alla traduttrice che ha saputo rendere molto bene in italiano la complessità degli argomenti trattati.

Enzo Aiello

Informazioni aggiuntive

Peso 0,436 kg

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